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Massimiano Bucchi: «Non c’è un’efficace comunicazione scientifica»

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Digitando in google i termini come “nanotecnologia” o “cellule staminali” si trova materiale di carattere accademico, ma senza sufficienti spiegazioni. Tre domande al Professore di Sociologia della Scienza dell’Università di Trento.

Come si può attirare l’attenzione dei cittadini per la scienza?

«La gente s’interessa di scienza e di tecnologia quando ne sente l’impatto sulla propria vita. A volte ho l’impressione che i politici ne parlino solo quando si tratta di raccogliere voti. In realtà solo una piccola fetta della popolazione è veramente interessata alla scienza. Questo costituisce un paradosso in tante iniziative nella comunicazione scientifica: raggiunge persone che sono già interessate alla tematica. Dati riguardanti i visitatori dei musei della scienza lo dimostrano benissimo: è sempre lo stesso gruppo di persone che li visita».

Perché la maggior parte della popolazione non è interessata alla scienza nonostante questa abbia un impatto sulla loro vita?

«Non possiamo essere esperti in tutto! Altrimenti i cittadini dovrebbero essere esperti oggi nella riforma fiscale, il giorno seguente nella crisi finanziaria, il giorno dopo ancora nella biotecnologia e poi anche nelle tecnologie staminali. La sfida non sta nel fatto di voler informare tutti su tutto, ma riguarda il modo in cui i politici se la cavano con le sfide scientifiche e tecnologiche. Non c’è dubbio che il sistema con il quale la nostra società sceglie i suoi rappresentanti politici, che a sua volta prendono decisioni fondamentali per noi riguardanti, ad esempio l’energia nucleare, non è più efficiente. È vero proprio il contrario: il sistema porta ogni giorno ai nuovi conflitti. La maggior sfida per la società europea ai giorni d’oggi è la necessità di trovare una nuova forma di democrazia che riesca ad affrontare nella società contemporanea la ricchezza, la complessità e l’importanza della scienza e della tecnologia».

La divulgazione scientifica attraverso i media potrebba aiutare?

«L’informazione è un diritto, non un obbligo. Deve essere accessibile quando la gente ne sente il bisogno e richiede responsabilità e trasparenza dai laboratori di ricerca. Ma non si può costringere la gente di usufruire di queste informazioni. I grandi mezzi di comunicazione del Ventesimo secolo, la stampa e la televisione, si vedono costantemente diminuire il pubblico interessato nelle tematiche della scienza e delle tecnologia. Tenendo in mente i cambiamenti ai quali è soggetto il mondo politico e le difficoltà dei nostri rappresentanti di trattare con tematiche scientifiche, aggiungendoci poi la complessità della società contemporanea, bisogna riconoscere che i mezzi di comunicazione “tradizionali” non bastano più! Con questo non voglio dire che Internet è “LA” soluzione a questi problemi. Ma la relazione tra scienza e tematiche riguardanti la società deve essere modernizzata attraverso una riforma della rappresentanza politica e dei nuovi metodi di comunicazione. Venticinque anni fa la Royal Society ha pubblicato un’indagine sulla comprensione della scienza dichiarando che “dobbiamo comunicare il nostro sapere alla società”. Adesso è giunta l’ora per un passo ancora più maturo. La mera comunicazione non basta più. Bisogna definirne gli obiettivi, il pubblico, i costi e benefici, impatti a breve e a lungo termine sui diversi fattori come anche i metodi per misurarla. Fin’ora non ci sono indicatori per una comunicazione scientifica efficace in Europa».

Il progetto MY SCIENCE è finanziato dal Settimo Programma quadro della Commissione europea. Offre borse di studio a 90 giovani giornalisti con la quale potranno partecipare ad un workshop della durata di una settimana in un laboratorio scientifico a loro scelta. In questo modo i partecipanti conosceranno da vicino il lavoro di laboratorio, osserveranno il lavoro degli scienziati e apprenderanno le informazioni base in tematiche relative per il giornalismo scientifico.

Sono aperte le iscrizioni fino al 15 luglio 2009. Per ulteriori informazioni visitate il sito http://www.my-science.eu/

Translated from Massimiano Bucchi: 'our system of electing people who decide for us on nuclear energy is not sufficient'