L’uomo europeo secondo Villepin & Semprún
Published on
Translation by:
andrea ticcaZoom sul libro scritto dal primo ministro francese con lo scrittore ed ex ministro spagnolo.
L’ha già fatto Helmut Kohl e, naturalmente, anche Jacques Delors: il fatto che un leader europeo scriva un libro sull’Europa non è di per sé una novità. Epperò il libro L'Homme européen (“l’uomo europeo”, ndr) scritto a quattro mani dallo scrittore ed ex Ministro della Cultura spagnolo Jorge Semprún e dal Primo Ministro francese Dominique de Villepin è qualcosa di più di un semplice libro nell’affollata biblioteca europea. Non vi si trovano le miriadi di dettagli lessicali delle raccolte di saggi scientifici sul tema, né la complessità concettuale dei pluripremiati saggi di Edgar Morin sulle radici dell’Europa né, d’altronde, la radicalità del Kaciské eseje o filosofii djin (Saggi eretici sulla filosofia della storia, La Nuova Agape, 1981) di Patocka, che costò la vita al filosofo ceco. E tuttavia (o forse proprio per questo) si tratta di un libro importante, che arriva in un momento importante per l’Europa.
Nessuna forzatura dopo il ‘no’ alla Costituzione
Dopo il fallimento del referendum sulla Costituzione Europea in Francia e Olanda, il processo di unificazione europea è entrato in una fase di sempre più grave stagnazione. Bloccato proprio da parte di coloro che dovrebbero essere da esso uniti: i cittadini.
Ma cosa contraddistingue davvero l’Europa? Il rifiuto della Costituzione Europea è allo stesso tempo un rifiuto delle idee europeiste? Con il loro libro, Semprún e Villepin cercano una risposta a questi quesiti. Prendono la parola due personalità dell’attualità europea, che, benché di diversa nazionalità, evidentemente lavorano sulla base di una comune idea d’Europa.
E di questa idea sono persino convinti. Il libro assomiglia a una prosecuzione del dialogo tra lo scrittore tedesco Günter Grass e la saggista francese Françoise Giroud, che nel 1989 resero pubblico il loro scambio epistolare a proposito dell’idea d’Europa. Una prosecuzione sì, ma in un quadro generale completamente diverso. All’epoca, nel 1989, l’idea d’Europa rifulgeva più luminosa che mai, mentre oggi le sue stelle splendono in modo più pallido. Il saggio di Semprún e Villepin non lo nasconde, e proprio in questo si trova il loro punto di forza: non vi legge nessun istintivo e testardo “avanti lo stesso!”, come quelli che si udivano anche in Germania dopo il fallimento della Costituzione Europea.
Quell’attaccamento di Villepin allo Stato nazionale
Le paure e i dubbi dei cittadini europei sono presi seriamente in considerazione. Affrontarli in modo costruttivo rimane un obiettivo credibile e viene espresso con parole chiare: contro i rischi del capitalismo, e contro l’iper-burocratizzazione delle strutture europee. Allo stesso tempo, cioè, l’idea di un’Europa possibile viene dipinta con delle belle tinte di colore, ma non viene fatta apparire migliore di quanto non sia.
Per costruire il futuro, bisogna volgere lo sguardo al passato e riflettere sulla domanda “cosa vuol dire essereeuropei?”. Per Semprún e de Villepin, la risposta diviene comprensibile e superabile solo conoscendo la genesi e la storia culturale del Continente.
Nei loro testi sui confini e la storia dell’Europa gli autori citano numerosi testimoni famosi, da Jacques Delors a Voltaire, raccontano aneddoti storici. In questo modo rendono chiaro (involontariamente?) anche i due grandi problemi del pensiero europeista. Il primo è il suo eccessivo elitarismo dal quale Semprún non riesce ad emanciparsi completamente, essendo lui stesso – nipote di un primo ministro, figlio di un intellettuale – parte integrante dell’élite continentale. Il secondo è l’appartenenza allo Stato nazionale che per un francese come Villepin è difficile da escludere completamente.
Tuttavia, nel complesso, L’homme européen rimane comprensibile a tutti gli europei. Una visione generale sulla questione, per coloro che per la prima volta vi si avvicinano, che allo stesso tempo va oltre. Con un tenore chiaro: non ci si chiede quali sono le motivazioni attuali dei sentimenti pro o antieuropeisti, né quali ne siano i tratti distintivi. Il dato di fatto è che l’Europa esiste, su ciò gli autori non hanno alcun dubbio. La sfumatura imprescindibile che caratterizza l’Europa è data, tuttavia, dai nostri valori e dalle nostre libertà. Essi spesso ci appaiono troppo facilmente scontati. È invece proprio questo che rende noi, tutti noi, europei: la possibilità e la volontà di vivere da oltre 60 anni in pace e in democrazia.
Edizione francese
L’homme européen, di Jorge Semprún e Dominique de Villepin, edizioni Plon, 2005.
Edizione spagnola
El hombre europeo, Espasa Calpe, 2006.
Edizione tedesca
Was es heißt, Europäer zu sein, Murmann Verlag, 2006.
Translated from Was Europa ausmacht