Martin Sonneborn: «I sistemi autoritari si impongono»
Published on
Martin Sonneborn, leader della formazione politica "satirica" Die Partei ha conquistato un seggio al Parlamento europeo. In questa intervista paragona il nuovo ambiente di lavoro con la "Volkskammer" della DDR, si lancia in parallelismi ironici con il regime hitleriano e ci racconta del suo percorso che lo ha portato all'elezione.
Cafébabel: Il sedicente "parlamentare più grandioso di tutti i tempi" ha adesso un posto al Parlamento europeo. Cosa ci dice in proposito?
Martin Sonneborn: Va molto bene. I tempi quieti di Bruxelles e Strasburgo sono ancora più rilassati a Berlino. Sembra una posizione adatta per prepararmi alla pensione.
Cafébabel: Cosa si propone di fare durante il suo mandato?
Sonneborn: Vorrei introdurre nuovamente la direttiva europea sull’incurvamento dei cetrioli, emanata nel 2009 ed applicarla alle esportazioni di armi. Siamo (la Germania ndr.) il terzo esportatore al mondo di armamenti. Se le armi tedesche dovessero presentare 10 centimetri in più sulla canna e 2 ulteriori centimetri sull’incurvamento allora il mondo sarebbe sicuramente migliore.
Cafébabel: Prima delle elezioni europee si è presentato con il motto "Si all’Europa, no all’Europa". Alla fine ha fatto una scelta?
Sonneborn: No. Si tratta della classica promessa elettorale che viene diffusa perché vogliamo portare il nostro partito al 70% di rappresentanza, obbiettivo peraltro irraggiungibile in Europa. Siamo ancora fermi su questo motto “Sì all’Europa, no all’Europa”. Tenterò solo di portare vitalità nel Parlamento europeo.
Come nella Volkskammer della DDR
Cafébabel: Il Parlamento Europeo sembra avere un ruolo non del tutto irrilevante nella votazione del Trattato di Libero Scambio Transatlantico...
Sonneborn: Il trattato di Libero Scambio è una tale insolenza che mi meraviglio di come possa essere preso in considerazione. Ma vi prego di sottovalutare la mia influenza, perché sono solo uno tra 751 Eurodeputati. Noi salutiamo con sfavore le proposte della Commissione come già prima la Duma dell’URSS o la Volkskammer della DDR.
Cafébabel: Cosa non gradisce in concreto nel Trattato di Libero Scambio?
Sonneborn: Il Trattato di Libero Scambio è stato guidato dall’iniziativa delle grandi multinazionali e dei grossi gruppi di banche. Quasi nessuno può trarne vantaggio. Viene sottovalutata la modalità con cui potrebbe alleggerire il lavoro di molte aziende di media dimensione o con cui i costruttori di automobili potranno trarre guadagno. Trovo che sia un trattato assurdo proprio perché viene negoziato a porte chiuse escludendo l’opinione pubblica. Credo che già per la stesura delle trattative alcuni individui vadano messi al muro.
Cafébabel: Lei siede al Parlamento Europeo nel comitato che si occupa delle relazioni con la penisola coreana. Quale parte dell’isola reputa degna di essere visitata?
Sonneborn: Senza dubbio la Corea del Nord.
Cafébabel: Quale messaggio porterà nella Corea del Nord?
Sonneborn: Che i sistemi autoritari si impongono. Nel mio partito siamo molto orientati al principio cardine di Kim Jong Un. Credo che occorra andare oltre il concetto base di democrazia. Sono su questo punto concorde con molti altri: anche il Capo di Stato ungherese Viktor Orbán crede che la democrazia sia un modello ormai vetusto.
Cafébabel: Chi sono i suoi alleati politici?
Sonneborn: Un’affermazione basilare: noi rappresentiamo ogni partito che funzioni da supporto. Se le grosse coalizioni si prestassero a sostenermi come Presidente del Parlamento o della Commissione allora potranno definirsi miei alleati politici e io sono a loro completa disposizione.
Cafébabel: Questa è una promessa?
Sonneborn: Temo di sì.
Sonneborn - tumulto e satira in teoria e in pratica
Cafébabel: In passato si è descritto come "la risposta tedesca ad Adolf Hitler" e ha affermato che si è ispirato a Mubarak. Cosa ha imparato da questi vinti?
Sonneborn: Cosa intende per vinti? È un grande gioco di alti e bassi che entrambi hanno condotto. Hitler ci ha lasciato l'Autobahn (autostrada nazionale) e Mubarak un processo pubblico. A proposito ho promesso ai tedeschi processare la Merkel non appena saremo al potere. Lei dovrà essere pronta a giustificarsi da una gabbia all’Olympiastadion per tutto ciò che ha fatto e non ha fatto.
Cafébabel: Cosa ha fatto la Merkel dunque?
Sonneborn: Affronterò la questione più avanti.
Cafébabel: La peggiore cosa che ha fatto?
Sonneborn: Credo che ci sia una sperequazione sociale in questo paese che porta nella direzione sbagliata e della quale Angela Merkel è fortemente responsabile.
I muri sono un "progetto europeo"
Cafébabel: C’è anche un altro aspetto. Può essere che il Partito della SPD non sia pronto abbastanza a guardare a delle alternative orientate a sinistra?
Sonneborn: I rappresentanti della SPD non pensano ai democratici sociali di un tempo? La SPD sarà giudicata aspramente non appena saremo al potere.
Cafébabel: Lei voleva erigere un muro attorno alla Svizzera. Come è andata a finire?
Sonneborn: Si trattava di un argomento che dovrebbe portarci simpatizzanti al di fuori della Svizzera. Quello dei i muri è un progetto europeo.
Cafébabel: A quanto pare lei consiglia anche agli italiani di erigere un muro per frenare l’ondata di profughi africani sul Mar Mediterraneo.
Sonneborn: Sono a favore della costruzione di un muro al di sopra del Mezzogiorno il che di certo susciterebbe delle simpatie ancora più grandi lì.
Cafébabel: Nella battaglia per le elezioni europee si è candidato con il motto elettorale "Giù le mani dall’uccello tedesco”. Pensa di essere in grado di proteggere i tedeschi da attacchi durante il suo mandato a Bruxelles?
Sonneborn: Non saprei se sono previsti attacchi. Abbiamo voluto alludere solo alla supremazia dei regolamenti di Bruxelles e alle paure ataviche per affrontare la nostra caccia ai voti. Ma se c’è il rischio di questa interpretazione ci battiamo naturalmente per "l'uccello tedesco". Su questo do la mia parola d’onore, ribadisco, la mia parola d’onore.
Translated from Martin Sonneborn: „Autoritäre Systeme setzen sich durch“