Metti un weekend, 5 giornalisti europei a spasso per Torino…
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Articolo di Filippo Lubrano
Non c’è oggettività di comitati che tenga: la promozione di Torino a città di caratura europea è avvenuta lo scorso weekend, per mano di una giuria informale ed imparziale, composta da 5 giornalisti provenienti da tutto il continente.
Una promozione sul campo, di fatto, quella concordata all’unanimità dalla squadra di reporter del network Cafébabel: sono bastati quattro intensissimi giorni nella capitale sabauda per scrollare di dosso ogni cliché di città industriale e “grigia”, e far passare il nuovo leit-motiv della riconversione a capitale europea della cultura e del divertimento.
Sara Mojtehedzadeh, Naomi O’Leary, Greg Fonne, Alicia Amate e Pedro Picon in questi giorni hanno “colonizzato” la nostra città guidati dai novelli ciceroni della redazione che vi scrive passando al setaccio piazze, ristoranti, pub, mercati e strutture architettoniche per ricavarne storie e dedurne identità: a breve, ne nascerà un dossier-reportage pubblicato sulla piattaforma Cafebabel.com che sarà una radiografia precisa e puntuale – e condita da servizi e reportage fotografici - dello stato dell’arte (e dell’industria, e dell’alimentazione…) torinese, inquadrato in una dimensione europea. La quattrogiorni ha avuto il suo culmine nell’affollatissima conferenza organizzata dal team locale di Cafébabel Torino “Soluzioni verdi per un conto in rosso”: a dibattere sui modi di uscire dalla crisi in maniera ecosostenibile col moderatore Antonio Oliva si sono alternati nella splendida cornice della Saletta Verde del Circolo dei Lettori di via Bogino alcuni rappresentanti della Provincia di Torino, per portare esempi di best-practices made in Turin a livello pubblica amministrazione, e poi ancora Simone Piazza del “Negozio Leggero”, gli architetti “bio” Elena Grillanda e Annalisa Scaraffia e l’ingegnere ambientale Stefano Caon. Ognuno ha aggiunto una prospettiva, tracciato un sentiero, addizionato una piccola storia, site-specific ma facilmente esportabile ovunque, per affrontare la crisi economica in maniera creativa e proattiva, mentre un pubblico eterogeneo, attento, prendeva appunti, rifletteva, poneva domande quasi sempre pertinenti, interagiva. Ed il Circolo dei Lettori ne innescava implicitamente altri, virtuosi, in una Torino sempre più protagonista della scena culturale europea.