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Ludwig, la traduzione di un'idea

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Guido Noto

Palermo

Tre giovani ricercatori siciliani, un bisogno comune: creare uno strumento affidabile che aiuti studenti, start-upper e professionisti a scrivere propriamente in inglese. Così nasce Ludwig, il traduttore “tutto in uno” appena rilasciato sul web.

Quante volte vi è capitato, dovendo scrivere in inglese, di voler un suggerimento per tradurre un modo di dire o un’espressione idiomatica, per poi doversi accontentare di traduzioni letterarie insoddisfacenti? A questa esigenza ricorrente vuole rispondere Ludwig, il nuvo web-service per tradurre in inglese partorito dalla mente di tre studiosi palermitani. Abbiamo incontrato Federico Papa, uno dei fondatori insieme a Roberta Pellegrino ed Antonio Rotolo, per saperne di più.

Cafèbabel: Ludwig è molto più di un semplice traduttore, ma fornisce un servizio integrato a supporto di chi scrive in una seconda lingua come l’inglese. Come funziona, nello specifico, il servizio che offrite?

Federico Papa: Ludwig è il primo motore di ricerca specializzato in lingua inglese che aiuta gli utenti a trovare la frase o parola giusta per esprimere quello che hai in mente, una specie di cuginetto di Google, ma con un dottorato in linguistica computazionale. Si può immaginare Ludwig come un enorme dizionario di frasi che ti consente di confrontare quelle scritte da te con quelle presenti nel nostro database, composto esclusivamente da fonti corrette ed affidabili. Questo approccio, basato sulla capacità degli esseri umani di apprendere tramite l’imitazione, consente a ciascun utente di trovare in modo facile e veloce la frase che cercava e di imparare così ad esprimersi correttamente.

cafèbabel: Dunque, se ho ben capito, Ludwig permette di non rinunciare a quelle espressioni a noi care che, vuoi per insicurezza, vuoi per inesperienza, decidiamo di non utilizzare quando scriviamo in inglese?

Federico Papa: Esattamente! La nostra mission è quella di abbattere le barriere linguistiche e consentire a chiunque di scrivere in inglese correttamente ed in totale autonomia. Per questo motivo Ludwig sarà sempre gratuito ed accessibile a tutti, perché tale merita di essere la conoscenza. Per venire incontro alle esigenze dei nostri utenti, abbiamo aggiunto tante nuove funzionalità così da rendere Ludwig una piattaforma di supporto alla scrittura in cui trovare tutti gli strumenti che realmente servono per scrivere in inglese.

cafèbabel: Quali sono le vere novità di questo web-service? 

Federico Papa: La principale è sicuramente il servizio di traduzione contestualizzata che permette agli utenti di scrivere nella lingua che preferiscono e di ottenere una traduzione in inglese di cui è  immediatamente verificabile sia la correttezza che la sensatezza, evitando così le cattive figure causate dalle traduzioni di Google Translate. Un altro servizio molto utile è il dizionario interattivo per conoscere definizione, sinonimi e contrari di ogni parola o la sua ricorrenza in frasi idiomatiche senza necessità di tenere aperte mille finestre. Molte altre novità seguiranno nei prossimi mesi quindi stay tuned people (se non sapete cosa significa cercatelo su Ludwig)!

cafèbabel: Tutti e tre i fondatori siete giovani con esperienza in un mondo, la ricerca accademica, che oggi è particolarmente votato all’internazionalizzazione. Si può dire che in un certo senso Ludwig risponde ad una vostra propria esigenza, ovvero quella di dover scrivere e pubblicare in inglese?

Federico Papa: Ludwig è nato per soddisfare un bisogno sì personale, ma che sappiamo di condividere con circa 2 miliardi di persone nel mondo. Nonostante tanti anni di studio ed esperienze all’estero, ogni volta che ci si trova a dovere scrivere in inglese le sicurezze vengono meno e si è spesso incerti e insoddisfatti del risultato finale. In quanto ricercatori universitari, gran parte del nostro lavoro consiste nel produrre montagne di carta in lingua inglese: paper scientifici, email formali e presentazioni. Stufi di perdere gran parte del nostro tempo utilizzando strumenti che non riuscivano a darci un aiuto effettivo o di importunare amici anglofoni sparsi in giro per il mondo, abbiamo deciso di crearci lo strumento che avremmo sempre desiderato avere al nostro fianco.

cafèbabel: Un'idea che sta piacendo anche fuori dai campus universitari?

Federico Papa: Sicuramente il mondo dell’università e della ricerca è uno dei nostri mercati di riferimento, ma non il solo. Tantissimi dei nostri utenti appartengo infatti ad altre realtà: startuppers, progettisti europei, professionisti, traduttori solo per citare alcuni esempi.

cafèbabel: Ludwig, è un nome curioso, come lo avete scelto?

Federico Papa: Il riferimento è a Ludwig Wittgenstein, il padre della filosofia del linguaggio che Roberta (una delle fondatrici n.d.a.) ha studiato ed amato moltissimo.

cafèbabel: E come mai avete trovato ispirazione nel filosofo e linguista austriaco?

Federico Papa: Dopo avere spaccato il capello in quattro su ogni questione tecnica e di mercato e programmato le nostre vite per i prossimi 5 anni non ci restava altro che trovare il nome da dare al nostro progetto. Dopo una decina di proposte imbarazzanti, Roberta ha proposto Ludwig citando la celebre frase di Wittgenstein “i limiti del linguaggio sono i limiti del mio mondo” che io ed Antonio abbiamo finto di conoscere perfettamente e che da allora è diventata il nostro motto.

cafèbabel: Nel 2014 avete vinto la #Wcap accedendo all’acceleratore d’impresa della Telecom. Come racconteresti in breve la vostra esperienza a stretto contatto con il leader delle telecomunicazioni in Italia?

Federico Papa: La prima cosa che abbiamo fatto è stata metterci alla ricerca delle migliori opportunità per finanziare il nostro progetto. Il caso ha voluto che la prima call for ideas in cui ci siamo imbattuti era proprio quella del #Wcap di Telecom. L’esperienza del percorso di accelerazione è stata molto utile e stimolante. Oltre al grant in denaro, Telecom ci ha messo a disposizione mentor preparati, uno spazio di lavoro confortevole e la possibilità di partecipare a tantissimi incontri interessanti. Sono stati mesi di duro lavoro nei quali abbiamo acquisito le competenze necessarie per muovere i primi passi in un mondo che non conoscevamo. Partecipare ad un programma di un colosso come Telecom è sicuramente un’esperienza positiva ma che non deve in alcun modo far pensare di avercela già fatta. Qualsiasi traguardo che una startup raggiunge è frutto esclusivamente del lavoro quotidiano e del commitment di tutto il team.

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