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Matrimonio all'italiana. Intervista ad Andrea Maccarrone sulle unioni civili in Italia

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In Italia è appena stata approvata in Parlamento la legge sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso. L'assenza dell'obbligo di fedeltà, il facilitato sciogliemento dell'unione e l'impossibilità delle adozioni destano interrogativi. Cafébabel ha intervistato Andrea Maccarrone, ex-presidente del Circolo di cultura omosessale Mario Mieli e attivista storico del movimento LGBTQI italiano.

cafébabel: In Italia si è cominciato a parlare di unioni civili nel 1986, quando l'Interparlamentare donne Comuniste e Arcigay (per mezzo di Ersilia Salvato in Senato, e Angela Bottari e Romana Bianchi alla Camera) presentarono il primo DDL sulle unioni civili. In altri paesi UE, anche molto conservatori come Portogallo e Grecia, matrimonio egualitario e unioni civili sono arrivati prima che in Italia. Come spieghi questa attesa lunga 30 anni nel nostro paese ?

Andrea Maccarrone: Probabilmente ci sono diverse ragioni. Il primo Paese europeo ad approvare effettivamente le prime leggi di riconoscimento delle coppie dello stesso sesso è stata la Danimarca nel 1989, seguita da alcuni Paesi scandinavi nei primi anni Novanta. In quella fase lì l'Italia aveva già esaurito la fase della modernizzazione sociale (con la riforma del diritto di famiglia, l'introduzione del divorzio e dell'aborto e, nell'82, la legge sul cambiamento di sesso. Ma in  altri ambiti avevamo avuto lo statuto dei lavoratori nel 1970 e i decreti delegati sulla scuola a partire dal '73) che aveva attraversato gli anni Settanta e l'inizio degli Ottanta e nel 1992 scoppia Tangentopoli che travolgerà l'intero sistema politico mettendo fine alla cosiddetta Prima Repubblica e spazzando via i principali partiti del Dopoguerra provocando una vera e propria diaspora in particolare di ex socialisti ed ex esponenti della Democrazia Cristiana in una miriade di nuove formazioni politiche. Da un lato quindi la classe politica e il sistema dei partiti in genere sono colpiti da una pesantissima crisi di fiducia e di legittimità, vicariato in parte dal ruolo della Magistratura (finita a sua volta sotto attacco da parte del potere politico) e, soprattutto da un recuperato protagonismo del Vaticano e della Chiesa Cattolica che, saldamente nelle mani di un Pontefice energico e carismatico come Giovanni Paolo II godeva del suo massimo prestigio all'indomani della caduta del muro di Berlino e della dissoluzione dell'Unione Sovietica.

A mio parere questo ruolo della Chiesa, reso possibile e favorito dalla inadeguatezza della nuova classe politica, sempre alla ricerca di fonti esterne di legittimazione impegnata principalmente su altri fronti (berlusconismo/antiberlusconismo, privatizzazioni e riorganizzazione dell'apparato pubblico, tentativi di riforme costituzionali, spinte autonomiste, ingresso nell'Euro, etc.) e dalla ricerca del consenso dei “moderati”, nel nostro paese stranamente considerati sinonimo di “cattolici” nel sistema elettorale bipolare e allo sparpagliamento degli ex-dc in tutti gli schieramenti, con un sostanziale potere di veto su questi temi ha  finito per generare questo blocco ultraventennale. Che va detto non ha riguardato solo le coppie omosessuali, ma ha visto l'introduzione di una pessima legge sulla procreazione assistita (legge 40/ ), più volte poi sanzionata dalla stessa corte costituzionale, l'impossibilità di vedere norme moderne sul testamento biologico e suol fine vita, e di aggiornare il diritto di famiglia come sarebbe stato opportuno. L'effetto ovvio della competizione serrata sullo stesso bacino elettorale di centro ha infatti provocato inevitabilmente al radicalizzarsi delle posizioni di quegli esponenti ultra-conservatori cattolici che nei diversi schieramenti erano chiamati a contenderseli e ha accresciuto enormemente il potere di influenza di una Chiesa Cattolica cinica e molto attenta al potere, che persino negli anni della Democrazia Cristiana non aveva mai goduto di tanta influenza perché inerita in una dinamica più paritaria e di reciproco rispetto con l'unico interlocutore politico possibile, che faceva valere il peso del suo ruolo.

