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My Voice Unheard (La Mia Voce inascoltata)- Abbattere le idee stereotipate sul Pakistan

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Mladi Info

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Default profile picture Adele Benlahouar

My Voice Unheard is a humanistic project that aims at bringing a counter-narrative to the uni-dimensional and clichéd image of Pakistan through self-expression. Anum Nawaz and her team collect biographies and a memoirs of real Pakistani’s who are not terrorists or extremists and have in fact, contributed positively to the world in their own distinct ways.

My Voice Unheard (La Mia Voce inascoltata) è un progetto umanitario che mira a diffondere, attraverso l’autoespressione, una realtà diversa rispetto a quella raccontata dalle idee stereotipate e unidimensionali che si hanno del Pakistan. Anum Nawaz ed il suo team hanno raccolto alcune biografie e memorie di veri pakistani che non hanno niente a che fare con il terrorismo o l’estremismo, anzi offrono al mondo il loro buono contributo, ognuno a proprio modo. Anche se questi individui sono poco conosciuti per il loro lavoro, la piattaforma mira a creare una più diffusa consapevolezza, inoltre mira a  far apprezzare e a condividere queste realtà in modo da contrastare gli stereotipi sul Pakistan. My Voice Unheard ha avuto inizio nel 2015 come campagna sui social, quando Anum è stata selezionata dalle istituzioni pakistane come ambasciatrice dei giovani della carovana mondiale della pace e così avviò questo progetto come parte del programma degli ambasciatori. Sfortunatamente, il programma non ha potuto avere un prosieguo a causa della mancanza di fondi ma sia Anum che Hammad, il quale è cofondatore e principale curatore del progetto, hanno continuato a lavorare nell’ambito del progetto ed hanno migliorato questa iniziativa cercando di fornire una visione che cambi le prospettive nel mondo. Ora il progetto è una realtà di beneficio pubblico; comprende allo stesso tempo il giornalismo partecipativo e l’autoespressione .  

Al momento Anum e Hammad lavorano con un talentuoso team di 16 volontari tra i quali vi sono scrittori, redattori, designer, professionisti d’informatica, fotografi, blogger e contribuenti che mantengono alti gli spiriti e si dedicano a questa causa con impegno. Perciò, il nostro ultimo articolo è dedicato proprio al progetto My Voice Unheard  e ai suoi giovani leader, Anum e Hammad.

Mladiinfo: Perché avete creato la piattaforma?

Anum: Questa piattaforma è stata creata in particolar modo per abbattere gli stereotipi e i pregiudizi sul Pakistan e la sua gente. Credo che i media locali e internazionali tendano a raccontare solo le negatività di ciò che accade in questa parte del mondo e penso che questo sia un aspetto che ogni paese deve affrontare. Comunque credo fermamente che diffondere delle storie a livello locale e mondiale ci aiuterà a connetterci gli uni con gli altri, ad abbattere gli stereotipi esistenti e quindi a evitare la discriminazione che potrebbe verificarsi a causa degli stereotipi.

Hammad: Inoltre, My Voice Unheard non è un progetto che vuole raccontare solo realtà positive. Non vuole stare a dimostrare che qualunque cosa accada in Pakistan sia positiva e che ci sono delle cospirazioni contro il paese. Questo lo sappiamo. Il Pakistan è afflitto da problemi di un paese in crescita come la violazione della sovranità, la povertà, la crisi energetica, l’instabilità economica, crisi educativa, corruzione, imparità dei sessi e profanazione giuridica. Giusto per dare qualche dato statistico, negli ultimi cinque anni 527 crimini commessi da componenti  sette hanno ucciso più di 2100 persone appartenenti a varie minoranze religiose; 53 giornalisti hanno sacrificato la propria vita per la libertà di parola; negli ultimi 5 anni 10.082 civili e 3.453 uomini delle forze di sicurezza hanno perso la propria vita a causa della violenza terroristica(South Asia Terrorism Portal, 2015). Più di 150.000 soldati pakistani al momento sono in lotta contro il terrorismo e siamo in uno stato di guerra.

