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Network non proprio "social"

Published on

Story by

Nader Eid

Translation by:

Sara Tancredi

Indispensabili nella società di oggi, soprattutto tra i giovani, i social network hanno notevoli effetti sui nostri rapporti interpersonali. È possibile un equilibrio tra vita reale e vita virtuale?

Like, follower, tweet.

Questi anglicismi sono entrati a far parte del vocabolario comune, testimoniando l'importanza che i social network hanno acquisito nella società di oggi. All'inizio si poteva accedervi solo tramite computer, ma con l'avvento degli smartphone e di internet sul cellulare i social network ci seguono dappertutto: dalla metro al lavoro, fino a letto. Ma qual è l'effetto di questi compagni di vita (perché è quello che sono diventati) sui nostri rapporti interpersonali?

La vita privata diventa pubblica

Con l'avvento dei social network il nostro rapporto con la vita privata è radicalmente cambiato: quest'ultima è messa a dura prova, perché costantemente sotto gli occhi di tutti, e questo con il nostro consenso. Infatti, riveliamo informazioni che non avremmo mai divulgato prima, nemmeno al nostro vicino di casa e questo può avere ripercussioni importanti come il furto di identità, opportunità di lavoro ridotte o ancora, per i più giovani, confronto con la pedofilia.

Tuttavia, gli utenti sono sempre più consapevoli di questi pericoli e prestano maggiore attenzione. Paradossalmente, questo non impedisce loro di utilizzare spesso i social network, perché li apprezzano e perché vi trovano il proprio tornaconto, pur restando legati alla protezione della propria sfera privata. Da qui siamo portati a pensare che il concetto di vita privata sia cambiato, si sia esteso e che da esso derivi una certa noncuranza per i dati che lasciamo filtrare su internet.

Così vicino, così lontano

Vi è mai capitato di essere con i vostri amici e che tra loro qualcuno sia intento a scrivere sulla tastiera? Sfortunatamente questa è una scena comune e accettata da tutti. Sotto questo punto di vista, in qualche modo i social network ci hanno estraniati dalla società: piuttosto che valorizzare il contatto umano, preferiamo un contatto indiretto. Chi si trova spesso in questa situazione non vuole allontanarsi dal mondo, al contrario è alla ricerca di un sentimento di valorizzazione e di realizzazione. Infatti, ci si sente valorizzati quando si ricevono decine di "mi piace" o "retweet" e così ci si sente utili e realizzati come esseri umani. Tuttavia, i limiti dei social network emergono nel momento in cui incontriamo i nostri contatti virtuali nella vita reale: quante volte "dimentichiamo" di salutare una persona che abbiamo come amico su Facebook?

Big Brother

Un altro paradosso è che i social network sembrano dare la parola alla gente, concedendo una certa libertà di espressione. Tuttavia, questa libertà è assai limitata, se non addirittura inesistente. Le numerose dichiarazioni di Edward Snowden, ex agente della CIA e della NSA, ci hanno infatti rivelato l'esistenza del PRISM, il programma americano di sorveglianza della rete. In un primo momento l'intento è lodevole: sorvegliare la rete allo scopo di individuare eventuali azioni terroristiche e stroncarle sul nascere. Tuttavia, è impossibile nascondere che alcune variazioni siano inevitabili: milioni di persone hanno visto la propria vita privata completamente violata con la cara vecchia scusa della "sicurezza nazionale".

Ciò solleva la questione di una certa paranoia della nostra società e di una corsa verso la sicurezza e il controllo assoluto dei fatti e dei gesti di ognuno. Dall' 11 settembre 2001 fino agli eventi tragici di Charlie Hebdo, abbiamo scoperto che i nostri paesi democratici non sono esenti dalle azioni terroristiche e questo ha influito sulle azioni politiche dei nostri dirigenti, per i quali la sicurezza nazionale è una priorità. Come biasimarli? Ma questo pretesto può giustificare la violazione totale della nostra vita privata?

Me, Myself and I

Accade spesso che internet porti con sé alcuni neologismi, più o meno utili e utilizzati. Tra questi troviamo il celebre «attention whore», termine (di cui vi risparmio la traduzione) che indica le ragazze che si denudano su internet per attirare l'attenzione. Col tempo, però, questa definizione si è estesa, indicando anche quelle persone, di qualunque sesso, il cui scopo è quello di attirare l'attenzione sui social network e più in generale su internet. Su Instagram, Facebook o Twitter, ci imbattiamo in persone il cui unico scopo è mettersi in mostra e la cui unica paura è essere dimenticate. Queste persone vivono solo per i "mi piace" e i "retweet", nutrendosi esclusivamente dell'attenzione degli altri.

In più, sui social network abbiamo la tendenza a filtrare la nostra vita: quello che mostriamo su questi canali è solo la punta dell'iceberg, quello che vogliamo mostrare. É una specie di messa in scena della nostra vita orchestrata in modo da mostrarne solo il lato positivo. Probabilmente questo può avere delle ripercussioni sul benessere dei nostri contatti sui social network, perché vedere gli altri vivere una vita da sogno mentre stiamo attraversando un momento delicato non è il mezzo più ovvio per essere felici. Ciononostante, coloro che si deprimono vedendo questo genere di cose non dovrebbero dimenticare che ognuno di noi ha due vite: la propria e quella che vuole mostrare sui social network.

Inconvenienti, ma non solo...

Malgrado tutti questi pericoli, non bisogna demonizzare i social network, poiché presentano numerosi vantaggi.

Innanzitutto, si tratta di mezzi di comunicazione straordinari. Su Twitter per esempio, perfetti sconosciuti possono interagire con i propri idoli o con i politici, e questo è un vero e proprio mezzo di espressione. Inoltre, un social network come Twitter può essere utilizzato per rimanere aggiornati sull'attualità, e questo in anticipo rispetto ai media tradizionali. Questo genere di media ci permette anche di restare in contatto con persone care lontane e di conoscere gente nuova proveniente da tutto il mondo. Infine, è doveroso ricordare il ruolo fondamentale che i social network hanno avuto durante la primavera araba, permettendo ai giovani impegnati nella lotto contro i regimi dittatoriali di comunicare tra loro e di rovesciare i governi in carica.

Riassumendo, non possiamo demonizzare i social network, perché presentano sia lati positivi che negativi, anche se è interessante notare che, a seconda dell'uso che se ne fa, i lati negativi possono essere molto più numerosi rispetto ai lati positivi e viceversa.

Per concludere, ecco un video molto ben fatto firmato Prince Ea sui social network e gli eventuali pericoli legati all'uso di internet.

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Translated from Des réseaux pas si « sociaux » que ça !