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Mìdia Ninja: i Mondiali visti dalla strada

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RomasocietàDossier Coppa del Mondo

Un col­let­ti­vo di oltre due­cen­to at­ti­vi­sti si pre­pa­ra a rac­con­ta­re quel­lo che suc­ce­de­rà fuori dagli stadi che ospi­te­ran­no i Mon­dia­li bra­si­lia­ni in un clima di ten­sio­ne e ma­les­se­re che non pro­met­te nulla di buono.

Bra­si­le, terra di cal­cio, sole e di­ver­ti­men­to. Non esattamente, Bra­si­le terra di sof­fe­ren­za, po­ver­tà e cri­mi­na­li­tà. Quel­la che si pre­sta a ospi­ta­re i mon­dia­li è una na­zio­ne squar­cia­ta in due. Da una parte i cen­tri di po­te­re chia­ma­ti a ge­sti­re mon­ta­gne di mi­liar­di, dal­l'al­tra una po­po­la­zio­ne che, sfian­ca­ta dalla cri­mi­na­li­tà, dalla po­ver­tà e da un ma­les­se­re so­cia­le dif­fu­so, non ap­pe­na si pre­sen­ta l'oc­ca­sio­ne è pron­ta a ri­ver­sar­si nelle piaz­ze per fare sen­ti­re la pro­pria voce. L'av­vi­ci­na­men­to al­l'e­di­zio­ne ca­rio­ca dei Mon­dia­li 2014 non è stato per nulla di­ste­so e brio­so come pen­sa­va­mo. A par­ti­re dallo scor­so giu­gno (quan­do nel paese si gio­ca­va la Con­fe­de­ra­tions Cup, tra­di­zio­na­le warm-up in vista della com­pe­ti­zio­ne mon­dia­le) hanno avuto luogo per le vie delle più im­por­tan­ti città bra­si­lia­ne de­ci­ne e de­ci­ne di ma­ni­fe­sta­zio­ni, molte delle quali sca­tu­ri­te in vio­len­za. Nien­te ma­sche­ra­te car­ne­va­le­sche né note di mu­si­ca samba. Da una parte squa­dre di po­li­ziot­ti in te­nu­ta an­ti­som­mos­sa, dal­l'al­tra cit­ta­di­ni in­ten­ti a pro­te­sta­re con­tro le in­gen­ti spese so­ste­nu­te, per la mag­gior parte con soldi pub­bli­ci, per la co­stru­zio­ne e l'am­mo­der­na­men­to di stadi che a detta di loro stes­si sa­reb­be­ro do­vu­te es­se­re de­sti­na­te a ser­vi­zi pri­ma­ri quali tra­spor­ti, istru­zio­ne e sa­ni­tà.

Da al­lo­ra scio­pe­ri e ma­ni­fe­sta­zio­ni con­ti­nua­no a sus­se­guir­si. Nelle ul­ti­me set­ti­ma­ne hanno in­cro­cia­to le brac­cia di­pen­den­ti pub­bli­ci e in­te­re ca­te­go­rie di la­vo­ra­to­ri i quali, oltre a ri­ven­di­ca­re “mi­glio­ri con­di­zio­ni di la­vo­ro”, hanno al­za­to la voce per la scar­sa qua­li­tà dei ser­vi­zi sa­ni­ta­ri, sco­la­sti­ci e di mo­bi­li­tà ormai sul­l'or­lo del col­las­so.

Mìdia Ninja, i gior­na­li­sti dalla parte del po­po­lo

Pro­prio dagli scon­tri di piaz­za dello scor­so giu­gno ecco emer­ge­reMìdia Ninja, col­let­ti­vo di scrit­to­ri, fo­to­gra­fi, vi­deo­ma­ker e cit­ta­di­ni cui il prin­ci­pa­le pro­po­si­to è stato sin dagli al­bo­ri quel­lo di sen­si­bi­liz­za­re l'o­pi­nio­ne pub­bli­ca, bra­si­lia­na e non, circa quel­lo che suc­ce­de­va per le stra­de di tutte le più im­por­tan­ti me­tro­po­li bra­si­lia­ne. For­ma­to­si dal basso, que­sto pro­get­to, le­ga­to alla sfera dei mo­vi­men­ti di si­ni­stra e co­sto­la co­mu­ni­ca­ti­va del cir­cui­to di col­let­ti­vi Fora do Eixo (or­ga­niz­za­to­re di fe­sti­val mu­si­ca­li ed even­ti cul­tu­ra­li), è riu­sci­to nel giro di bre­vis­si­mo tempo ad "ar­ruo­la­re" circa due­mi­la col­la­bo­ra­to­ri con base in oltre 100 città ca­rio­ca pron­ti in qual­sia­si ora del gior­no e della notte a do­cu­men­ta­re ciò che av­vie­ne nelle piaz­ze delle prin­ci­pa­li cit­ta­di­ne bra­si­lia­ne.