MVU backstage My Voice Unheard   Tackling the Clichéd Images of PakistanNon sono solo queste statistiche ad averci portato alla creazione di questa contro narrazione ma svolgendo le nostre ricerche abbiamo riscontrato che la percezione di questo paese, nel mondo, non corrisponde alla realtà. Ad esempio, un articolo pubblicato da Forbes sulle recenti elezioni ha descritto il Pakistan come la nazione più pericolosa. In un sondaggio realizzato per la BBC da GlobeScan and PIPA, il Pakistan è stato considerato dal 55% della popolazione come il principale ascendente negativo presente nel mondo. Questo ci rattrista. Il Pakistan avrà anche dei problemi, ma non si tratta solo di questo.  

Anum: Inoltre, l’idea di libertà di parola e di espressione, in una cultura collettivista, non è considerata come parte dei valori di un sistema e solitamente viene repressa e ostacolata. Considerando tutti questi fattori, abbiamo ideato questo progetto per raggiungere tre obiettivi: (1) abbattere gli stereotipi, (2) fornire una contro narrazione, (3) dare delle opportunità ai bambini, ai giovani e agli adulti di esprimere ciò che desiderano. Quindi, abbiamo riscontrato che ricorrendo alle prime risorse di ricerca attraverso le interviste realizzate di persona, mettendo insieme e archiviando la vita e il lavoro dei pakistani, riconoscendoli a livello nazionale e internazionale, potrebbe aiutarci a migliorare i tre problemi che abbiamo rilevato attraverso la nostra ricerca. Crediamo che questa sia una cosa da attuare attraverso i social media, per fare in modo che in tutto il mondo si verifichi un cambiamento della percezione.

Mladiinfo: Potresti spiegare in che modo gli stereotipi sono diventati prodotti della cultura? Quali sono le circostanze che creano “questa condizione”?

Anum: Da studentessa di psicologia ho appreso che i giudizi e gli stereotipi sono processi naturali che possono portare ad atteggiamenti più aggressivi ed attitudini quali la discriminazione e la violenza. Allo stesso tempo se siamo consapevoli di queste inclinazioni, potrebbe essere d’aiuto ritrovarsi e cercare di creare qualcosa di costruttivo piuttosto che generare atteggiamenti ostili. È diventato un prodotto culturale poiché quando tante persone simili vivono assieme (definiamo questa realtà gruppo), è possibile che tanta gente che non appartiene a quella cultura (definiamo quest’altra realtà gruppo esterno) tenda  ad avere pregiudizi, credendoli veri nonostante siano basati su informazioni piuttosto limitate. È in questo momento che gli stereotipi diventano un prodotto culturale contro le persone che appartengono ad una cultura differente. Avviene anche nel momento in cui persone appartenenti a culture differenti rimangono nel proprio contesto e hanno paura di intraprendere una nuova strada da esplorare, nuove collaborazioni, nuove amicizie. Comunque penso che attraverso gli scambi, le connessioni, i social network , attraverso i quali la gente ha la possibilità di conoscersi invece di elaborare autonomamente delle idee nella propria mente, avremo l’opportunità di ridurre i classici atteggiamenti discriminatori assunti nei confronti di tanta gente. Questo è uno dei primi obiettivi che My Voice Unheard sta cercando di raggiungere attraverso l’uso dei social media.

Mladiinfo: Cosa ti ha spinto a fare ciò, oppure c’è un’esperienza personale che ti ha portato a far sentire la tua voce?

Hammad: Quando sono stato all’International Visitor Program negli Stati Uniti, mi sono state poste domande come “Voi ragazzi avete dei cinema in Pakistan?” oppure commenti del tipo “Si, lo sappiamo il Pakistan è nel Medio Oriente”

In cuor mio ero sorpreso di notare che la gente sapesse così poco del Pakistan. Alcune delle migliori grafiche presenti nei più gettonati film hollywoodiani sono state realizzate da miei connazionali e mi è stato chiesto se abbiamo un cinema? A quel punto ho pensato che dovevo fare qualcosa, doveva esserci qualcosa che avrei potuto fare. Era solo il 2015 quando ho capito cosa avrebbe potuto portare ad un cambiamento di paradigma nelle vite delle persone, riguardo alle false percezioni sul Pakistan.

