Mappa della settimana: quanto sono davvero aumentati gli immigrati in Europa?
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I dati lo dimostrano: i migranti hanno cambiato la popolazione europea. Ma il loro numero è aumentato in maniera differente da stato a stato, e sorprendentemente (o forse no) in quantità molto diverse da quanto ci viene spesso raccontato. Quanto sono giustificati i proclami di "invasione migranti" di certi partiti politici sparsi in Europa?
I dati ci dicono che oltre un milione di persone in cerca di asilo hanno varcato i confini dell'Europa dal luglio 2015 al giugno 2016. Si tratta prevalentemente di migranti provenienti da paesi in guerra come Siria, Afghanistan o Iraq, ma anche semplicemente da altre zone del mondo non "ufficialmente" in guerra, in cui tuttavia le condizioni di vita insostenibili rendono impossibile una vita in condizioni di sicurezza e dignità.
I governi europei hanno tentato a più riprese di mettersi d'accordo sulle modalità con cui fronteggiare la questione, ma la realtà è che gli intensi flussi migratori hanno già profondamente mutato le società dove essi hanno presentato richiesta di asilo politico ed ora risiedono. A confermarlo sono i dati di un nuovo studio pubblicato dall'istituto di ricerca statunitense Pew Research Center: in alcuni paesi europei il tasso di immigrazione è cresciuto di più di un punto percentuale in 12 mesi. Può apparentemente non sembrare molto, ma in realtà si tratta di una crescita incredibile per un paese occidentale. Per avere un termine di paragone possiamo prendere a confronto i dati sull'immigrazione dall'America Latina verso gli Stati Uniti: per osservare una crescita dell'1% dobbiamo coprire un periodo pari al decennio 2005-2015.
Il paese che ha osservato la crescita maggiore di questo numero è la Svezia (1,5 %), dove peraltro anche nel 2015 il 16,8% dei residenti nel paese risultava essere composto da immigrati (percentuale cresciuta al 18,3% nel 2016). Seguono l'Ungheria, con un aumento dell'1,3%, l'Austria con l'1,1% e la Norvegia, con l'1%. Interessante notare il dato relativo alla Germania, la quale si è fatta carico di aprire le proprie porte ai migranti nell'autunno 2015: la crescita registrata è "solo" dello 0,7%. Un dato che l'istituto di ricerca sottolinea essere «sostanziale, ma significativamente più piccolo di altri paesi europei».
Dall'altro lato è interessante invece dare uno sguardo a paesi storicamente sottoposti ad intensi flussi migratori, come Francia e Regno Unito, che hanno registrato un aumento di questo dato pari allo 0,2%: un numero molto basso, se paragonato ad altri nel continente. Numero che peraltro giustifica sempre meno le retoriche anti immigrazione che hanno recentemente caratterizzato la campagna pro Brexit proprio nel Regno Unito. Colpiscono anche il dato italiano e quello greco, al centro del cammino di coloro che tentano di entrare in Europa: entrambi aumentati solo dello 0,1%. Colpisce anche il dato spagnolo, addirittura diminuito dello 0,1%.
Due cose appaiono evidenti: è vero, i migranti hanno cambiato l'Europa. Ma con numeri molto diversi da quelli che vogliono farci credere.
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