Meet My Hood: Montparnasse, Parigi

Published on September 6, 2018

Story by

Andreea Udrea

Caroline Quevrain

Translation by:

Sofia Pavanini

MeetMyHood Experience home latest Viaggio in Europa

“È una stazione, punto e basta”. Come tanti altri, il quartiere a sud di Parigi risente di pesanti stereotipi. Tuttavia, è molto più che una stazione ferroviaria, è una zona carica di luoghi di interesse culturale, favolosi ristoranti e belle storie. Tra Cézanne, i teatri e le crêpes, vi invitiamo a (ri)farvi un giro a Montparnasse, e a non perdere il treno per scoprirlo.

“Montparnasse è soprattutto carico di cultura, più di Montmartre o di altri quartieri”. Una frase pronunciata senza entusiasmo. Dal suo negozio di souvenirs in rue Delambre, Charles non cambia idea: la collina di Montmartre non batte il mont Parnasse. Incastonato tra le catacombe di Denfert-Rochereau e Invalides, Montparnasse è un quartiere che i parigini della rive droite troppo spesso disdegnano. Verranno persino a dirvi che non c’è niente da fare o da vedere. Tuttavia, il quartiere ha attratto, all’epoca, grandi nomi del mondo dell’arte, come il poeta Guillaume Apolinnaire o il pittore Paul Cézanne, che hanno vissuto qui.

Carte Montparnasse — Cartina di Montparnasse

In passato, veniva chiamato “mont Parnasse” (cioè monte Parnaso) perché gli studenti, come vuole la leggenda urbana, venivano su quest’altura a recitare dei versi. Oggi il monte non c’è più, ma gli studenti ci sono sempre, nel quartiere Vavin, dove si trovano diverse scuole e licei.

Come dice anche il nome della stazione della metropolitana, Montparnasse-Bienvenue, il quartiere invita i più curiosi ad addentrarsi nelle sue vie zeppe di cinema, vecchi teatri e ristorantini dall’ingresso buio ma accogliente. Citando le parole di Charles, possiamo dire che il quartiere brulica di una vera e propria vita culturale. Per esempio, la rue de la Gaîté con i suoi sei teatri farebbe schiattare d’invidia gli artisti in erba della collina di Montmartre.

E poi ci sono le innumerevoli crêperies sparse su due vie parallele, rue d’Odessa e rue du Montparnasse. Non si tratta di un caso, poiché i bretoni hanno invaso questa zona già da qualche decina d’anni, grazie alla linea ferroviaria diretta Brest-Parigi, che arrivava alla stazione di Montparnasse. Nel quartiere, infatti, sopravvivono ancora esercizi commerciali dell’epoca, come Le Ti Jos, un pub fondato nel 1937. E avventurandosi (ancora di più), si trova persino il Breizh Cola, la Coca-Cola celtica.

Les terrasses de Montparnasse — I tavolini di Montparnasse

Jérémy lavora da sei mesi alla Crêperie Plougastel, e ci racconta il particolare legame del quartiere con la cultura bretone: “A maggio, la via diventa pedonale, per la festa della crêpe, si chiama Crêpe Noz. Ci sono tavolini fuori dappertutto, si mangiano crêpes tutto il giorno e vengono musicisti bretoni a suonare”. Il quartiere ha successo, perché, a quanto pare, piace sia ai suoi abitanti che ai commercianti. Laura, crêpière per tradizione trasmessa “di madre in figlia”, adora Montparnasse per il suo lato popolare, “popolare ma un po’ snob eh”. Quando non prepara crêpes al grano saraceno, alla proprietaria del Petit Josselin piace girare per il cimitero di Montparnasse, a due passi: “ci sono un sacco di tombe di gente famosa, che oggi sono diventate opere d’arte. È un vero e proprio museo a cielo aperto”.

“Alea iacta est: sono tutti chiacchieroni, alla gare de l’Est. Alea iacta ovest: anche a Montparnasse”, diceva il comico Pierre Desproges. Confermiamo, gli abitanti di Montparnasse hanno un mucchio di cose da raccontare.