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Minchia che birra! 

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Palermo

La parola "minchia" ha una traduzione precisa, ma in Sicilia porta un significato e un valore simbolico intraducibile. Se poi diventa una birra...

«Una minchia per favore!». «Come la vuole, bionda, rossa o tosta doppio malto?». Non è cabaret volgare, ma una scena comune in un qualsiasi pub palermitano o siciliano. Già, perchè dopo la Trimmutura (che porta orgogliosamente i nomi di una celeberrima libera professionista del mestiere più antico del mondo) o ancora la 800A (che,  per non i autoctoni, con qualche "ritocco" corrisponde alla voce volgarissima del verbo "succhiare"), a Messina è nata la birra Minchia

Avete capito bene, "Minchia", come l'organo maschile che in siciliano si declina curiosamente al femminile, e come quell'espressione mutuata dal siculo popolare che ha invaso il vocabolario italiano e padano, seducendo persino l'estero.

Un termine con più sfumature

La parola, sdoganata al grande pubblico a Sanremo nel 1994 da Giorgio Faletti con (Minchia) Signor Tenente, è diventata la formula magica di una campagna di marketing vincente in partenza. Sì, perchè nell'immaginario siculo una birra con questo nome ha già vinto. «Per noi siciliani "minchia" è un'esclamazione che racchiude svariate sensazioni: è utilizzata spontaneamente per esprimere gioia, stupore, meraviglia,» spiega il titolare Nino Amato. «Nonostante oggi sia usata in più parti del mondo, rimane l'emblema identificativo della Sicilia: ed è per questo che l'abbiamo scelto per la nostra birra artigianale, vera come noi siciliani. Un termine che da solo è riuscita ad trasmetterci tutto e di più». Come dargli torto.

Che m... di birra è?

Così, in un ex cinema dove probabilmente avranno girato un film di Tinto Brass, la Sikania di Messina produce 1.200 litri di birra artigianale a bassa fermentazione: "Minchia Bionda", "Minchia Rossa" e "Minchia Tosta doppio malto". A chi accusa di volgarità, il produttore risponde: «Non mi è sembrata una scelta volgare creare questo marchio: il sostantivo fa parte della nostra storia». Non ci resta che fare un brindisi di m...!