Nel quadro storico che ho appena delineato, non appare affatto casuale che il tema dei diritti civili sia stato rimesso in moto in questa legislatura. Da un lato, infatti la pressione sociale e del quadro giuridico europeo è diventata sempre più insostenibile in oltre venti anni di immobilismo o di arretramenti, dall'altro il quadro politico complessivo è stato nuovamente sconvolto dall'ingresso prorompente sulla scena politica di un nuovo soggetto, di un terzo polo, rappresentato dal Movimento 5 Stelle, che non risponde più alla classica contrapposizione Centro-destra/Centro-Sinistra e ha finito quindi per cambiare radicalmente le carte in tavola. I primi frutti di questo mutamento di scenario li vediamo già con le prime riforme approvate sul divorzio breve, lo status dei figli “naturali” finalmente completamente equiparati ai figli “legittimi” e con lo stoico approdo in aula (e la prima volta in assoluto) di una legge sulle unioni civili omosessuali e le coppie di fatto (tutte). Questo passaggio è stato, almeno in parte accompagnato dall'avvicendamento in Vaticano seguito alle dimissioni del conservatore Papa Ratzinger con il più dialogante (almeno nei modi) Papa Francesco. Anche se ritengo che - almeno per il momento - il cambiamento sia stato più di facciata che di sostanza ( le prese di posizione dello stesso pontefice in questi giorni lo dimostrano), tuttavia questo mutamento ha reso meno arcigna e più articolata la posizione del fronte cattolico dando sponda anche a cattolici favorevoli a queste riforme di ritrovare uno spazio nel dibattito pubblico.

cafébabel: In Italia, le politiche comunali e regionali hanno spesso scelto di precedere la giurisprudenza del nostro paese, specie riconoscendo matrimoni fra coppie dello stesso sesso contratti all'estero (250 comuni nel solo 2015) o istituendo dei registri delle unioni civili. Fare leva sulle istituzioni locali è la chiave in materia di diritti civili e di riforme nel nostro paese ?

Andrea Maccarrone: Il ruolo esercitato dalle istituzioni locali in questi decenni è stato fondamentale a tenere vivo nel Paese il dibattito su questo tema e in quello - più proprio delle amministrazioni - di offrire servizi, fare cultura, supportare il tessuto associativo e quindi gli spazi della comunità. Nello scorso anno poi, con la registrazione dei matrimoni celebrati all'estero e lo scontro tra molti sindaci tra cui quelli di grandi città come Pisapia a Milano, De Magistris a Napoli, Marino a Roma con la disobbedienza agli ordini del ministro dell'interno Angelino Alfano (NCD) le amministrazioni locali hanno fatto una vera e propria scelta di campo esercitando una pressione fortissima sull'opinione pubblica e sul legislatore. Oggi la palla sembra essere passata finalmente al Parlamento; questo ruolo più politico sarà probabilmente minore, ma resta forte l'attenzione sulle amministrazioni locali e sulle loro scelte che hanno un peso fortissimo nella vita delle cittadine e dei cittadini.

cafébabel. Inoltre, l'omofobia politica in Italia passa altre volte attraverso le sopracitate istituzioni locali...

Andrea Maccarrone. Nel verso opposto vanno infatti segnalate anche amministrazioni omofobe e reazionarie che giocano e continuano a giocare il loro ruolo in maniera molto violenta ed ideologica sulla pelle dei cittadini. Alla “storica” Treviso di Gentilini o alla Verona capace di approvare negli anni mozioni contro gli omosessuali, quest'anno si sono unite numerose amministrazioni, talvolta anche governate dal Partito Democratico che hanno votato e approvato mozioni in favore della “famiglia tradizionale”. Per non parlare del protagonismo a tratti autolesionista del Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni (Lega)- che già negli scorsi mesi aveva presenziato a un criticato convegno sulle terapie riparative (con tanto di imbarazzanti foto di prete accusato di pedofilia in sala) e che ha addirittura illuminato il Pirellone, palazzo sede della giunta regionale con la scritta FAMILY DAY – o del sindaco di Venezia Brugnaro che è arrivato a stilare un corposo indice di libri per l'infanzia banditi dalle biblioteche comunali ed è entrato in una surreale polemica col cantante Elton John.

