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Madrid, l'urlo dei 60.000: "Svegliati Europa, è primavera!"

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Laura Fois

Politica

«Compagni!», dice una voce dal megafono, «Stiamo facendo la storia. Stiamo esercitando legittimi diritti civili e politici». La protesta inter-generazionale ha deciso di occupare la piazza Puerta del Sol a Madrid, ieri sera 60.

000 persone hanno sfidato il divieto di assembramento della giunta elettorale, manifestando pacificamente contro il sistema politico-finanziario e la crisi, «per costruire un mondo migliore». E’ l’inizio della primavera europea?

Nella prefazione all'edizione spagnola del libro Indignatevi! di Stéphane Hessel, l'autore considera di speciale importanza che la sua chiamata a compromettersi, indignarsi e resistere a ciò che è inaccettabile, sia percepita soprattutto dalla giovane generazione. La Spagna ereditata dai giovani ha sofferto tanto, ma ha sempre combattuto con coraggio e ribellione. Quella stessa Spagna, continua l'ex partigiano francese, può spingere ora verso un'Europa culturale e solidale, e non verso un'Europa al servizio della finanza, come sembra stia accadendo.

"Alcuni sono più progressisti, altri più conservatori, taluni sono credenti, altri no, però tutti siamo preoccupati e indignati per il panorama politico, economico e sociale che ci circonda".

La chiamata all'insurrezione pacifica di Hessel è tra le fonti d'ispirazione di una delle più sorprendenti e civili proteste che si siano mai verificate in Europa. Tutto è iniziato con la manifestazione del 15 maggio organizzata dalla piattaforma Democracia Real Ya!, il cui motto non lascia spazio a immaginazioni: «Non siamo merce nelle mani di politici e banchieri». Il manifesto, a cui hanno aderito migliaia di persone, prima su Facebook, poi nelle strade, è rivolto alla gente comune. "Alcuni sono più progressisti, altri più conservatori", c'è scritto, "taluni sono credenti, altri no, però tutti siamo preoccupati e indignati per il panorama politico, economico e sociale che ci circonda. È ora di costruire insieme una società migliore". E così stanno facendo giovani e pensionati, disoccupati e donne incinte, fino alle vecchiette in carrozzina, in questi giorni, da Madrid a Barcellona, da Cadice a Valladolid.

Nella capitale il fuoco della rivolta si concentra nella piazza del Sol, il centro nevralgico della città, davanti al palazzo dell'Ayuntamiento. «Siamo nel centro simbolico dello Stato. Vogliamo centralità e visibilità nel dibattito politico», ci spiega una portavoce del movimento. «Chiediamo un cambio reale. Siamo qui perché siamo stanchi di pagare di tasca nostra la crisi causata dalle banche». Dicono che le rivolte nei paesi arabi e in Islanda hanno influito molto sulla decisione di scendere in piazza. Come gli egiziani di Piazza Tahir, non vanno via neppure di notte. E’ un continuo viavai di ragazzi con sacchi a pelo e coperte, che portano e scambiano acqua e viveri. Hanno montato tende e spazi per parlare, confrontarsi e alzare cartelli. Questa protesta é anche una festa.

Perché un'altra democrazia esista

Un signore si è avvicinato a loro per offrire dei soldi. Gli hanno risposto «No, grazie». Non è quello di cui hanno bisogno. Stanno formando un'assemblea costituente in modo che tutti possano partecipare per costruire «una società nuova che passi al di sopra degli interessi economici e politici”. Aspirano a una rivoluzione etica, a un cambio nella coscienza sociale, queste persone che liberamente e volontariamente si sono riunite e non rappresentano a nessun partito politico, nessuna associazione, nessun dio. Solo li unisce una volontà di cambiamento. Perché un'altra democrazia esista. 

«Compagni!», dice una voce dal megafono, «Stiamo facendo la storia. Stiamo esercitando legittimi diritti civili e politici». Applausi scroscianti e mani alzate sfidano la polizia che proprio il 15 maggio aveva reagito con violenza e arrestato 19 persone. Ora non reagiscono. Nonostante la giunta elettorale abbia vietato le concentrazioni alla Puerta del Sol, con la motivazione che potrebbero «influire sulla libertà dell'esercizio del voto dei cittadini», la polizia può solo limitarsi a osservare quest'ondata pacifica e apolitica. Hanno deciso di restare fino al 22 maggio, giorno delle elezioni amministrative, cruciali per un governo in difficoltà e un presidente, Zapatero, che ha annunciato pochi mesi fa che non si sarebbe ricandidato.

"Non siamo contro il sistema, è il sistema che è contro di noi!"

Intanto Zapatero, che questo venerdì aveva in programma un comizio nella piazza, ha deciso di cambiare luogoLa Spagna sta attraversando un fase di recessione, subisce manovre economiche sensate ma austere e poco ambiziose, non riesce a risollevarsi. Una cifra più emblemática riguarda il tasso di disoccupazione, che ha superato la soglia del 20%. Cinque milioni di spagnoli non hanno un lavoro. Eppure è la generazione più istruita e formata di sempre. Alcune delle sue imprese sono al top a livello mondiale, vedi il Banco di Santander, Repsol, Telefónica. Il turismo non conosce crisi, ed è una fonte di ricavi importante per le casse statali e regionali. Poi, basta passeggiare per le vie di Madrid: la gente spende, i bar sono pieni, e non solo di turisti. «Tutti questi soldi allora, dove finiscono?» Si chiedono in tanti ad alta voce.Nella piazza ribattezzata SOLución c'è uno striscione con la bandiera dell'Egitto, scritte come “Sì alla fuga dei politici, no alla fuga dei cervelli”, “Democracia lucha diaria” (democrazia lotta quotidiana, ndr), e a chi li ha accusati di essere dei meri anti-sistema, hanno risposto per le rime: “Il sistema è contro di noi”.

Leggi su cafebabel.com il dossier Rivoluzione. E dopo? Luci e ombre della primavera araba

Intanto, in altre città europee, il virus della primavera spagnola sta contagiando la gente comune. Manifestazioni e flash mob si registrano ad Amsterdam, Bruxelles e Parigi. Su Facebook si è creato un gruppo italiano, Democrazia Reale Ora: chiede che anche in Italia nasca una concentrazione spontanea nelle piazze principali, volte a reclamare un cambio politico e sociale. Che stia nascendo una rivoluzione europea e con essa una nuova generazione europea? Alle piazze e ai cittadini l'ardua sentenza. “Se non ci lasciate sognare, non vi lasceremo dormire”, recita uno striscione. Sogni di una notte di mezza primavera, da Madrid al cielo d’Europa.

Foto: home-page (cc) Virginia García/flickr; testo © Laura Fois

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