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NapoLIverpool: se la musica sorvola lo spazio e il tempo

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Napoli

Napoli e Liverpool, due città che di primo acchito sembrerebbero non aver nulla in comune: mediterranea una, anglosassone l’altra, culla delle sinergie musicali la prima, città sacra del rock britannico – e non solo – la seconda.

Napoli e Liverpool, due città che di primo acchito sembrerebbero non aver nulla in comune: mediterranea una, anglosassone l’altra, culla delle sinergie musicali la prima, città sacra del rock britannico – e non solo – la seconda.

Eppure è proprio grazie alla musica che queste due città si sfiorano e si fondono insieme a creare qualcosa di prezioso, quasi un nuovo genere, nato dall’incontro della “mandolina” di Piero Gallo con l’immenso patrimonio musicale lasciato da quattro signori di nome John, Paul, George e Ringo.

NapoLIverpool  è stato presentato all’interno dell’ampia rassegna musicale organizzata da Rock!3, la mostra nata da un’idea dei giornalisti Carmine Aymone e Michelangelo Iossa già alla sua terza edizione. Benché di cover e di riproposizioni del repertorio dei Beatles se ne contino a migliaia, il lavoro del musicista partenopeo Piero Gallo si contraddistingue per una rilettura personale ed originale che, tra spunti e sperimentazioni, si anima delle sonorità della sua terra , Napoli, di musicalità che si perdono nella notte dei tempi, frutto di una storia unica come può essere appunto quella del capoluogo partenopeo. Melodie arabe, iberiche – in particolare il Fado de Lisboa – e ancora suoni caldi, ritmati, che nascono dalla terra e dal mare che Napoli condivide e custodisce insieme a tutti i paesi del bacino del Mediterraneo.  Ed è proprio questo lo spirito che anima l’impresa discografica di Gallo, nella quale canzoni simbolo del rock mondiale diventano oniriche, sensuali e per questo personali, grazie all’arte ed alla sapienza musicale cui il musicista napoletano dà voce attraverso uno strumento unico, realizzato apposta per lui dai liutai Amato che ha il nome di "mandolina", strumento che nasce dalla fusione del mandolino e della mandola, simboli della tradizione musicale partenopea. 

Chitarrista autodidatta, Piero Gallo inizia a suonare all’età di 15 anni. Si avvicina alla musica funk dopo l’incontro con Enzo Avitabile. Tra le numerose collaborazioni musicali e discografiche può vantare artisti internazionali del calibro di James Brown, Afrika Bambaataa, Solomon Burke ed italiani come Franco del Prete ed Enzo Gragnaniello. Tra i suoi lavori discografici Diario Mediterraneo (2005) e Benite (2009).

Ascoltando i brani di NapoLIverpool si resta piacevolmente impressionati  dalle scale arabe, mediterranee, e dai temi musicali della tradizione popolare napoletana che si inseriscono nei testi dei Beatles, riplasmandone le sonorità che, restano sì britanniche sullo spartito, ma la cui anima diventa tutta partenopea. Ed allora non c’è da stupirsi se And I Love Her (A Hard Day’s Night, 1964) si veste di una foggia nuova, dolce e sensuale come le onde del mare, un brano in cui la mandolina di Gallo si inserisce all’interno delle sue pieghe, sostituendo la voce di McCartney al punto da creare una melodia che è sia quella dei Fab Four, ma è anche qualcos’altro, qualcosa di diverso che vive della malinconia di un popolo nelle cui vene scorre l’acqua salata del mare. Come Together (Abbey Road, 1969) e Day Tripper ( pubblicato assieme a We Can Work It Out su un 45 giri con entrambe le facciate indicate come Lato A) sono quasi degli altri pezzi, originali riproposizioni che prendono spunto dai Beatles, ma navigano su rotte proprie. Lo stesso vale per Girl (Rubber Soul, 1965) che, se ascoltata sovrapponendo le due versioni – quella originale e quella di Gallo – mostra come la mandolina si inserisca perfettamente negli intervalli tra la voce di Lennon e la base ritmica di basso e batteria. We Can Work It Out rimanda invece, con il suo inseguimento tra chitarra e mandolina, alle feste ed alle danze popolari, eppure il brano è uno dei capisaldi della musica rock di ogni tempo.

With A Little Help Of My Friends è una canzone scritta da Lennon e McCartney pubblicata sull’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band del 1967. John e Paul scrissero la canzone per Ringo Starr per riservargli un brano sul disco in uscita. Fu brevemente intitolata Bad Finger Boogie poiché, leggenda vuole, Lennon compose la melodia al pianoforte usando il dito medio dato che si era ferito l’indice.

In chiusura With A Little Help Of My Friends si addolcisce, si purifica dalla incalzante batteria di Ringo e diventa la colonna sonora di una domenica mattina trascorsa in riva al mare in compagnia degli amici di sempre. A sigillo dell’originalità del lavoro di Piero Gallo l’ultima traccia Crireme, brano inedito del musicista. Qualora non si guardasse la copertina del cd per leggerne il titolo, si potrebbe benissimo passare il tempo interrogandosi a quale brano dei Beatles si rifaccia la canzone. La prova del fatto che in NapoLIverpool i testi sono dei Beatles, ma è grazie all’estro musicale di Piero Gallo e dei musicisti che lo hanno accompagnato nella sua realizzazione che questi stessi testi rivivono arricchiti di una veste musicale nuova di zecca.