MVU Work My Voice Unheard   Tackling the Clichéd Images of PakistanAnum: Sono d’accordo con ciò che ha detto Hammad.  Quando sono stata negli Stati Uniti nel 2013 ho avuto un’esperienza simile. Ma ciò che mi ha veramente spinto ad avviare questo progetto in Pakistan è stato quando una volta durante un campus estivo che stavo seguendo per via del mio lavoro a tempo pieno, una ragazza mi ha chiesto cosa ci facessi lì. Le risposi che fossi lì per parlare e mi disse ridendo “Sei un’insegnante di conversazione? Bene, sappi che non ci sono lezioni di conversazione”. È in quel momento che ho realizzato che il bisogno di affermare la libertà di parola e di espressione fosse un diritto di ogni bambino e adulto anche se, nelle culture collettiviste, questa libertà non è apprezzata. Perciò ho pensato a My Voice Unheard  come ad una piattaforma che potesse dare alla gente l’opportunità di esprimere se stessi attraverso la scrittura, la fotografia, i video le immagini.

Ciò che mi ha guidato a fare ciò è la voglia di apprezzare e conoscere in maniera genuina il lavoro  che la gente del mio paese svolge incondizionatamente. Questa è la mia ispirazione e mi aiuta ad andare avanti. Ne sono certa, potrebbe anche  essere l’ispirazione di qualcun altro. 

Mladiinfo: Quali sono le storie che avete preferito tra quelle presentate attraverso la piattaforma “My Voice Unheard”?

Hammad: È molto difficile decidere una sola storia. Qualche mese fa abbiamo chiesto a tutti i membri del team di dirci quale fosse la storia che più li era piaciuta. Ecco quali sono state le loro preferenze: Maxwell Shanti- Il “Pakistano”: la storia di un cingalese che ha lasciato il proprio paese per prestare servizio in Pakistan negli ultimi 45 anni, nell’ambito dell’educazione; Zar Aslam-mettere le donne al posto del conducente: la storia narra di un’attivista sociale che abbandona la sua vita negli Stati Uniti, si trasferisce in Pakistan e migliora la vita delle donne sotto punti di vista che risultano taboo all’interno della società;  Faizan Ahmad-l’etico pirata informatico: la storia narra di un adolescente che ha aiutato delle aziende nel rilevare la presenza di spie all’interno dei loro siti ed è stato riconosciuto da MIT, IBM, HP, NASA, AVG, United Airlines, Western Union, General Motors e altre compagnie;  Ghazala Irfan- l’inarrestabile filosofa: una donna indipendente che ha insegnato filosofia per oltre 40 anni nonostante fosse una materia liberale e ha inoltre mantenuto viva l’eredità della musica classica in Pakistan; Dr Faisal Dar- pioniere dei trapianti di fegato: la storia di un dottore che è pioniere dei trapianti di fegato in Pakistan e ha salvato molte vite fin da allora. 

Faizan Story My Voice Unheard   Tackling the Clichéd Images of PakistanMladiinfo: Al momento avete quattro raccolte differenti indirizzate ad audience diversi e raccogliete varie storie. Potete dirci qualcosa in più su queste raccolte e se avete dei piani futuri che prevedano un ulteriore sviluppo per abbattere ancora gli stereotipi del Pakistan?

