Lucia Biagi: diventare grandi a Torino a suon di fumetti
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Da Pisa ai "Docks Dora", passando per la Francia e sognando il Giappone: direttamente dal suo negozio, Belleville Comics, Lucia Biagi ci spiega come si diventa fumettisti all’ombra della Mole Antonelliana e perché Torino è stata il suo "punto di fuga".
A due passi dalla stazione di Torino Porta Nuova, sotto i portici di via Sacchi, si trova la fornitissima fumetteria Belleville comics. Dietro alle ampie vetrine si cela uno spazio organizzato in maniera spartana, con librerie di metallo e i tipici scaffali bassi ben noti a chi frequenta i negozi di fumetti. A rendere speciale questo posto non è solo la scelta (assolutamente unica) di presentare albi e fanzine autoprodotte, ma il fatto che sia gestita da una fumettista professionista.
Lucia Biagi, autrice di due graphic novel (Pets, Kappa edizioni 2009, e Punto di Fuga, Diabolo 2014), mi accoglie nel suo negozio con un’affabilità e una calma che mal si sposano con il caldo di un mattino di inizio giugno. Le braccia ricoperte di tatuaggi colorati e un grande sorriso, Lucia mi invita in quello che è il suo studio personale, ricavato nel soppalco della fumetteria. Circondata da albi provenienti da ogni dove e da una serie di oggetti curiosissimi provenienti dal Giappone, non posso che sentirmi a casa.
cafébabel: Punto di fuga, pubblicato lo scorso autunno in Italia è uscito da pochissimo anche in Francia (Point de fuite, Editions çà et là). Come sei riuscita a farti pubblicare all’estero e quali sono le differenze tra Francia e Italia nel settore dei fumetti?
Lucia Biagi: La collaborazione con l’editore francese è nata ad Angouleme (dove si svolge la più grande fiera europea del fumetto, n.d.r.). Sono andata allo stand della Editions çà et là e gli ho lasciato il mio libro. Dopo pochi giorni hanno deciso di pubblicarmi. È stato fantastico! Alla fiera c’erano le classi delle elementari in gita: in Francia educano al fumetto da quando si è bambini, e culturalmente il fumetto è un genere molto più accettato. Inoltre il mercato nazionale è più grande.
cafébabel: La protagonista di Punto di Fuga, Sabrina, ha 26 anni e si affaccia malvolentieri al mondo degli adulti. Cosa ha in comune con te?
Lucia Biagi: Non volevo che fosse un personaggio stereotipato, ma neanche un caso limite. Sabrina ha un caratteraccio ed è scontrosa. Io la vorrei come amica, ma non come fidanzata perché è fastidiosa e scostante, difficile da capire e molto chiusa. Mi piace il fatto che abbia un carattere forte e dica le cose in faccia. Io, a confronto, sono un po’ più accomodante e pacata.
cafébabel: Tu sei cresciuta a Pisa. Quando e perché ti sei trasferita a Torino?
Lucia Biagi: Mi sono trasferita nell’estate 2010 e la scelta di Torino è stata piuttosto casuale. Abbiamo incontrato un ragazzo che conosceva i vecchi proprietari di questo negozio e ci ha detto che era in vendita. In realtà ho un legame sentimentale con Torino. I miei nonni hanno una casa in montagna a Sestriere. Ero stata qui molte volte, avevo tanti amici ed era un po’ una seconda casa dopo Pisa.
cafébabel: In un’intervista hai detto che «i microcosmi non aiutano a crescere». Una città come Torino invece?
Lucia Biagi: Torino mi ha dato un sacco di possibilità e ha cambiato la mia visione del mondo. Qui ho incontrato molte persone che realizzano fumetti: riuscire a trovare artisti con cui dialogare ti aiuta tantissimo. E poi nel weekend fa piacere avere qualche alternativa rispetto alla solita piazza del paese!
cafébabel: Riesci a conciliare l’attività da fumettista con la conduzione del negozio?
Lucia Biagi: All’inizio la parte gestionale dell’attività è stata la più difficile. Il primo anno sono riuscita a disegnare poco. Ma qui lo spazio c’è e mi trovo benissimo. Certo, se sto scrivendo una storia e devo concentrarmi resto a casa. Per i lavori più meccanici però mi trovo benissimo, ho tutto il materiale del mondo in consultazione!
cafébabel: A proposito di fumettisti, in questo periodo ce ne sono molti a Torino e si stanno facendo conoscere…
Lucia Biagi: Quando sono arrivata, ho conosciuto Fabio Ramiro Rossin e Tonetto che hanno studiato al centro di animazione. Da poco è arrivata anche Eleonora Antonioni. In occasione di ogni anniversario dell’apertura del negozio, realizziamo un’antologia a fumetti, Amenità, a cui collaborano molti artisti: alcuni vengono da fuori, come Giorgia Marras che è di Genova, altri sono di qui. Nel penultimo volume metà degli autori erano orientali ed è stato faticoso comunicare con loro. Abbiamo usato Google Translate per capire il cinese! Torino comunque, non è ancora al livello di Bologna, che è – e rimarrà – il centro del fumetto italiano.
cafébabel: A proposito di Oriente, tu hai iniziato a fare una guida del Giappone a fumetti: Japanize me. Leggevo che ti piacerebbe tornarci a lavorare…
Lucia Biagi: Esattamente! Per la guida del Giappone ho tantissimo materiale, ma poco tempo. Vorrei trovare una casa editrice che mi aiuti a finire questo lavoro e vorrei evitare l’autoproduzione perché diventerebbe un lavoro titanico: 300 pagine di fumetto sarebber0 troppo impegnative. Mi piacerebbe realizzare una guida del Canada, dove sono stata l’anno scorso, mentre quest’anno vado in Texas: chissà cosa ne verrà fuori!
cafébabel: Un posto speciale di Torino che consigli ai nostri lettori?
Lucia Biagi: Oltre al Parco del Valentino, dove puoi accarezzare gli scoiattoli se ti porti dietro le noccioline, uno dei miei posti preferiti sono i "Docks Dora": un luogo post-industriale riconvertito, dove prima c’erano locali e ora hanno aperto diverse attività, tra cui Sericraft, un laboratorio di serigrafia, delle sale prove e altri luoghi di aggregazione. È un posto davvero bellissimo.