Meet My Hood: La Belle de mai, Marsiglia
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Francesca TrevisanDa qualche anno, la Belle de mai ha una cattiva reputazione. Eppure, il quartiere attira numerosi protagonisti della vita culturale di Marsiglia e gli abitanti ne esaltano la convivialità.
Secondo le statistiche "La Belle de mai è il quartiere più povero di Francia". Anche i media riportano il triste primato. Tuttavia, nel terzo arrondissement di Marsiglia, questa affermazione irrita più di qualcuno. Nessuno nega le difficoltà che vi si incontrano: disoccupazione, insalubrità, penuria di mezzi e assenza delle autorità pubbliche. Xavier, un giovane spagnolo arrivato nella Belle de mai tre mesi fa per un servizio di volontariato europeo, osserva: "In effetti, basta camminare per il quartiere per rendersene conto". Lungo il tragitto di un quarto d'ora che porta dal caotico boulevard National al tranquillo polo culturale della Friche, si osserva il degrado delle facciate mentre si percorrono sinuose stradine. Eppure, tutti i residenti incrociati lungo il cammino ci invitano a guardare al di là delle crepe e dei titoli sui giornali.
Nicolas, barbiere nella Belle de mai, mestiere tramandato nella sua famiglia da generazioni, ha moltissimo da dire su questa parte della città, dove è nato e cresciuto. Ma premette fin da subito: "Non parlerò male del quartiere". Da quando era bambino, ha visto come la zona si è progressivamente impoverita. Durante il secolo scorso, ospitava numerose fabbriche, lavoratori e dockers, che assicuravano prosperità economica e politica. Poi, le manifatture hanno chiuso, gli operai si sono ritrovati senza lavoro e sono partiti; altri abitanti e commercianti li hanno seguiti a ruota. "Una volta, la strada principale della Belle de mai era una delle più ricche di negozi di tutta Marsiglia! Trovavi qualsiasi cosa, ricorda questo professionista del rasoio. Ora, i negozi sono molti di meno, la gente che abita in centro non viene più a fare acquisti da queste parti". Nonostante tutto, la convivialità non ha abbandonato il quartiere, e i residenti continuano a coltivare l'arte della chiacchierata, propria dei commercianti. "Se passate la mattinata con me, vedrete che ci sarà sempre qualcuno che entra per parlare", spiega Nicolas seduto sulla sua poltrona girevole grigia. Lucie, che vive a Belle de mai da tre anni e mezzo, conferma: "Esiste ancora il contatto con il macellaio, il panettiere, il fruttivendolo. Nella strada dove abito, ci conosciamo tutti: si chiacchiera, ci si aiuta…L'atmosfera è molto cordiale e c'è anche un forte controllo sociale".
La giovane dottoranda si era inizialmente trasferita qui per potersi permettersi di affittare un appartamento spazioso a poco prezzo. L'atmosfera che si respira l'ha poi convinta a rimanere. "Preferisco evitare di vivere in centro. Ci vado in bici, e quando torno a casa tutto è tranquillo", spiega, indicando il suo giardino. Ben diversa dall'immagine stereotipata del "quartiere povero e popolare", con i suoi edifici bassi, le sue belle case con le imposte colorate e le stradine, la Belle de mai assomiglia più a un paese di campagna. Gabriella, coinquilina di Lucie, da qualche mese ha l'impressione di "vivere in provincia, si sente il cinguettio degli uccelli...altro che il caos del centro".
