Mappa della settimana: la vita è dura per Airbnb
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Chiara PacentiEstate e voglia di viaggiare si conciliano male con i portafogli vuoti. Per questo sempre più persone scelgono Airbnb come alternativa economica ad un hotel. Tuttavia questa piattaforma online per l'affitto di abitazioni private rappresenta una minaccia al mercato affittuario locale delle grandi metropoli europee. Che si stanno quindi regolando di conseguenza.
Parigi, due persone, la prossima settimana: il sito Airbnb è in grado di trovare con un singolo click più di 300 offerte, tra i 35 e i 2.500 euro a notte. Ce n'è davvero per tutte le tasche!
La capitale francese e Londra rappresentano il fulcro di questa gettonatissima alternativa all'hotel. Secondo uno studio del gruppo di ricerca Inside Airbnb, l'anno scorso erano disponibili in entrambe le città più di 40.000 abitazioni private. Berlino e Copenaghen occupano rispettivamente il terzo e quarto posto della classifica, benchè con un considerevole distacco di 25.000 offerte in meno.
A partire dai primi di maggio è entrata in vigore a Berlino la legge che vieta un uso della propria abitazione diverso da quello previsto, ovvero non sarà più possibile affittarla come alloggio per le vacanze senza un'autorizzazione speciale. Il motivo? Da qualche anno gli affitti a Berlino sono drammaticamente saliti, e lo spazio abitabile è considerevolmente diminuito. Chiunque non si attiene alla legge rischia fino a 100.000 euro di multa.
Gli Airbnb parigini sono ancora salvi, dato che per il momento non vi è nessuna limitazione prevista dalla legge. Tuttavia è già dall'inizio dell'anno che il governo cerca di introdurre delle regole contro l'utilizzo delle abitazioni come alloggi da subaffittare per le vacanze. I parigini lottano da anni contro gli affitti che continuano a salire in maniera esorbitante, tanto che nel 2014 il governo stesso si è visto obbligato ad introdurre un limite al costo degli affitti. Come se non bastasse, a Parigi gli alloggi Airbnb devono essere la propria abitazione principale, non possono essere messi a disposizione per più di 4 mesi all'anno, altrimenti si rischia di incorrere in una multa fino a 25.000 euro. Nel caso si voglia dare in affitto un locale secondario invece bisogna essere inseriti nella lista ufficiale degli alloggi turistici. In caso contrario la multa può arrivare fino a 100.000 euro.
A Londra invece l'amministrazione cittadina ha fatto esattamente l'opposto, legalizzando nel 2015 qualsiasi tipo di subaffitto. Brandon Lewis, Housing-Minister conservatore, ha dichiarato che qualsiasi limitazione non necessaria doveva essere rimossa, in modo da incrementare l'economia e permettere soprattutto ai londinesi di guadagnare qualcosa in più grazie al subaffitto. Infatti, in quasi ogni quartiere della capitale inglese si paga più di 585 sterline (700 euro circa) per una stanza in affitto affitto. Risulta evidente di come Airbnb possa quindi divenire quantomeno parte della soluzione al problema.
Numeri e prezzi degli alloggi Airbnb per lo scorso anno
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Questo articolo fa parte della nostra serie L'Europa in una mappa. Una mappa ogni settimana, per comprendere con un colpo d'occhio la realtà europea intorno a noi.
Translated from Map of the Week: Der Kampf gegen AirB'n'B