cafébabel: Il fatto che le unioni civili, seppur abbastanza simili alle nozze in materia di diritti e doveri, non siano un matrimonio è sintomo d'immaturità della politica italiana ?

Andrea Maccarrone: Purtroppo sì, la nostra classe politica non ha avuto il coraggio di colmare il gap coi Paesi più avanzati in materia, decidendo di prendere a modello la legge tedesca, ormai vecchia di 15 anni, e di non procedere quindi alla piena equiparazione delle coppie omosessuali e al riconoscimento della loro piena dignità. Secondo molti questo sarà un primo e fondamentale passo in avanti, ma non manca chi sottolinea che la creazione di uno status giuridico separato, segregato, solo per le coppie omosessuali crea di fatto una condizione di apartheid motivata solo da omofobia e continui a negare la dignità di famiglia alle coppie omosessuali, con o senza figli, constituendo un freno a qualsiasi futuro avanzamento. Sul tema della filiazione e della genitorialità rimangono le più forti discriminazioni, a tutto danno dei bambini e delle bambine che in quelle famiglie vivono e che sono spesso chiamati strumentalmente in causa.

cafébabel: Quali sono i vantaggi materiali e giuridici di cui godranno le coppie omosessuali che decideranno di unirsi ?

Andrea Maccarrone: Nei principali diritti patrimoniali prevedono una pressoché equiparazione al matrimonio, incluso il riferimento alle pensioni di reversibilità che peraltro è reso obbligatorio da una specifica sentenza europea. Le principali differenze stanno nelle procedure, nella costituzione e scioglimento della stessa e in riferimento alla legge sulle adozioni e sulla genitorialità. La legge prevede anche un titolo secondo sulle “coppie di fatto” sia etero che omosessuali che raccoglie e sistematizza i diritti per le coppie già ricavati dalla lunga giurisprudenza di merito, per esempio sulla visita in ospedale, l'impresa familiare, il diritto a succedere nel contratto di affitto o a una sorta di alimenti in caso di separazione.

cafébabel. Cosa pensi del fatto che sia stato tolto l'obbligo della fedeltà fra partner come "caratteristica esclusiva del matrimonio eterosessuale" : non è discriminatorio, oltre al non avere gli stessi diritti, anche non avere gli stessi doveri?

Andrea Maccarrone. Nella nuova versione della legge che esce fuori dal Senato sono saltati diversi rimandi diretti al Codice Civile, in parte recuperati riproducendo e riadattando il testo di interi articoli della legge. Così sono saltati diversi riferimenti alla coppia, alla vita familiare, oltre che quello all'obbligo di fedeltà reciproco (interpretato in modo assai più ampio che la semplice fedeltà sessuale). Un'operazione chiaramente volta ad allontanare il più possibile le unioni civili dal matrimonio che resta appannaggio esclusivo delle coppie eterosessuali.

Sul punto della fedeltà si possono fare diverse riflessioni. Da un lato salta certamente all'occhio la mentalità che sta dietro questa idea, che non esiterei a definire meschina e morbosa, nel tentativo vile di dipingere le coppie omosessuali come più promiscue o meno affidabili. E in questo qualcuno legge anche un possibile ostacolo alla possibilità per le coppie omosessuali di adottare anche in futuro o per interpretazione giurisprudenziale, essendo la "stabilità" affettiva un presupposto giuridico per valutare l'opportunità di adozione. Un tentativo credo e spero destinato a fallire visto che da tempo le corti si sono dimostrate assai più avanti e aderenti alla mutata realtà sociale del nostro legislatore. D'altro canto, la stessa previsione di fedeltà non è prevista in tutti gli ordinamenti giuridici come intrinseco al matrimonio e sembra più un retaggio ottocentesco di sapore patriarcale per garantire la certezza della paternità e il dominio sul corpo delle donne, legato com'era ad altre previsioni barbare come il delitto d'onore o sempre più problematiche come la separazione con addebito. L'attenzione a questo tema, ed è un effetto paradossale considerando l'intenzione con cui è stato proposto, spinge a una riflessione evolutiva lo stesso matrimonio come del resto sarebbe inevitabile nel caso di apertura dello stesso anche alle coppie dello stesso sesso.

