Londra: Hackney Wick, Fish Island e l'ombra del glamour
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Valentina MurgoloI quartieri londinesi Hackney Wick e Fish Island ospitano la più elevata concentrazione d'artisti d'Europa. Su questa riva del Tamigi si sono svolte le Olimpiadi del 2012, le bandiere ora non ci sono più e gli atleti sono andati a correre altrove. Ma per chi vive qui, minacciato dai prezzi dell'edilizia, le ripercussioni sembrano destinate a durare più del previsto. Reportage da Londra.
Quando le porte della metro si aprono sul marciapiede umido, una fermata prima di Stratford, si scorge a colpo d'occhio la metamorfosi che ha sconvolto l'est di Londra negli ultimi anni. Due enormi lettere rosse, una "H" e una "W", coprono la facciata di una vecchia fabbrica: le iniziali sono solo il ricordo di un quartiere che in altri tempi è stato il fiore all'occhiello dell'economia britannica. Più lontano, dietro un labirinto di strade, si intravede il canale River Lea, che separa Hackney Wick dalla sorella gemella, Fish Island. Più discreta e meno chiassosa, risparmiata dai curiosi e dai pub crawlers, Fish Island ha il sapore del tempo passato: industrie vittoriane, magazzini giganteschi e il più antico affumicatoio di salmone di Londra. Il tutto è ormai trasformato, parzialmente o totalmente, in uno spazio comune di lavoro e di alloggio, in open space a vocazione sociale, artistica o culturale. Infine, in lontananza, come un mondo nuovo che cerca di invadere il vecchio, nel grigiore si scorgono lo stadio Olimpico e la Arcelor Mittal Orbit Tower: vestigia delle Olimpiadi di Londra nel 2012.
Creatività ed edilizia
In verità il murales rosso della foto (sopra) è stato ricavato da un precedente pannello pubblicitario voluto dalla Coca Cola, lo sponsor delle Olimpiadi, e che occupava tutta la grande parete prima di essere coperto dalla scritta "Vergogna", realizzata dai residenti. Oggi non resta niente di questa polemica (è quasi impossibile persino trovare un'immagine del muro con quello sponsor, salvo qualche raro caso, n.d.r.), che in realtà sarebbe stata banale se non avesse portato alla luce un problema molto più importante. Una situazione con cui gli abitanti di Hackney Wick e Fish Island (da ora ci riferiremo ai due quartieri con la sigla HWFI) convivono tutti i giorni, e che costituisce un caso esemplare di gentrificazione e di abuso di potere. Il tutto in una città con i più alti tassi di disparità economico-sociale d'Europa.
Quando l'industria tradizionale, cuore dell'attività locale (è tra queste mura che fu inventata la prima plastica artificiale, la parkesina) è crollata negli anni '80, interi ettari di spazi e metri cubi di edifici si sono svuotati, per poi essere occupati abusivamente o abitati il più delle volte da artisti al verde. In questo stato di autarchia creativa, una nuova generazione di abitanti ha creato un sistema socio-economico parallelo. Qui per molto tempo il principio di aiuto reciproco, la spontaneità e la libertà di espressione hanno colorato le mura e i marciapiedi nell'indifferenza generale del capitalismo e dei poteri pubblici. Ma l'annuncio delle Olimpiadi e le prospettive di un rapido guadagno hanno fatto venire l'acquolina in bocca ai dirigenti della City.
Rigenerazione è la nuova gentrificazione
Già una decina di anni fa, si diceva spesso che chi conosceva il significato del termine "gentrificazione" ne faceva sicuramente parte. La parola, che deriva da una formula accademica inventata dalla ricercatrice londinese Ruth Glass nel 1954, è oggi sulla bocca di tutti, soprattutto di chi la critica. La "parola G." è stata bandita progressivamente dal dizionario dei costruttori edili e sostituita da "rigenerazione", che sembra avere una connotazione più positiva. Un sintomo della nuova tendenza anti-gentrificazione che va per la maggiore nei consigli comunali londinesi è la guida "Restare fermi: un manuale anti gentrificazione per i comitati edilizi a Londra" (Staying Put: An Anti-Gentrification Handbook for Council Estates in London).
Nel vademecum ci si chiede quali siano i segni della gentrificazione nel proprio quartiere attraverso domande come: «L'agglomerato comunale è indicato come un sito di potenziale sviluppo?» o «Il quartiere fa parte dei "settori di opportunità" del London Plan?». Nei documenti della London Legacy Development Corporation (LLDC), l'organismo incaricato della suddetta rigenerazione post-olimpiadi, è evidente che Hackney Wick e Fish Island siano diventati dei "settori di opportunità". Un passaggio tratto da queste carte è particolarmente eloquente: «Attualmente stiamo valutando quanti alloggi accessibili possono essere inclusi nel piano e ci dirigiamo verso un obiettivo del 10%».
