Monaco, Londra e gli immigrati che non arrivano
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Alexander Damiano RicciUn fantasma si aggira per l'Europa: è quello dei migranti che ancora una volta sono ingiustamente accusati di gravare sulle casse degli Stati ospitanti. Alla ricerca del senno perduto dei politici tedeschi e inglesi.
Chi dopo l’inizio del 2014, si è seduto in un pullman on in un aereo in partenza da Sofia o Bucarest, lo ha fatto semplicemente per andare in vacanza o per raggiungere una sede di studi in un altro Paese europeo. Negli stessi giorni gli autisti locali dei bus discutevano dei loro mezzi di trasporto semivuoti. Al contrario di quanto previsto, i voli dalla Romania e dalla Bulgaria, direzione Londra, non erano pieni di migranti, anzi: nonostante l'allargamento dello spazio Schengen verso est, non c’è stata quasi traccia di persone in procinto di emigrare verso il resto dell’Ue. Nel frattempo, a Monaco di Baviera e a Londra, il dibattito sull’immigrazione ha toccato il fondo.
La regola generale è la seguente: chi si lamenta dell’immigrazione dall’Europa dell’est deve confrontarsi con una realtà ben diversa. La CSU (Unione Cristiano Sociale, ndr.) bavarese urla a gran voce: "Chi imbroglia, si imbarca". Sottointeso: gli immigrati presenti in Germania che fanno troppo affidamento sul sistema di previdenza sociale tedesco dovrebbero essere allontanati. La predica continua: chi si indigna di fronte alla mancanza di responsabilità sociale di queste persone, dovrebbe semplicemente prendere azioni conseguenti. D’accordo, ma non ci si può limitare ai soli migranti. Gli stessi politici che si indegnano per la condotta degli immimgrati, chiudono volentieri un occhio di fronte all’evasione delle classi più abbienti, fenomeno che colpisce allo stesso modo il sistema di previdenza sociale di un Paese. Si ha l’impressione che gli immigrati, che già di per sé godono di un sostegno previdenziale irrisorio, siano sempre i primi sospetti. La storia suona un po' alla stregua di: "Nel dubbio, prendiamocela con gli immigrati". Nel frattempo però, in Baviera, il vento dello screditamento ha preso un’altra piega. Molti utenti del web si chiedono infatti che fine farebbe il presidente del Fc Bayern, Uli Hoeneß se venisse arrestato per evasione fiscale (sic !).
Impronta da migrante
"Chi imboglia, si imbarca", lascia intendere che in Germania ci siano immigrati che, di proposito, vogliano vivere soltanto del sostegno dello stato sociale tedesco. Sulla scia di questa filosofia, Elmar Brok della CDU (Unione Democratica Cristiana, ndr.) ha proposto di prendere le impronte digitali ai migranti che agiranno in questa maniera. Una tale misura sarebbe a dir poco assurda e assocerebbe alla categoria "migrante" quella di "sospetto". Non è in alcun modo possibile parlare di una migrazione ai danni del contribuente tedesco. In molti casi la forza lavoro migrante è stata fondamentale per rispondere alle domande del mercato lavoro tedesco. Per non parlare dei posti lavoro creati direttamente da chi è venuto in Germania con le proprie idee di impresa.
Anche nel Regno Unito la politica viene fatta sulla pelle degli immigrati. Il Primo ministro, David Cameron, vuole vietare ai cittadini polacchi (residenti nel Regno Unito) di inviare le somme che ricevono dal sistema previdenziale britannico ai propri figli in Polonia. Inoltre, ha proposto di instaurare due importi diversi di aiuti sociali per immigrati e cittadini britannici rispettivamente. Anche qui, si cerca di distrarre l’opinione pubblica dal fatto che la migrazione intraeuropea apporta benefici netti all’economia del Regno Unito. Oltremanica, in media, i polacchi sono addirittura più qualificati che gli stessi cittadini britannici e danno un contributo sostanziale alla performance economica dell’isola. Senza contare che, probabilmente, neanche i 2.2 milioni di cittadini britannici residenti in altri Paesi d’Europa piacerebbe essere trattati come cittadini di seconda classe (vedi l’infografica).
do si parla di immigrazione, troppo spesso si mischiano cart di mazzi diversi. Per questa ragione, la parola « SozialtourQuando si parla di immigrazione, troppo spesso si mischiano carte di mazzi diversi. Per questa ragione, la parola "Sozialtourismus" (con questa parola si intende un turismo non temporaneo effettuato in funzione delle prestazioni sociali che si possono ricavare dallo Stato nazione di destinazione) si è guadagnata il premio di "parola inappropriata" dell’anno nel vocabolario di lingua tedesca. A ragione, visto che chi si sposta in un altro Paese, all’interno dell’Ue, non ha diritto a prestazioni sociali prima che siano passati 3 mesi di permanenza. Il punto è che con il clima che si respira a Londra e a Monaco, si disincentiva proprio chi potrebbe spostarsi per ragioni di lavoro. E sarebbe davvero una "fregatura" per tutti.
- Questo articolo fa parte del Dossier "Immigrazione" di Cafébabel -
Translated from Immigration: Bayrisch-britischer Shitstorm