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L'UE contro il terrorismo: la Francia invoca una difesa collettiva

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PoliticaAttentati a Parigi

Nella lotta al terrorismo, Parigi ha chiesto martedì il sostegno militare degli Stati dell'UE, invocando la clausola 47.2 del trattato di Lisbona. Una iniziativa che alcuni commentatori accolgono con favore, pensando che la guerra contro l'ISIS giustifichi la scelta di risposte straordinarie. Altri sottolineano i rischi di questa clausola.

Abbandonare un amico?

Invocare la clausola di assistenza reciproca tra i membri dell'Unione Europea è una reazione comprensibile, ma sbagliata, scrive il quotidiano di centrosinistra Süddeutsche Zeitung: «Se vogliamo mostrare solidarietà a Parigi dopo gli atti di terrorismo (secondo la logica della domanda presentata da Hollande), ci si dovrebbe battere al fianco della Francia. Inizialmente, non significa necessariamente farlo in Siria. La Francia ha inviato soldati in molte regioni di crisi. Riteniamo che invocare l'obbligo di assistenza previsto dal trattato di Lisbona sia l'unica possibilità per Hollande di esigere dai suoi partner un sostegno militare degno di questo nome su altri fronti. Le cose si complicherebbero notevolmente se il Governo francese dovesse un giorno chiedere all'Europa il sostegno in una guerra contro l'ISIS in Siria. Rifiutare tale aiuto sarebbe come abbandonare un Paese amico aggredito. La Germania, il più stretto alleato della Francia in Europa, non può permetterselo. Inoltre l'uso della forza, come mezzo per combattere l'ISIS, è molto controverso in Europa. (...) La decisione di Hollande di fare appello all'articolo 42.7 potrebbe quindi rivelarsi un errore e, nel peggiore dei casi, dividere e paralizzare l'Europa».

Da Süddeutsche Zeitung Germania » 18/11/2015

Una guerra che non conosciamo

Parigi ha fatto bene a chiedere il sostegno militare dell'UE perché l'Europa ha bisogno di nuove risposte alla minaccia del terrorismo dell'ISIS, ha scritto il quotidiano conservatore ABC: «Per la prima volta nella storia, un gruppo terroristico controlla, governa e amministra un territorio con una popolazione e delle risorse economiche. Non si possono applicare all'ISIS i modelli politici e di contrasto usati contro le organizzazioni terroristiche tradizionali che hanno operato in Europa, come l'ETA, l'IRA, le Brigate Rosse, o il gruppo Baader Meinhof. L'Europa si trova ad affrontare nuove esigenze di sicurezza, e per rispondervi dovrà abbandonare quelle abitudini che non sono riuscite ad impedire che un gruppo di fanatici seminasse il terrore per le strade di Parigi. Sì, c'è una nuova guerra».

Da ABC Spagna » 18/11/2015

Una difesa collettiva come gesto simbolico

Quali benefici presenta la clausola di mutua assistenza dell'UE in confronto a quella della NATO? Questa è la domanda che si pone il quotidiano di centrosinistra Tages Anzeiger: «Fatto inedito a Bruxelles: l'Unione europea ha attivato per la prima volta la sua clausola di assistenza. Siamo ancora all'oscuro per quanto riguarda la concreta assistenza attesa dalla Francia. È soprattutto il gesto simbolico che conta. È impossibile fare di più, dal momento che l'UE non dispone di forze armate. Rispetto alla clausola di difesa reciproca della NATO, che è stata attivata dopo gli attentati dell'11 settembre, la variante europea è al massimo una versione light. Sotto choc dopo gli attacchi di Parigi, si è inizialmente pensato di invocare la clausola della NATO. Ma adesso non rientra più nei piani. (...) La cosa più importante è trovare finalmente una soluzione politica per neutralizzare i gruppi terroristici in Siria e Iraq. La clausola di solidarietà dell'UE permette alla Russia di restare all'interno dei negoziati sulla Siria in corso a Vienna. Se fosse stato fatto appello alla NATO, i russi avrebbero probabilmente abbandonato i negoziati: un déjà-vu della Guerra Fredda».

Da Tages-Anzeiger Svizzera » 18/11/2015 

Ampi margini di manovra per Hollande

Attivando la clausola di assistenza inclusa nel trattato di Lisbona, il Presidente Hollande si garantisce un importante margine di manovra, è l'analisi del quotidiano La Stampa: «Se il presidente Hollande ha preferito (per ora almeno) fare ricorso all’articolo 42 del Trattato di Lisbona, invece che all’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, è perché desidera, assieme alla solidarietà, una legittimazione europea, politica e legale. Sul terreno, preferisce tenersi le mani libere e agire con le coalizioni variabili in costruzione con USA, Russia e potenze regionali. L’intensificazione in queste ore dei bombardamenti in Siria lo dimostra. L’intensificazione in queste ore dei bombardamenti in Siria lo dimostra. Questo doppio binario - unilaterale ed europeo - è abbastanza tipico della politica di Parigi, che ottiene così l’appoggio dei partners senza troppi condizionamenti sulle scelte internazionali della Francia».

Da La Stampa Italia » 18/11/2015 

L'UE solidale con la Francia, nella seduta al Parlamento europeo (Euronews)

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