Michael Kohlhaas, Un documentario del secolo XVI
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Martina Fontanarosa“Un documentario del secolo XVI”, così è come definisce questo film il suo regista, Arnaud des Pallières, che ci parla di giustizia e del prezzo da pagare per ottenerla. Basata sul romanzo omonimo di Heinrich von Kleist, “Michael Kohlhaas” è un film atemporale, sobrio ed elegante che rompe gli schemi del film storico.
Scheda tecnica
Titolo: Michael Kohlhaas
Anno: 2013
Durata: 125'
Paese: Francia
Regista: Arnaud des Pallières
Sceneggiatura: Christelle Berthevas e Arnaud des Pallières
Cast: Mads Mikkelsen, Mélusine Mayance, Delphine Chuillot, David Kross, Bruno Ganz,
Denis Lavant, Roxane Duran, Paul Bartel, David Bennet, Swann Arlaud, Sergi López, Amira Casar, Jacques Nolot, Christian Chaussex, Richard e Nicolas Capelle e Guillaume Delaunay
Casa produttrice: Co-produzione franco-tedesca: Les films d'ici, Looks Filmproduktionen, Arte France
Cinema, ZDF/Arte, Rhône-Alpes Cinema, Hérodiade e K'ien Productions
Genere: Dramma epico
Ci sono altri modi di raccontare “storie d’epoca”. Ce lo dimostra Arnaud des Pallières con questo meraviglioso film che, intenzionalmente, a differenza di ciò a cui siamo abituati, presta minore attenzione ai costumi e alla scenografia, “entrambi spesso diventano il centro del film e come cura a questa malattia dei film d’epoca, io propongo di fare una specie di documentario del secolo XVI, ma non sul secolo XVI," assicura.
La sobrietà, l’importanza della natura e l’assenza di artifici fanno di questo film un’interessante proposta che ci invita a riflettere sul senso della giustizia. Michael Kohlhaas, basato sull’omonimo romanzo di Heinrich von Kleist, ci racconta la storia di un negoziante di cavalli che un giorno vede violati i suoi diritti da un feudatario. Davanti all’impossibilità di ricevere giustizia nei tribunali, decide di ottenerla da solo.
Però, così come dice lo stesso Arnaud des Pallières, “la storia di Michael Kohlhaas non è la storia di un rivoluzionario, è la storia di un uomo che si ribella e che non è consapevole della parte politica della sua rivolta; è una specie di animale pre-politico, pre-rivoluzionario”.
Kohlhaas, interpretato da un eccellente Mads Mikkelsen, pagherà un alto prezzo per fare quello che la sua coscienza gli detta.
Una storia che ci parla della nostra primordiale presa di consapevolezza politica e del senso di giustizia che vive in ognuno di noi. Alla fine, ci dice il regista, il secolo XVI non è la cosa importante, “importanti sono i personaggi, i sentimenti, le emozioni e il tema della giustizia”. Il secolo XVI non è altro che una scusa “per raccontare una storia di caste e capirne bene la differenza”.
Una storia che ha catturato il regista all’età di 25 e che ha maturato per altrettanti 25 anni in modo tale da far dimenticare allo spettatore che siamo nel passato. Un modo diverso di raccontare “storie d’epoca”, centrato in ciò che è universale, in ciò che tutti gli esseri umani possono capire, sperimentare e sentire dall’inizio dei tempi fino ad oggi.
Antonia Ceballos
Translated from Michael Kohlhaas, Un documental en el siglo XVI