Megabus: a bordo del pullman low cost che avvicina l'Europa
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Da giugno "la Ryanair dei bus", già presente in altri Paesi europei, ha fatto il suo debutto anche in Italia. Abbiamo provato la tratta Milano-Torino: il viaggio ci è costato 12 euro ed ecco com'è andata.
Se finora la formula low cost l'abbiamo usata principalmente per i voli aerei, da oggi è possibile viaggiare "a basso costo" anche su strada. Grazie a un pullman gran turismo blu, a due piani, che permette di raggiungere le principali città italiane a partire da 1 euro. Megabus, forse ne avrete già sentito parlare, è definito da molti come "la Ryanair dei bus", offre tratte low cost e ha debuttato in Italia lo scorso 24 giugno. Il servizio della società britannica Stagecoach group era già conosciuto in Europa per le sue tratte a prezzi economici tra Belgio, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Spagna.
Incuriositi, noi della redazione di Cafébabel Milano abbiamo deciso di provarlo e raccontarvi il nostro viaggio.
Viaggiare con 12 euro
L’occasione è stata la riunione tra la nostra redazione e quella di Torino. (Spoiler: stiamo lavorando a qualche novità). Due redazioni nate in parallelo, un progetto comune e un incontro in programma da tempo. Quale modo migliore per testare la tratta Milano-Torino? Prenotiamo i biglietti qualche giorno prima e, come ci aspettavamo, il prezzo da 1 euro non è più disponibile. Poco male, ce la caviamo con 12 euro andata e ritorno, comunque la metà di un viaggio col treno più economico: un "regionale veloce" sola andata costa 12,25 euro. Partenza prevista per le 9:30, arrivo alle 11:30. Due ore per andare dal terminal bus di Lampugnano, periferia nord-ovest di Milano (raggiungibile in metro), al centrale corso Vittorio Emanuele II, non distante dalle principali stazioni del capoluogo sabaudo, Porta Nuova e Porta Susa.
«Ce la faremo?», «Arriveremo in tempo?», ma soprattutto «Arriveremo?». Queste le principali domande che ci facciamo mentre, all'autostazione di Lampugnano, attendiamo con un pizzico di ansia (che tuttavia nascondiamo bene) l’arrivo del bestione blu a due piani.
L’autista è Salvatore, accoglie tutti con un sorriso e inizia le prime operazioni di "imbarco". Come prevedibile, è un autista-tuttofare: controlla le prenotazioni (ammettiamolo, con molta superficialità), carica i bagagli, scambia quattro chiacchiere con i viaggiatori (che però non osano fargli le domande che tutti abbiamo in testa). Sono le 9:25, manca poco alla partenza, ma purtroppo uno dei nostri redattori è in ritardo. (Direte voi, perché ce lo raccontate?). Lo diciamo a Salvatore, che senza farsi problemi e con molta gentilezza ci invita a prendere comunque posto: «E che problema c’è, lo aspettiamo!». Lo aspettiamo, ma dopo 5 minuti del nostro redattore (di cui non facciamo il nome) nemmeno l’ombra. Salvatore, sempre con gentilezza, ci chiede novità, ma non possiamo e non ce la sentiamo di chiedere di aspettare oltre. (Il nostro redattore non arriverà a Torino, ma l’abbiamo perdonato ed è ancora dei nostri).
L'andata, un viaggio perfetto
Si parte. Aria condizionata al punto giusto, gli 87 posti sono quasi tutti occupati da passeggeri di ogni genere: giovani (come noi), meno giovani, addirittura qualche straniero che probabilmente avrà già provato il servizio in patria. Imbocchiamo l’autostrada, passiamo a fianco all’immensa area di Expo e, da bravi geek, testiamo il wifi: non va, un punto a sfavore, ma non ne facciamo un dramma. Promosso invece il bagno: piccolo, ma pulito e in ordine. C'erano anche le prese elettriche, ma da "bravi" geek l’abbiamo scoperto solo dopo, mentre stiamo scrivendo questo articolo.
Arriviamo a Torino in perfetto orario. Anzi con leggero anticipo. Un viaggio perfetto. Ci mettiamo quasi più tempo a raggiungere il luogo dell’incontro, ma questa è colpa nostra.
(Qua in mezzo, tre ore di fruttuose discussioni che vi risparmiamo.)
Il ritorno. Ancora con Salvatore
Il ritorno è previsto alle 16: al nostro arrivo al terminal bus, con circa 15 minuti di anticipo, il Megabus è già sul posto e gran parte dei passeggeri già a bordo. E, sorpresa, alla guida c'è ancora il "nostro" Salvatore. Ne approfittiamo per fargli qualche domanda, si dimostra loquace e ci racconta un po' della compagnia.
Ventitré bus in servizio in Italia, ogni mezzo viaggia per 24 ore e ad ogni tappa fa cambio di autista. Il nostro pullman è partito da Milano alle 9:30, ha fatto due volte la tratta fino a Torino e dopo l’arrivo a Milano, previsto per le 18, cambierà autista e andrà giù fino a Napoli, passando per Bologna, Firenze e Roma (Megabus serve anche a Venezia, Verona, Padova, Siena, Genova, La Spezia e Pisa). Salvatore, che nella sua carriera da autista ha macinato «6 milioni di chilometri in tutta Europa», è entusiasta del nuovo lavoro. Ammette che manca poco alla pensione, ma quando appenderà "il volante al chiodo" questo lavoro gli mancherà. Com'è giusto che sia, fa anche un po' di pubblicità alla compagnia: da poco è attiva la tratta fino a Londra (che passa per Torino, Lione, Parigi e Lille). Per i primi giorni di servizio il costo era bloccato a 1 euro, ora costa 46 euro (forse, per un intero giorno di viaggio, non ne vale la pena al momento).
Si riparte. Come all’andata, il viaggio fila liscio e arriviamo ancora con un leggero anticipo. Forse non tutti avranno accolto bene lo sbarco in Italia di Megabus, vedi la concorrenza. Ma la nostra esperienza è stata positiva. Un servizio rivolto a tutti, non solo ai giovani, e che potenzialmente collega tutta l'Europa. E che dire? A noi di Cafébabel, la sola idea di un'Europa più vicina piace un sacco.