Le Olimpiadi avrebbero dovuto portare un aumento delle possibilità economiche attraverso l'afflusso dei turisti, ma gli abitanti di HWFI non ne hanno beneficiato: le autorità locali hanno deciso di fermare la metro ad Hackney Wick durante le settimane delle Giochi olimpici per concentrare i viaggiatori unicamente su Stradford. Riassumendo, se prima delle Olimpiadi vivevi a Hackney Wick o a Fish Island, se ora non puoi permetterti un appartamento a meno di 400.000 sterline o se la tua famiglia supera i due membri, le possibilità di rimanere nei dintorni vanno da una a due su dieci...
In effetti la LLDC possiede sempre più terreni e palazzi a Hackney Wick, dove ha anche la possibilità di comprare ciò di cui ancora non è proprietaria grazie al Compulsory Purchase Order, una legge che le permette di acquistare terreni senza il consenso del proprietario. Le prospettive per chi resta sono di diventare sempre più povero mano a mano che gli affitti aumentano, guardare chi attorno si beve un frappuccino che gli è costato 5 sterline, e pensare (a torto) che proprietari dei bar hipster o gli artisti siano la causa di tutti i mali... Ma se i primi sono solo il sintomo di un processo più profondo, i secondi sono molto spesso vittime stesse della gentrificazione.
Hackney, tra glamour ed esclusione
«Gli artisti, a Londra, di solito cercano affitti più bassi rispetto alle altre categorie socio-professionali. In questo momento è un grosso problema perché è evidente che gli artisti e i creativi sono i responsabili dell'attuale impennata di prezzi a Hackney Wick. Gli artisti rendono un luogo come questo migliore, e attirano un'economia che non è accessibile per molti altri residenti di lunga data,» commenta Richard Brown, esaminando le responsabilità della categoria dei creativi attraverso la sua iniziativa Affordable Wick.
Distinguiamo però i due aspetti di questo fenomeno. A HWFI, l'aspetto più evidente e all'origine delle critiche più comuni è senza dubbio il place-marking, una strategia sofisticata che mira a trasformare il quartiere in un prodotto più sexy, soprattutto attraverso i media lifestyle o l'insediamento di negozi di moda. Gli artisti, volenti o nolenti, sono soltanto accessori in questo processo che finisce per spingerli al di fuori della loro stessa area. Di fronte a questa invasione dalle sembianze modaiole, a HWFI i movimenti di resistenza fioriscono senza un vero coordinamento, in modo talvolta incongruo. La campagna più famosa resta "Keep Hackney Crap", attraverso la quale gli abitanti del quartiere hanno cercato di preservare il quartiere e di mantenerlo nella sua forma tradizionale.
Ma è sotto la superficie, sotto vesti meno glamour, che si gioca il vero cambiamento, dove le astrazioni numeriche della criminalità dei colletti bianchi generano una reale sofferenza sociale. È molto comodo per chi vuole la gentrificazione far credere che questa sia un fatto naturale. E sono gli stessi che insinuano che l'espulsione degli abitanti storici in nome della rigenerazione, sia l'unica alternativa per riscattare un'area impoverita.
Molti abitanti di HWFI reclamano invece una rigenerazione che comporti un'organizzazione locale più adeguata in fatto di infrastrutture o sicurezza. Ma è assurdo che la si ottenga solo in cambio della loro dipartita. Di fronte a questo darwinismo urbano, occorre contrastare l'idea che degli affitti più alti non rappresentino l'ultimo ostacolo contro un famigerato caos edilizio. «Il contrario della gentrificazione non è solo il degrado dello spazio urbano, ma la sua democratizzazione,» scriveva a gennaio il giornalista Dan Hancox sulle colonne del Guardian.
Senza questa consapevolezza HWFI farà la fine di Shoreditch o Elephant and Castle qualche anno fa: allora gli strati popolari, spazzati via come niente fosse, dovettero cedere il posto ad una vita sociale e culturale dal costo esorbitante, organizzata come un centro commerciale. E dell'allegro caos di Fish Island resteranno soltanto le lische.
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Questo articolo fa parte della serie di reportage EUtoo 2015, un progetto che cerca di raccontare la disillusione dei giovani europei, finanziato dalla Commissione europea.
Translated from Londres : Hackney Wick, Fish Island et l'ombre du cool