L’ora dell’aperitivo
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Manuela ManelliUno spuntino che diventa spesso un pasto: dalla versione buffet italiana alla tapas spagnola. Un momento di pausa dopo la giornata di lavoro che è diventata un’abitudine sociale.
«Che serve per aprire lo stomaco». Questa è la definizione principale di “aperitivo”, anche se questa parola di origine latina suggerisce molto di più all'orecchio degli europei, mescolando il gastronomico con il sociale. La “tapa” spagnola è la versione iberica per eccellenza di questa cultura del “tempo libero”. Le cronache antiche affermano che fu il re Alfonso X Il Saggio che instaurò, intorno al XIII secolo, codesto costume diventato oggi un'attrazione “tipicamente spagnola”. Il monarca impose nelle taverne castigliane che non venisse servito vino se non accompagnato da qualcosa da mangiare per evitare che desse alla testa. Inizialmente la “tapa” si appoggiava sulla bocca della tazza o della caraffa della bevanda per “taparla” e per evitare che potesse finirci dentro qualche insetto. Da lì deriva il nome definitivo. Da allora la “tapa” si è evoluta: “patatas bravas”, insalata russa, olive e, tra gli altri, anche affettati, serviti prima del pranzo o della cena. Tanta varietà e a volte in porzioni talmente abbondanti che il più delle volte non è solo il preludio ma diventa perfino un pasto a tutti gli effetti.
Aperitivo a buffet
Anche in Italia è un momento sacro della giornata. Prima di pranzare normalmente si offre un crodino o un campari. L'aperitivo, dopo tutto, è più un evento sociale al termine della giornata lavorativa. Tra le sei e mezza e le nove, in molti bar del Nord della Penisola le bevande alcoliche sono accompagnate da un buffet libero. Per esempio, per un cocktail che oscilla tra i 6 e i 9 euro, ci si può rimpinzare di pasta al pesto, di risotto o, di pizza e di un sacco di altre cose. A Milano, spiega Ambra, «quasi nessuno cena in casa. Questo è il nostro modo per staccare dopo dieci ore ininterrotte tra lavoro e metro».
In Francia vince il bere
Nella versione francese dell' “apéro” il bere trionfa sulla sostanza. Matilde Magnier descrive questo istante «quasi come un momento sacro». Si svolge al termine della giornata, tra le sei e le nove, sempre prima della cena. «Normalmente», aggiunge questa parigina, «si bevono alcolici: whisky, martini, birra, vino». E si stuzzicano pomodorini, frutta secca, arachidi o patate fritte. È un evento in cui si radunano la famiglia, gli amici. Si tratta di «un regalo ogni 24 ore. Un momento di allegria alla fine della giornata».
La ricetta delle “patatas bravas” per 4 o 5 persone
Olio d'oliva (1/2 litro), salsa di pomodoro (mezzo bicchiere), maionese (mezzo bicchiere), 2 cucchiaiate di mostarda, tabasco (a piacere), sale e patate.
Preparazione:
Scaldare un teglia con olio di oliva e aggiungere le patate pelate e tagliate a cubetti quando l'olio è ancora tiepido. Friggerle lentamente alzando alla fine il fuoco perché diventino dorate. Scolarle e salarle a piacere.
Per le salse: mescolare la salsa di pomodoro con la mostarda e il tabasco (attenzione che è piccante). Mescolare a parte la maionese con dell'altro tabasco (il piccante è ciò che rende “bravas” (arrabbiate) le patate. Servire le patate in un piatto e cospargerle di salsa cercando di non mescolarle.
Translated from ¡Y aperitivo porque me toca!