cafébabel: L'esclusione dell'adozione plenaria e della stepchild adoption (l'adozione del bambino da parte del coniuge del genitore biologico, ndr) rimane una grossa lacuna. Possiamo sperare in un miglioramento in materia ?

Andrea Maccarrone: Questa materia è stata molto controversa nel dibatto pubblico che ha accompagnato il disegno di legge sulle unioni civili, venendo piuttosto utilizzato strumentalmente per alimentare la contrarietà alla norma in generale. Tutto il dibattito si è mosso semmai nella direzione di rimuovere del tutto questa possibilità o di limitarla il più possibile anche attraverso strumenti fantasiosi come l'”affido rinforzato” o altri.

cafébabel. Pensi che si possa sperare in un miglioramento in materia di riconoscimento giuridico dell'omogenitorialità?

Andrea Maccarrone. Credo davvero poco che questo parlamento possa mettere mano in modo positivo e inclusivo alla legge sulle adozioni. Già recentemente si è ribadita persino l'esclusione dei single proprio per il timore che tra questi ci fossero delle persone omosessuali e il becero e trasversale dibattito sulla maternità di supporto (spregiativamente definita "utero in affitto") che è stato il vero protagonista della discussione della legge sulle unioni civili, in Senato come nei media, ha registrato il rischio di scivolamenti peggiorativi non indifferenti con la prenotazione di mozioni (la più pericolosa quella presentata dalla senatrice PD Anna Finocchiaro) sulla criminalizzazione universale della pratica, molte code contrarie anche a sinistra e persino proposte di sottrazione dei figli ai genitori che ne avessero fatto ricorso. Un clima decisamente sfavorevole a riprendere separatamente il discorso. Ancora una volta spetterà ai tribunali colmare un vuoto e dare risposte alla domanda di riconoscimento e di giustizia che viene dalle famiglie omogenitoriali. Nel frattempo noi continueremo la nostra battaglia sia sul piano culturale sia nei confronti della politica, consapevoli che la realtà è più forte delle ideologie e alla fine non sarà più possibile negarla.

cafébabel: A proposito di realtà, queste famiglie di fatto quante sono in Italia e chi sono?

Andrea Maccarrone: Le coppie di fatto in Italia sono molte e in continua crescita. Secondo L'ISTAT (Istituto nazionale di statistica, ndr) nel periodo tra il 2008 e il 2014 sono più che raddoppiate superando il milione, e di queste oltre 640 mila sono convivenze “more uxorio” (secondo il costume matrimoniale, ndr) tra partner celibi e nubili. Stiamo parlando per la maggioranza di coppie eterosessuali. Le coppie omosessuali, infatti sono difficilmente censite, sono state inserite nel questionario del censimento ISTAT per la prima volta nel 2011, il dato emerso è, secondo gli stessi esperti statitici fortemente sottostimato (7513 di cui 529 con figli)

 Linda Sabbadini, direttrice del Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali, nel renderli pubblici, infatti li ha annunciati chiarendo che si trattava di “Cifre che confermano la difficoltà delle coppie gay a dichiararsi” perché “Non si tratta del numero reale delle coppie gay conviventi ma semplicemente di quelle che se la sono sentita di dichiararsi tali”. Per avere un'idea più precisa forse ci dovremmo riferire a quei Paesi che già hanno norme che prevedono le unioni tra persone dello stesso sesso. Nel primo anno di entrata in vigore della legge sul matrimonio in Inghilttera e Galles (con una popolazione paragonabile a quella italiana) si sono registrati circa 15.000 matrimoni, cui circa la metà riconversioni dalle vecchie unioni civili. In Francia, dove già erano in vigore i PACS dal 1999, i matrimoni omosessuali nel primo anno (2013-2014) sono stati circa 7000.

cafébabel: Da queste famiglie sono nati figli. Quelli che vengono definiti “figli senza diritti”. Quali sono i diritti negati a questi figli?