Anum: Quando abbiamo fatto partire My Voice Unheard, abbiamo mirato agli individui che avessero delle brillanti carriere e che fossero pionieri di qualcosa  in un modo o nell’altro. Pian piano abbiamo realizzato che non ci sono solo storie di individui che hanno aziende e sono unici ma vi è una grande quantità di gente della quale vita non sappiamo nulla. L’idea è che tutti hanno fatto qualcosa in un modo onesto e autentico. Volevamo poter avere anche queste storie. Se qualcuno non ha ricevuto l’educazione non è detto che viva una vita con meno valori- infatti potrebbe anche significare che le loro vite, nonostante siano semplici dovrebbero essere colme di saggezza. Poi ci sono le persone che hanno stimolato, incentivato tutto ciò che gli era attorno ma non hanno mai ricevuto la giusta attenzione perciò vogliamo conoscere ed apprezzare anche il loro lavoro. Lo stesso accade per le minoranza presenti in Pakistan che hanno abbandonato una vita agiata per servire la propria nazione. Quando abbiamo allargato i nostri orizzonti abbiamo pensato che fosse meglio mettere in luce le varie storie sotto categorie differenti in modo da comprendere la diversità che caratterizza questa nazione.

Ora abbiamo 4 raccolte: The Unheard (#My Voice heard) (L’inascoltato-#La mia voce ascoltata)-una collezione che narra le biografie di individui visionari che hanno combattuto attraverso le proprie iniziative e start-up per costruire un Pakistan evoluto; Simply Pakistan (#Wisdom paramount) (Semplicemente Pakistano-#Saggezza di primaria importanza)- una collezione di ricordi di un pakistano semplice che ha fatto delle difficoltà e delle sfide della vita virtù e valori;  White for the Green (#Surprisingly minute, #astonishingly powerful, #guardians of the green) (Bianco per il Verde-#sorprendentemente minuzioso,#incredibilmente forte, #guardiani del verde)-una raccolta esclusiva di profili di minoranze etniche e religiose che hanno servito il proprio paese in maniera eccellente;  Reclaiming Pakistan (# Reclaiming Pakistan, #Tell the world-) (Rivendicare il Pakistan, #diciamolo al mondo)- una collezione di biografie studiate e informazioni effettive su individui che hanno donato la propria vita per una causa, geografia, cultura, storia, arte e linguaggio.

Zar Story My Voice Unheard   Tackling the Clichéd Images of PakistanCrediamo che tutte le storie debbano essere ascoltate e che ogni storia sia importante. In futuro vorremmo raccoglierle per poi pubblicare un libro da tavolino da bar, soprattutto fuori dal Pakistan per fare in modo che la gente sia consapevole dell’onestà, dell’ospitalità, dell’autenticità a dell’amore che caratterizza i nostri connazionali. Stiamo anche cercando di realizzare un’altra raccolta per gli stranieri che visitano il Pakistan e hanno cambiato le proprie percezioni dopo averlo visitato.  

Hammad: A parte questo, abbiamo bisogno di un riscontro maggiore in modo che più gente sappia delle vite di noi pakistani e abbatta gli stereotipi. Per questo siamo sul punto di presentare la nostra prima applicazione disponibile su App Store e Google PlayStore che potrete scaricare gratuitamente e si potranno leggere centinaia di storie sul proprio cellulare, in qualsiasi momento e luogo. Si tratta di un’applicazione semplice che occupa meno di 4MB sulla memoria del telefono. La cosa più bella è che puoi immediatamente condividere con noi la storia attraverso l’applicazione via video, musica o testimonianze per iscritto. Potremmo presentarlo per il nostro primo anniversario che sarà l’11 marzo del 2016.    

Se avete una storia interessante da condividere, contattate il nostro team su stories@myvoiceunheard.com

Mladiinfo: Arrivati ad un certo punto fareste tutto questo a livello globale?

Hammad: Stiamo cercando di fare del nostro meglio per raggiungere il mondo intero e ascoltare le voci di grandi uomini pakistani, donne e giovani. Questa è una causa per il mondo intero e non solo per il Pakistan. Con il passare del tempo abbiamo notato che anche in Pakistan quando presentiamo le nostre storie, la gente del posto inizia a mettersi in contatto con gli individui che raccontiamo, approcciandosi così al progresso in maniera collaborativa.

