Ma vie à deux balles: vivere di espedienti
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Veronica MontiStudenti, disoccupati e giovani viaggiatori che vivono di espedienti. Hanno messo in piedi un sistema molto efficiente: il "sistema D". Un documentario web uscito recentemente invita a un'immersione nel mondo dei giovani che vivono arrangiandosi. Un viaggio pratico e istruttivo.
Il giudizio sui giovani è cambiato con la crisi? In effetti, si sentono sempre meno i grandi discorsi sui "giovani troppo viziati" da "un'infanzia "facile", che "vogliono tutto e subito". Il documentario web, Ma vie a deux balles, a dispetto di questi luoghi comuni, racconta la vita di 6 giovani con il desiderio di una vita modesta: la voglia di condividere una grande casa da parte di 4 amiche, la scelta di vivere nella natura e nell'essenzialità di una yurta da parte di una coppia, il bisogno di aiutare il prossimo, di vivere delle proprie passioni, ma anche di mettere su famiglia...
burro con gli spinaci
Alcuni hanno frequentato l'università mentre altri non hanno nemmeno fatto le superiori. Jeanne, Morgan, Jeoffrey, Thibaut e gli altri cercano il proprio posto all'interno della società, ma si trovano davanti la precarietà e le difficoltà legate alle spese per l'affitto, per il mangiare e le medicine. "Non abbiamo soldi, ma un sacco di risorse alternative!", ironizza Jeanne. Insieme alle sue conquiline, la studentessa di Clermont- Ferrand coltiva un piccolo giardino e cerca cibo tra i rifiuti, dove trova facilmente cose da mettere sul burro insieme agli spinaci. Per interpretare meglio le testimonianze dei ragazzi, Ma vie à deux balles presenta anche l'opinione di alcuni esperti. Diouldé Chartier dirige una ricerca che studia il cosiddetto "sistema D". "I giovani non affrontano la vita individualmente, ma come membri di piccoli gruppi basati sulla condivisione delle risorse", afferma. Sono fenomeni conosciuti da tempo, ma il car sharing si sviluppa sempre di più e i negozi di seconda mano non sono più riservati esclusivamente agli indigenti.
allevare polli
Ci sono diversi modi per arrangiarsi. C'è chi tenta di ridurre al minimo le spese, come Jeoffrey che vive in un ostello per giovani lavoratori e Morgan che abita in una yurta. Julien compra vestiti di seconda mano e Thibaut mangia in una cooperativa. Poi ci sono coloro che lottano contro la cultura consumistica, come Jeanne che raccoglie prodotti non venduti dei supermercati o Noémie che passa il tempo a cercare buoni affari tra gli annunci on-line.
Per condividere i migliori stratagemmi dell'arte dell'arrangiarsi, la realizzatrice Sophie Brändström ha pensato al sito come a una bacheca su cui gli utenti possano postare le loro idee vincenti. Per esempio Repair café propone di collaborare e riparare gli oggetti più disparati, per dare loro una seconda vita. "Il ‘Do It Yourself’ funziona, ma è necessario insegrarlo agli adulti come se fossero bambini", sostiene uno dei fondatori.
Contare sulle proprie forze
Il "vivere di espedienti" è il tema centrale di questo documentario web, a cui manca forse un po' di prospettiva - si basa soltanto sulle testimonianze dei ragazzi da un lato e degli esperti dall'altro. Ma questo fenomeno non è generazionale e non è nato a causa dalla crisi. È uno stile di vita che esiste da sempre. Cécile van de Velde, sociologa, sostiene che la differenza rispetto al passato sia "la mancanza di fiducia dei giovani rispetto alla società in cui vivono". Ciò li "spinge a contare sempre di più sulle proprie risorse creative e sui contatti personali. Per questo prendono anche in considerazione la possibilità di trasferirsi, lasciando il proprio Paese".
La mentalità cambia e riciclare, allevare polli o vestirsi di seconda mano non è più qualcosa di mal visto. Anche perché, attraverso queste esperienze, i giovani scoprono valori quali lo sviluppo sostenibile, la solidarietà e la condivisione. Ma l'arte dell'arrangiarsi è positiva fino a un certo punto. Secondo Diouldé Chartier infatti, "arriva un momento in cui è necessario cercare più stabilità. Vivere di espedienti per molto tempo rende impossibile la realizzazione di una vita tranquilla e la pianificazione di un futuro".
Translated from Ma vie à deux balles : l'univers de la débrouille en France