Mentre le appassionate di bici sono soddisfatte, chi invece non ha voglia di pedalare frena l'entusiasmo, costretto ad aspettare pazientemente l'autobus. Sulla mappa dei trasporti di Marsiglia, la Belle de mai, situata a soli 10 minuti dalla stazione Saint-Charles, assomiglia a una no man’s land circondata da tram, metro e treno, ma dove in realtà non passa nulla se non tre linee di autobus nelle ore diurne. È una delle ragioni che hanno spinto Lola, ventenne, a trasferirsi in una zona più centrale: "È collegata malissimo, se non hai la macchina è complicati spostarsi...". Anche Nicolas, coordinatore del Gyptis (il cinema del quartiere premiato dal CNC per la sua programmazione nel 2016), critica la mancanza di servizi notturni, che scoraggia chi vive negli altri quartieri ad assistere alle proiezioni serali. "È un peccato, perché qui si svolgono parecchi eventi", si rammarica questo appassionato di film prima di elencare i nomi di tutte le strutture culturali che hanno eletto questo quartiere come domicilio.
I ristoranti associativi Cantine du Midi e Les Brouettes, che organizzano scambi di libri, il centro culturale e ricreativo del Chapiteau, i collettivi di architetti-paesaggisti-artisti dell'Ambassade du Turfu... E, ovviamente, l'imperdibile Friche della Belle de mai. Talvolta criticato per la sua scarsa partecipazione alla vita del quartiere, il complesso culturale è un'eccezionalità nella regione. Con le sue sale espositive, i teatri, il club, il ristorante, gli studi di registrazione e radio, i tavoli da pic-nic, l'immenso tetto-terrazza di 8 000 m², il campo da basket, lo skatepark, la parete d'arrampicata, ecc., l'antica manifattura di tabacchi di Marsiglia, dalla sua apertura nel 1992, ha attirato numerosi artisti e volontari, oltre a circa 300 000 visitatori all'anno.
Da qualche tempo, Nicolas ha dei nuovi clienti, che prima non si vedevano molto da queste parti. Si tratta dei "bobo" (contrazione per bourgeois-bohème, borghesi-bohemien, N.d.T.) e di giovani che lavorano nella cultura o nel digitale, attirati dai prezzi competitivi del mercato immobiliare. Nonostante la sua cattiva reputazione, sembra quindi si possa sperare per il futuro del quartiere. "Potrei guadagnare il doppio se mi trasferissi in un'altra zona, ma sinceramente ho molti progetti e questo è l'unico posto dove voglio realizzarli", afferma Nicolas con tono deciso. Davanti al suo negozio, nella place Cadenas, dove i venditori sorvegliano le proprie bancarelle, l'unica preoccupazione di Bernard e Catherine sembra essere i prodotti appena acquistati al mercato. Pensano anche alla pensione, e affermano che "per niente al mondo" se ne andrebbero da lì. Neanche Lucie, che vive una strada più in là e ha qualche anno di meno, vorrebbe abitare in un altro quartiere della città focese. Il motivo del loro attaccamento alla Belle de mai, ce lo dice una delle clienti di Nicolas, che si è dovuta trasferire e se n'è poi pentita: "Quando guardavo dalla finestra del mio appartamento, magari fuori era un po' brutto, non era molto pulito, ma almeno, c'era vita". Ecco tutto.
La parola ai residenti
Quanto costa?
La gente
Indirizzi utili
Le Gyptis, cinema, 136 rue Loubon
La Cantine du Midi e la Drogheria, ristorante associativo e drogheria associativa, 36 rue Bernard
Le Chapiteau, centro culturale, 38 traverse Notre Dame
L'Embobineuse, teatro, 11 boulevard Boues
L'ambassade du Turfu, 3 rue Raymondino
La Friche, centro culturale, 41 rue Jobin
Les Grandes tables, ristorante, 41 rue Jobin
Le Cabaret aléatoire, club/sala concerti, 41 rue Jobin Le Comptoir de la Victorine, 10 Rue Sainte-Victorine
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Questo articolo fa parte del progetto di cafébabel Meet My Hood, che ha come obiettivo quello di far scoprire i quartieri delle principali città europee. Se anche tu vuoi mostrare il tuo quartiere sotto una nuova luce, scrivici!
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La realizzazione di questo articolo è stata sostenuta dalla Fondazione Hippocrène.
Translated from Meet My Hood : La Belle de mai, à Marseille