Andrea Maccarrone: I figli delle coppie omosessuali, nati grazie alla procreazione assistita in altri Paesi, vedono riconosciuto in Italia soltanto il genitore biologico. Il o la partner del genitore biologico, invece, risulta per la legge come un estraneo, mentre di fatto riveste a tutti gli effetti il ruolo di madre o padre. Questo implica una serie di conseguenze pratiche molto gravi ogni volta che queste "mamme e papà di fatto" si trovano a confrontarsi con le istituzioni o i terzi che non li riconoscono come tali, dalla scuola, al pediatra, ai documenti... In caso di impedimenti o morte del genitore biologico rischiano addirittura di vedersi sottratti i figli e in tutti i casi di separazione tra i partner di non poter più proseguire la continuità affettiva e, di contro, di non avere alcun obbligo nei confronti della prole. Una vera e propria miopia delle istituzioni nei confronti della realtà di queste famiglie, che soltanto per motivi ideologici di fatto va a colpire soprattutto i bambini e le bambini negando tutele, diritti e il loro stesso contesto familiare. Quello che per una mamma è scontato, come andare a prendere il figlio a scuola, può essere impedito o reso difficile (di fatto si va avanti attraverso procure del genitore biologico riconosciuto) per una "mamma arcobaleno".

cafébabel: In effetti, la stepchild adoption ha suscitato un enorme dibattito ed è infine stata ritirata dal DDL Cirinnà, per quali motivi?

Andrea Maccarrone: Chi si oppone alla legge, consapevole da un lato del sostanziale favore che questa gode nell'opinione pubblica, dall'altro dalla ineluttabilità di approvare una norma (visto il quadro normativo interno ed europeo), ha provato ad utilizzare questo aspetto per mettere in discussione tutto l'impianto e mobilitare una contrarietà nell'opinione pubblica, con la scusa della difesa dei bambini. Nel far questo si sono deliberatamente usati argomenti falsi come il collegamento inesistente con “la gestazione per altri” (sempre chiamata “utero in affitto”) e con pratiche di sfruttamento delle donne e di compravendita dei figli. Indifferenti al fatto che questa norma non consentirebbe affatto in Italia la gpa (vietata dalla già citata legge 40/2004), ed è praticata all'estero - in grande maggioranza da coppie eterosessuali sterili. Chi ha brandito questo argomento non ha a cuore il benessere dei bambini: anzi vorrebbe continuare a negare le loro famiglie e i loro diritti, ma li usa per finalità politiche e per coprire le loro posizione di fondo omofobe. Significativamente, pur esistendo la gpa da decenni, qualcuno sembra accorgersi del fenomeno e dello sfruttamento delle donne in alcuni Paesi poveri, solo oggi che si parla di unioni civili per coppie dello stesso sesso. Fino a ieri quelle donne e quei bambini non interessavano a nessuno.

cafébabel: In effetti, paesi come il Regno-Unito (ma anche il Belgio e la cattolicissima Irlanda) hanno legiferato sulla Gestazione per terzi dal 1985, dove è praticamente gratuita, severamente vincolata, dove è la gestante a scegliere la coppia di cui desidera portare il figlio e l'ovulo non è mai suo; questa legge permette a coppie etero e omosessuali di avere figli senza ricorrere al “turismo procreativo” a pagamento in paesi in via di sviluppo. Saresti personalmente favorevole alla legalizzazione della GPA in Italia ?

