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Michel Santi e la fuga dalla crisi: "Europa, lascia perdere la Germania"

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Roberta

Politica

Michel Santi è un uomo arrabbiato. Nel suo libro Splendeurs et misères du libéralisme ("Splendori e miserie del liberalismo", ndt), l’ex trader e consigliere delle banche centrali sferra un colpo magistrale contro l’austerità che si abbatte sull’Europa, l’ideologia neoliberale, la follia dei mercati e l’incapacità dell’Unione Europea di trovare una soluzione alla crisi.

L’Europa non può fare altro che seguire gli altri paesi già in rimonta. Non sarà mai capace di diventare un motore trainante”, dichiara Michel Santi, seduto al tavolo di una brasserie parigina. Solo poche ore prima di tale impietoso verdetto senza appello, la Banca centrale europea, che gestisce l’euro, aveva deciso di mantenere invariati i suoi tassi. Un errore secondo l’economista che insorge dicendo: “Per stimolare l'economia, i tassi d'interesse andrebbero abbassati”.

L’istituzione di Francoforte non trova grazia ai suoi occhi, sotto alcun punto di vista. Considerata come “autistica in conformità con lo statuto”, la BCE, secondo Michel Santi, incarna la problematica principale dell’economia europea: gli stati sono invitati, quando non costretti, a piegarsi alla volontà tedesca che preconizza, ricordiamolo, la lotta contro l’inflazione a scapito degli sforzi per il rilancio. Mantenere i tassi elevati permetterebbe infatti di frenare le spese perché rende più elevato il costo del denaro. Però, per l’ex trader, questo metodo è l’esatto opposto di quello che bisognerebbe fare per far sì che la situazione migliori.

Il buon uso del deficit pubblico

Da buon discepolo dell’economista inglese John Maynard Keynes, Michel Santi milita perché la spesa pubblica possa essere messa al servizio dell’economia, e non il contrario. E pazienza per il deficit! “L’intervento dello stato potrebbe concretizzarsi attraverso partecipazioni differenti nelle aziende per aiutarle, oppure tramite investimenti su progetti futuri…”, specifica Santi. Prima di prendere il volo nella sua argomentazione a bordo del… Concorde: “Col blocco del Concorde che permetteva di percorrere il tragitto Parigi-New York in tre ore, siamo regrediti perché adesso per attraversare l’Atlantico di ore ne servono sette”.

“Negli Stati Uniti, le aziende private hanno preso il posto dello stato per far girare l’economia”

Con le sue proposte, Michel Santi sa di far sobbalzare i difensori dell’austerità. Infatti la regola d’oro del controllo budgetario è legata ad un altro dogma: lo scavo del deficit rischia di generare un’inflazione, nemico giurato dei liberali. “L’inflazione si presenta quando il paese riprende a lavorare e a crescere. Per il momento tale situazione non s'intravede neppure all'orizzonte, è la disoccupazione, invece, che sta aumentando”, sottolinea l’economista, che suggerisce ai politici di concentrarsi piuttosto sulla lotta alla disoccupazione.

Il ruolo del politico di turno

Per l’ex trader la situazione non è certo rosea, al contrario: gli Stati Uniti stanno prendendo in mano le redini della crisi. “Le aziende private prendono il posto dello stato per far girare l’economia. Il dinamismo è più importante che in Francia e in Europa”, assicura Michel Santi.

L’Europa fa finta di non vedere il treno che le sta passando davanti agli occhi, quando invece dovrebbe rimettersi in discussione, il prima possibile. Più federalismo, più solidarietà, più controllo dei politici sulla Banca centrale… sono tante le piste da seguire, ma necessitano di un po’ di volontà politica. “L’Europa avrebbe bisogno di veri leader per rifondare l’Unione Europea. Per il momento non vedo nessuno capace di farlo. Tutti i dirigenti sono come ipnotizzati e paralizzati dal sistema finanziario e temono più di ogni altra cosa che sprofondi”, ribadisce. Questa la sua personale impressione su Hollande, Merkel, Cameron e i tanti Van Rompuy, per niente pronti a scomodarsi.

No, il modello tedesco non è invidiabile

Insomma gli europei sarebbero in grado di salvarsi dal baratro? “Se la regolazione bancaria venisse attuata davvero, sarebbe già un primo passo verso la risoluzione della crisi. Sarebbe un segno da parte dei politici di voler prendere in mano la situazione”, precisa Michel Santi. Una sorta di minimo sindacale.

“Per i lavoratori dipendenti il modello tedesco non è certo da invidiare”

Riguardo il famoso modello tedesco che fa tanto sognare i francesi, l’ex trader distrugge i sogni di rigore dei dirigenti europei. “Con il loro modello basato sulle esportazioni e sulle svalutazioni competitive, i tedeschi hanno creato i mini-lavori a 400 euro al mese. Tale modello non può essere riprodotto negli altri paesi e non è certo invidiato dai lavoratori dipendenti”, insorge Michel Santi.

In un momento in cui sono in tanti a farsi sentire contro l’austerità e la stessa sembra essere l’unica ragion d'essere dei politici europei, la polemica di Michel Santi descrive bene la problematica legata alla risoluzione della crisi e i difetti originali della costruzione europea. Il tono generale è piuttosto sobrio, anche se il discepolo di Keynes suggerisce non poche piste per sistemare le cose. Rimane da sapere se i dirigenti europei si serviranno di tali proposte o se queste sono destinate a rimanere solo delle dolci utopie.

Leggi il manifesto del collettivo degli economisti.

Foto: copertina (cc) nathancongleton/flickr; Testo: © Michel Santi.

Translated from Michel Santi : entretien avec un économiste atterré