Abbiamo anche iniziato ad approfondire il punto di vista degli stranieri che hanno visitato il Pakistan e hanno trovato particolarmente interessante un posto visitato. Proprio come ci è capitato recentemente; abbiamo incontratoOliver Fisher uno studente australiano che è stato in Pakistan per uno scambio culturale ed ha apprezzato tanto la cultura pakistana. Abbiamo anche avuto modo di intervistare Sophee Southhall una blogger, fotografa e viaggiatrice australiana che ha visitato il Pakistan recentemente e attraverso la sua fotografia ha mostrato al mondo l’altro lato delle bellezze che risiedono in questo paese.

Vorremmo anche poter realizzare delle pubblicazioni cartacee, da distribuire nel mondo sotto forma di libro o rivista perché vogliamo che si sparga la voce che faccia conoscere che tipo di persone sono realmente i pakistani. Qual è la nostra cultura e la nostra eredità, cosa significa essere pakistani.

Story My Voice Unheard   Tackling the Clichéd Images of PakistanAnum: Un'altra visione a lungo termine della nostra causa è fare in modo che altri paesi adottino questo modello all’interno delle proprie aree. Non mi sorprenderei se dovessi sapere che gente di altre culture è stereotipata tanto quanto lo sono i pakistani. Se ci uniamo tutti insieme, al di là dei confini, potremmo almeno tentare di abbattere i pregiudizi che si hanno sui nostri paesi. E secondo me, il miglior modo possibile per farlo è attraverso la gente vera che racconta della propria vita reale ad altra gente vera che vive nel mondo. Alla fine della giornata tutti dovremo fare un atto di fede e credere che le persone crederanno in noi e che proprio questo sarà l’ingrediente che farà la differenza.

Mladiinfo: Cosa vorreste condividere con tutti i follower e l’audience di Mladiinfo? 

Anum: Quando guardo al mondo poi mi chiedo nella notte se le cose sono sempre state così come sono oggi. Forse le persone hanno affrontato le stesse sfide in maniera differente. Comunque quando penso a ciò che sta accadendo nel mondo oggi soffro tanto a causa del dolore che tutti viviamo in modi differenti. Vedo ovunque gente assassinata, bambini abusati, discriminazione, violenza, guerra, terrorismo, estremismo tra le tante brutalità e mi chiedo se c’è qualcosa che si possa fare per portare un po’ di pace nelle nostre menti e nei nostri cuori. E da tutto questo realizzo che devi sempre essere tu. TU devi iniziare il cambiamento che vuoi  vedere nel mondo. E non è semplice. La pace, così come il sorriso e la felicità sono contagiosi secondo me. Se si è in pace con tutto ciò che si fa ogni singolo giorno della propria vita, allora si avrà voglia di diffondere questa pace. È arrivato il momento di investire su noi stessi così da poter portare pace al mondo. Ricorda che non puoi ricavare nulla da una tazza vuota  Quindi il mio messaggio per tutti coloro che stanno leggendo questo articolo è di riempire la propria tazza di felicità e pace, solo in questo modo sarete in grado di contraccambiare questi valori nella comunità nella quale vivete.

Hammad: Vorrei solo dire di metterci il proprio impegno per fare in modo che le vite delle persone che ci vivono attorno migliorino. Dobbiamo agire senza badare a quanto grande o piccolo sia il nostro impatto. A volte le nostre parole o le piccole azioni influiscono tanto nel cambiamento della vita delle persone. Imparate ad ascoltare e a capire da dove arrivano le persone che vi sono attorno e sarete sorpresi dalla forza che le caratterizza. E poi vorrei dire che fare il primo passo è sempre difficile, i contesti e le azioni degli altri cercheranno sempre di abbattervi ma credete in ciò che fate e soprattutto fatelo con piacere! 

L’articolo originale è qui-here

Intervista realizzata da: Stefan Alijevikj

Redatto da: Ivana Petrisková

Story by

Translated from My Voice Unheard – Tackling the Clichéd Images of Pakistan