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"Look up, I'm in heaven!": 6 canzoni per salutare David Bowie

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Palermo

Onoriamo il Duca Bianco con una playlist che attinge dal suo infinito universo musicale. Più di un'icona, il Dio del rock più trasformista, attraverso l'uomo e lo spazio, tanto che nel 1969 la BBC scelse una sua canzone per lo sbarco sulla luna. See you so far away, so far away...

Can you hear me, David?

È il compleanno di Ornella, amica da sempre. Sono sotto casa sua stringendo il regalo che le ho fatto: l'album Space Oddity di David Bowie. Ne ho ascoltato solo qualche estratto prima di acquistarlo. "Now it's time to leave the capsule if you dare...". Forse non è così stronzo. Arriva la mia amica. So che le piacerà il regalo. Dio, quanto vorrei ascoltarlo. "Can you hear me, Major Tom?". Tornato a casa, mi sono addormentato e svegliato di buon ora per andare subito a comprare la mia prima copia del CD di Bowie. "Planet earth is blue and there's nothing I can do...".

Giuseppe

We must have died alone, a long long time ago...

David Bowie è "The Man Who Sold the World", come lo siamo tutti noi. La velocità ed il distacco con cui viviamo giorno per giorno (già dal 1970, anno in cui esce questo brano contenuto nel lato B di Space Oddity), il crearsi una maschera, un personaggio: è proprio questo il punto focale che scolpisce questo brano nella storia della musica ed in quella di ognuno di noi. Ma poi ci ripensiamo e puntiamo il dito verso gli altri pensando: "Oh no, not me I never lost control...". 

Francesco

And the clock waits so patiently on your song, when you've lived too long...

Siamo agli inizi degli anni Novanta e la copertina disegnata su un vinile, intitolato The Rise And Fall Of Ziggy Stardust, attira la curiosità di una bambina di appena 4 anni. Rock'n roll Suicide è la canzone che chiude questo disco-parabola di ascesa e caduta, teatrale come un commiato da un palcoscenico. Un «addio all'effetto-giovinezza», l'aveva definita Bowie: la fine dell'era in cui prendi la vita alla leggera, spavaldo e strafottente, come quando fumi una sigaretta e non ti importa che dia fastidio al tuo vicino. "Time takes a cigarette, puts it in your mouth / You pull on your finger, then another finger, then your cigarette / The wall-wall is calling, it lingers, then you forget...".

Marta G.

Ashes to ashes...

Sono ad Auckland, in macchina con Michelle, e le dico che non ho mai guidato col volante a destra. Così accosta in pieno centro, scende dalla macchina e mi invita a cambiare posto. Sale dal lato passeggero, sceglie un CD, e partiamo, "Ashes to ashes, funk to funky...".

Guido

See you so far away...

Quando ascolto per la prima volta Earthling è un pomeriggio di gennaio, sono in macchina da ore, cerco di rimanere sveglia. L'album me l'ha regalato un cugino per Natale: sulla copertina i colori brillanti e le forme ossessive di come immagino un viaggio sotto LSD. Il mio periodo-David-Bowie l'ho avuto attorno ai 15 anni, ed è finito verso i 20, quando anche l'ultima traccia dei suoi tre CD storici ha iniziato a saltare odiosamente nel lettore ogni pochi secondi. Sono anni che non ascolto un suo pezzo, vivo quello stato di ingenua arroganza dove si pensa che un artista ci abbia già detto tutto quello che poteva dirci. Quando parte Little Wonder l'emozione è così inaspettata che rischio seriamente di sbandare. Mi abbandono alla meraviglia, the wonder: "Sending me so far away, so far away…".

Marta P.

How it feels if all the world were under your heels?

Contenuto in The Next Day, 26esimo album in studio pubblicato nel 2013, il singolo Valentine's Day è diventato il mio inno per un San Valentino alternativo, per tutti quelli che come me vivono con disappunto il giorno dedicato agli innamorati. Ricordo che ai tempi il cantante dei Coldplay, Chris Martin, propose una collaborazione a Bowie, che rifiutò. Martin rivelò poi che in effetti Bowie stava lavorando proprio a The Next Day, e che il livello delle canzoni era già molto alto. Già, Bowie era di un altro pianeta...

Andrea