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Napoli sui pedali

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Napoli

Breve viaggio tra i ciclo-amatori partenopei, sempre di più anno dopo anno. La pista ciclabile, le associazioni, i pro e i contro in una città che cerca di non restare soffocata tra le auto.

critical mass, come Riappriopriarsi della città

Passo davanti al centro sociale Ska nei pressi di piazza del Gesù Nuovo, è il terzo pomeriggio del mese e secondo il sito napoletano di Critical Mass  ci dovrebbe essere il raduno dei ciclo-amatori. Non trovo nessuno e la cosa un po’ m’inquieta. C’è però Alfonso che sta aggiustando la sua bicicletta per una serata di bike polo a Fuorigrotta."La Critical Mass è un raduno pseudo-casuale che ha come scopo di riappropriarsi della città  con la bicicletta e con qualunque mezzo di trasporto su due ruote”, mi spiega. Alfonso è della Ciclofficina Popolare Massimo Troisi , che viene ospitata dal centro sociale ed ogni martedì pomeriggio insegna a riparare gratuitamente biciclette. “La Critical Mass non ha né capi né leader” sottolinea Alfonso, e “vuole riprendersi le strade rubate impropriamente dalle auto”. Ma allora perché stasera non c’è nessuno? “Dipende dai periodi, dal meteo. Visto che sono incontri casuali, se la gente viene si fa la Critical Mass , altrimenti no”: in effetti la leggera pioggerellina delle ore precedenti spiega tutto.   

La prima Critical Mass mondiale si è svolta a San Francisco nel 1992 con 48 ciclisti, mentre il primo raduno italiano è stato a Milano, a cui sono seguiti quelli di Roma, Torino, Bologna, Brescia, Cagliari e appunto Napoli. “La Critichella” è il nome della Critical Mass del Mediterraneo, svoltasi in città dal  2010 al 2012, dove si sono incontrati circa 300 persone provenienti da tutt’Italia dei paesi del sud Europa, che usano la bicicletta come mezzo di trasporto.

ciclabile si, pista no

Ciclabile si, ciclabile no

L’anno scorso c’è stata la prima edizione del Napoli Bike Festival e la cosa mi ha molto incuriosito. Avevo una mountain bike avanti con l’età e che non usavo da un bel po’, mi sono messo in sella e come me altre centinaia di persone con la graziella o con una bici da corsa abbiamo affollato la villa Comunale. La pista ciclabile era stata da poco inaugurata dal sindaco De Magistris, una decina di km da Bagnoli al Lungomare Caracciolo con un progetto che prevede l’intero tratto fino a San Giovanni a Teduccio, nella parte est della città. Qualche decina di kilometri su un totale di migliaia della rete stradale della città ovviamente possono anche essere irrilevanti per le persone che vogliono far un uso quotidiano della bicicletta come mezzo di trasporto. Le due ruote sono senz’ombra di dubbio il mezzo più veloce ed efficiente a Napoli per chi ha la voglia di usarle considerando la situazione drammatica dei mezzi pubblici, ma la città ha ancora oggi problemi strutturali per quanto riguarda la rete stradale, spesso dissestata, e per quel che riguarda l’indisciplina degli automobilisti. 

La pista ciclabile è un viatico per chi non ha mai utilizzato la bicicletta, è un punto d’inizio ” mi spiega Maria Muscarà, segretaria dell’associazione Cicloverdi una delle prime nate a Napoli, nel 1986. Il loro obiettivo è quello di promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto ecologico: secondo Maria “si è passati dall’incredulità di 25 anni fa, dove il ciclista era visto come un tipo bizzarro, ad oggi, dove la gente è più sensibile”. I Cicloverdi organizzano ogni martedì e giovedì sera da Piazza del Plebiscito una pedalata notturna, e poi escursioni, corsi di sicurezza stradale ed eventi, tra i quali l’ultimo dove è avvenuta la premiazione di tre donne, l’ex-assessore Anna Donati, la ciclista Juliana Buhring e Manuela Migliaccio, un’atleta disabile. L’operazione di sensibilizzazione sembra andare bene nei quartieri del centro o del Vomero, nonostante i percorsi collinari, ma il collegamento con la periferia è ancora indietro. Anche se la metropolitana permette di viaggiare con la bici il sabato e la domenica per l’intera giornata e in settimana secondo orari prestabiliti il miglioramento dell’intermodalità bici-bus-metro deve essere un primo obiettivo per la svolta sui trasporti napoletani. È questa l’opinione di Maria e dei Cicloverdi, che da anni cercano accordi, fanno proposte, e si siedono ai tavoli con le amministrazioni di turno. Ora è quello del sindaco De Magistris che almeno in campagna elettorale e nei primi mesi di mandato si è mostrato sensibile ai temi dei ciclisti napoletani, e si spera che non siano solo operazioni di facciata. 

c'è tanta strada da fare

Allargando un po’ il nostro orizzonte di osservazione si vede che questo ritorno alle origini (nel dopoguerra infatti la bicicletta e la Vespa erano i mezzi più usati a Napoli) coinvolge anche tutta la provincia con decine di itinerari per ciclo-amatori anche se per lo più su percorsi non dedicati esclusivamente alla bicicletta. Se però sono i numeri quelli che ci fanno avere una visione più quantitativa della situazione allora possiamo dire che Napoli è ancora molto indietro rispetto all’Europa e alle altre città italiane. Secondo un’indagine Istat-Legambiente del 2008 Padova ha 133km di piste ciclabili per km quadrato di superficie, mentre Napoli non compare nella classifica e di sicuro quei dieci km di ciclabili non hanno migliorato di molto la sua posizione. Ma sono di buon auspicio per una città che cerca di rialzarsi, questa volta sui pedali.