Andrea Maccarrone: Sono molto favorevole per due ragioni. Uno è che dove esiste un quadro di regole chiare, liberali ma in grado di tutelare donne e bambini, si riducono enormemente le possibilità di sfruttamento e di aggiramento delle norme e si fissano dei percorsi legali e condivisi. L'altra è che credo che l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne (e di tutte le persone rispetto al proprio corpo) vada rispettata e protetta. Nessuno, armato di una pretesa superiorità etica, può surrogare le loro scelte. La legge deve semmai garantire che questa autodeterminazione sia reale, non condizionata da violenza, bisogno, imposizione e che non arrechi danni o limitazione alla libera autodeterminazione altrui. A me piacerebbe che questa venisse ammessa in Italia rispettando il principio altruistico di solidarietà e gratuità, come nel Regno-Unito o in Canada. Trovo tuttavia che andrebbe sciolta l'ipocrisia anche sulla cosiddetta “mercificazione”. Sono molto favorevole a che si apra un dibattito in merito, ma non velato da falsi moralismi, da ipocrisia, da sessuofobia o sessismo. Forse quando vendiamo il nostro tempo, la nostra forza fisica, la nostra intelligenza e creatività in cambio di un salario o di un compenso non stiamo vendendo il nostro corpo e la nostra vita?

cafébabel: Quanto alle coppie di donne o alle donne nubili, desidereresti vedere loro esteso il diritto alla procreazione medicalmente assistita (attualmente riservata alle coppie conviventi o coniugate di sesso diverso) ?

Andrea Maccarrone: E' una discriminazione inaccettabile. Gravissimo che la legge 40 ancora mantenga questo divieto totalmente discriminatorio. Credo che se un caso arrivasse dinanzi alla Corte Costituzionale questa non potrebbe che dichiarare anche questo pezzo della legge incostituzionale. Spero che avvenga al più presto.

cafébabel: Percepisci queste unioni civili come un punto d'approdo di una lunga lotta o come uno step, importante ma provvisorio, sulla via di vere e proprie nozze egualitarie in Italia ?

Andrea Maccarrone: Sicuramente non sono un punto di approdo. Oggi le persone omosessuali meritano in Italia la piena uguaglianza dei diritti senza istituti ghetto che ne limitino i diritti e la dignità. Sicuramente sarebbe fondamentale che una norma che ci riguarda rompa finalmente questo durissimo tabù sui nostri diritti ma mi sarebbe piaciuto che dopo una così lunga attesa avessimo potuto celebrare una vittoria più piena.

Rispetto alla legge ho sentimenti ambigui. Sono convinto dell'onestà dell'impegno che sta dietro il suo parto difficile e per nulla scontato, il duro lavoro di mediazione che ha portato finalmente l'Italia a dotarsi di una norma. E soprattutto sono convinto che ci sia una richiesta ormai ineludibile di diritti che rispondano ad esigenze pratiche di una realtà sociale ormai consolidata. Tuttavia la negazione del principio di eguaglianza e dignità è una ferita molto grande. Come se ad un affamato si desse un tozzo di pane ma in una ciotola da animali, certamente lo prenderebbe, ma la sua dignità ne sarebbe ferita. Questa norma garantisce dei diritti assolutamente necessari e urgenti ma allo stesso tempo fissa un regime separato, segregato per le coppie omosessuali e ne stabilisce per legge l'inferiorità. Ricorda i vagoni separati nell'America segregazionista. Andare in treno è comunque meglio che andare a piedi ma i vagoni separati non vanno bene e sono considerati radicalmente inaccettabili dalla nostra cultura giuridica. Quindi sono sicuro che dopo questa legge non ci fermeremo, esattamente come non si sono fermati in Francia, in Olanda o in Inghilterra.

C'è di più io credo che le persone lesbiche, gay, bisessuali e trans, debbano farsi carico di una battaglia più ampia di liberazione dai pregiudizi, dalla sessuofobia e dal sessismo, che si saldi ad altre battaglie simili e convergenti e che, per limitarci al diritto di famiglia promuova una riforma complessiva nella direzione del pluralismo degli istituti familiari e della promozione e tutela dell'autodeterminazione individuale. Insomma se per qualcuno il matrimonio è la tomba dell'amore per noi non può essere la tomba della nostra pluridecennale lotta di liberazione.