Lykke Li e The Knife: spot puntato sull'elettroscandinavia
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Riconosciuta patria del pop anni novanta, la Scandinavia pare non aver esaurito la propria vena creativa. Lasciatasi alle spalle l'eredità degli Aqua e degli Ace of Base, la scena musicale nord europea si apre a nuovi suoni, sperimentando nuove tecniche e ambienti tonali, senza mai rinnegare il proprio passato.
Tutt'altro che monocorde, la moderna stagione musicale scandinava ci regala un ampio ventaglio di composizioni che sembrano adattarsi al ciclo naturale della vita: come una moderna Proserpina, si divide tra primaverili melodie color pastello e composizioni ultraterrene, figlie dei mesi freddi.
Sono retaggio del pop zuccherino di fine millennio i ritornelli orecchiabili colonna sonora ufficiale della bella stagione. Reginetta del genere è certamente la Svezia che ogni anno esporta tormentoni di qualità come Young Folk (2006) di Peter Bjorn and John, con il suo celebre intro fischiettante, e la più recente Breaking it up (2008) di Lykke Li. Ispirati dalla moda e dal beat anni ottanta sono i danesi Alphabeat, che dopo il successo di Fascination (2007), il settembre scorso hanno pubblicato The Spell, primo singolo tratto dall'omonimo album. Controversi i giudizi su Junior (2009), che celebra i dieci anni di onorata carriera dei Röyskopp: alcuni critici sostengono che questo terzo album del gruppo norvegese abbia ceduto al facile richiamo dei ritornelli pop, sacrificando l'autentica vena innovatrice che aveva caratterizzato i loro lavori precedenti.
Il disco scandinavo che quest'anno ha stupito anche le critiche musicali più severe è n.2, un eclettico mix un po' ambient e un po' pop dalle striature caraibiche: ascoltando Ecstasy sentirete la sabbia sotto i piedi, il vento caldo sulle guance e vi verrà voglia di un cocktail ghiacciato. Come supporre che questo provenga dalla fredda Svezia? Eppure i suoni di un'estate decontestualizzata e ricreata ad arte rendono questo disco ancora più apprezzabile. Gli eccentrici autori si fanno chiamare JJ e l'alone di mistero che gravita attorno a questo duo alimenta la curiosità (ed il mercato) della loro seconda fatica discografica.
Dietro il volto frivolo che ha reso la musica scandinava nota nel mondo, il Giano elettronico nasconde un'anima che fugge la leggerezza della mondanità, preferendo tocchi più freddi, e quasi strizza l’occhio alla techno più minimale. Trovarsi e ritrovarsi, potrebbe riuscirvi bene con WHT (2009) come colonna sonora: è l’ultima fatica del danese Troels Abrahamsen. Il richiamo alle atmosfere catastrofiche di Idioteque dei Radiohead pare naturale anche quando, ascoltando Silent Shout (2006), i freddi paesaggi svedesi vi sembreranno più vicini, ovunque vi troviate. Si tratta dell'incensato terzo album del duo svedese The Knife, da anni al centro della scena elettronica mondiale. Siete alla ricerca di voi stessi e vi serve una lanterna per inoltrarvi tra i bui meandri del vostro io? Accendete una candela alla finestra, come nella miglior tradizione nordica, e lasciate che la voce della cantante Karin Dreijer, vi conduca in un mondo sotterraneo dai testi cupi e i ritmi angosciati, che vi regaleranno una spaventosa solennità ancora più amplificata, se possibile, nel suo progetto solista Fever Ray (2009).
Il confine tra elettronica e techno-house si fa labile quando ad occupare la postazione da deejay nei più celebri club europei è Trentemøller, il danese che manda in estasi certi amanti di una house e che si dimostra non solo abile ai piatti, ma anche capace di incidere pezzi di un'oscura delicatezza tutta nordica, come Miss you. Le note di questa intimità nuova vi permetteranno di trascendere questo mondo per immergervi in realtà parallele.
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