Marchionne, l'uomo in maglione che guida l'Automotive europeo
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Articolo di Filippo Lubrano
L’uomo in maglione parla poco. Lo fa in inglese, la stessa lingua in cui pensa, e spesso dalla sua bocca escono numeri. I numeri che hanno fatto la fortuna sua, e di tutto il gruppo Fiat di cui è amministratore delegato dal 2004, anno in cui la casa torinese era sull’orlo del baratro.
5 anni dopo, l’uomo col maglione è a capo di una multinazionale che continua a rosicchiare quote di mercato in un contesto congiunturale quantomai sfavorevole per il settore.
La trasformazione in tempi record non è stata certo indolore: acquisizioni, scorpori, tagli di personale, cassa integrazione anche per i colletti bianchi. L’uomo in maglione ha la fama del duro, votato com’è al costruire un’azienda quanto più possibile orientata al mercato ed alla flessibilità. È anche per questo che l’ufficio 4.26 del Lingotto incute timore al solo nominarlo.
È da lì che Sergio Marchionne è partito per ribaltare la Fiat come un calzino, e provare a disegnare dal foglio bianco la sua idea di settore dell’automotive; da lì che ogni tanto si sente provenire un’aria di Gainsbourg, o un pezzo di classica. “Ma solo se il suono è perfetto”, precisa quasi pleonasticamente per un cultore dell’eccellenza come lui.
Classe ’54, cosmopolita, per due terzi europeo (italiano, svizzero e canadese), per un terzo filosofo (le altre due lauree sono in giurisprudenza ed economia e commercio, più un master in Business Administration), una passione – dicono – per il poker (“ma che poker e poker - ha più volte dichiarato - io adoro lo scopone scientifico”), Sergio “il martellatore”, come lo chiamano dalle parti del Lingotto, si è approcciato al mondo del lavoro tardi, a 31 anni, quando molti dei suoi “concorrenti” già assumevano posizioni di prestigio all’interno dei grandi gruppi mondiali. L’uomo in maglione invece ha affilato le armi a lungo, non lesinando sulla formazione (ancora oggi, la sveglia puntata alle 5 gli serve per concedersi il lusso della lettura mattutina di Financial Times, Corriere, Repubblica, Stampa e Sole 24 ore), ed è uscito allo scoperto solo dopo aver maturato un percorso proprio, lontano dai riflettori e dagli stipendi da capogiro. L’attesa ha aumentato la fame, ed è così che aperta la gabbia, l’uomo col maglione ha cominciato la sua caccia forsennata al risultato, alternando con la freddezza del natural-born-killer la calma del grande predatore alla spietatezza nei momenti che contano.
(continua la prossima settimana su cafebabel.com)