Bruno Tor­tur­ra, uno dei lea­der del col­let­ti­vo, spie­ga come Mìdia Ninja, gra­zie al­l'a­iu­to di nuove tec­no­lo­gie e stru­men­ti mul­ti­me­dia­li, si pro­pon­ga come “al­ter­na­ti­va al gior­na­li­smo tra­di­zio­na­le” fa­cen­do del “nes­sun ta­glio, nes­su­na cen­su­ra” la pro­pria prin­ci­pa­le ca­rat­te­ri­sti­ca. Ra­fael Vi­lel­la, fo­to­gra­fo del col­let­ti­vo, sot­to­li­nea in­ve­ce l'u­ti­li­tà del la­vo­ro che il grup­po ogni gior­no cerca di por­ta­re avan­ti, ov­ve­ro “of­fri­re al pub­bli­co una con­tro-nar­ra­zio­ne che sia in grado di mo­stra­re tutto ciò che non ap­pa­re nei media main­stream”.

Armati di smathphone videocamere e maschere antigas 

Fa­cen­do leva sui so­cial net­work uti­liz­za­ti come piat­ta­for­ma prin­ci­pa­le, Mìdia Ninja sin dal­l’i­ni­zio ha se­gna­to una pro­fon­da rot­tu­ra con i media tra­di­zio­na­li. Cen­ti­na­ia di foto e video, spes­so ama­to­ria­li, ca­ri­ca­ti sulla pa­gi­na Fa­ce­book o su quel­la Tum­blr, oltre a sen­si­bi­liz­za­re l'o­pi­nio­ne pub­bli­ca circa le ra­gio­ni delle ma­ni­fe­sta­zio­ni, sono riu­sci­ti a se­gna­la­re e de­nun­cia­re di­ver­si abusi com­piu­ti dalle forze del­l'or­di­ne. Gra­zie ad un video i ma­ni­fe­stan­ti sono per­si­no riu­sci­ti a sma­sche­ra­re un in­fil­tra­to della po­li­zia che aveva get­ta­to du­ran­te una pro­te­sta una bomba mo­lo­tov sca­ten­dan­do una con­tro-rea­zio­ne vio­len­ta.

Tra pro­iet­ti­li di gomma va­gan­ti, la­cri­mo­ge­ni, pie­tre e fram­men­ti di gra­na­te i nuovi gior­na­li­sti d'a­zio­ne in ver­sio­ne 2.0, ar­ma­ti di smart­pho­ne, vi­deo­ca­me­re e ma­sche­re an­ti­gas sono riu­sci­ti in que­sti mesi a rac­con­ta­re ciò che stava ac­ca­den­do per le stra­de di una na­zio­ne in cui il con­tra­sto tra lusso e po­ver­tà si è fatto sem­pre più ampio. L'a­ria di festa di sette anni fa, quan­do la com­pe­ti­zio­ne ve­ni­va as­se­gna­ta alla na­zio­ne del cal­cio per ec­cel­len­za, ha la­scia­to ra­pi­da­men­te il passo a quel­la di fru­stra­zio­ne e rab­bia da parte della po­po­la­zio­ne più po­ve­ra nei con­fron­ti delle au­to­ri­tà. Dei 200 mi­lio­ni di cit­ta­di­ni bra­si­lia­ni, oggi solo il 50% si di­chia­ra fe­li­ce di ospi­ta­re la più im­por­tan­te com­pe­ti­zio­ne cal­ci­sti­ca del pia­ne­ta. Il resto pro­ba­bil­men­te lo ri­tro­ve­re­mo in piaz­za, a ma­ni­fe­sta­re a pugni chiu­si con­tro le in­giu­sti­zie e con­tro la sem­pre più op­pri­men­te po­ver­tà. Noi oc­ci­den­ta­li nel frat­tem­po sa­rem­mo trop­po im­pe­gna­ti a fare il tifo per le no­stre amate na­zio­na­li. Ma tra una par­ti­ta e un'al­tra get­ta­re un oc­chio sul sito di Mìdia Ninja non co­ste­rà nulla e po­treb­be aiu­tar­ci a ri­cor­da­re di far parte tutti della stes­sa fa­mi­glia umana.