'Loin des hommes', un western europeo
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Emiliano BianchiPresentato alla Biennale di Venezia del 2014 e ispirato da un racconto di Albert Camus, il film Loin des hommes, del direttore francese David Oelhoffen, arriva ai nostri schermi presentandoci il viaggio di due personaggi solitari alla ricerca delle proprie identità e radici.
Le parole scritte da uno dei pensatori più importanti del secolo XX, il franco-algerino Albert Camus, nel suo saggio L'Ospite, acquistano oggi una grande rilevanza in un mondo senza frontiere segnato dalla continua migrazione di esseri umani strappati dalle loro terre per conflitti bellici. Sembra che il regista francese David Oelhoffen sia stato in grado di vedere nelle parole di questo breve testo del connazionale un parallelismo con i terribili eventi aventi luogo in Siria, Iraq o Afghanistan, i quali finiscono ripercuotendosi sulla gestione politica, economica e umanitaria delle nostre frontiere europee. Loin des hommes è un'adattazione libera del testo di Camus ed un eccellente argomento di riflessione sull'umanismo e sulla responsabilità storica del Vecchio Continente verso questi paesi, e sopratutto con i rifugiati.
Il film è stato presentato a vari festival, con particolare riguardo al Festival du Cinéma Français organizzato a Madrid lo scorso giugno, al quale hanno partecipato il regista, l'attore protagonista e co-produttore Viggo Mortensen, e la interprete spagnola Ángela Molina, cha ha partecipato al film con un piccolo cameo. Questo film richiama chiaramente il genere western, ma "all' europea". I vasti paesaggi desertici dell'Algeria, la situazione socio-politica dell'epoca postcoloniale e due personaggi apolidi compongono un' estenuante "oddissea donchisciottesca".
Daru (Viggo Mortensen) è un insegnante in una scuola situata nel bel mezzo del deserto, nella solitaria Atlas - rifugio nel quale può dimenticare la violenza del conflitto franco-algerino a cui ha dovuto assistere, dove trasmette ai suoi alunni le sue immutabili convinzioni morali . Tuttavia, quest'equilibrio viene interrotto quando le milizie francesi, chiamate a contrapporsi ai "ribelli" algerini in seguito alla liberazione coloniale, incaricano il riconvertito maestro del compito di consegnare alle autorità occidentali Mohamed (Reda Kateb), un prigioniero accusato di omicidio, sottraendolo alla ben più feroce legge della diya.
Da qui in poi il personaggio interpretato da Mortensen si vede obbligato dalle circostanze a intraprendere insieme al prigioniero un cammino che li spingerà ad imparare l'uno dall'altro e dare un significato ai concetti di fratellanza, amicizia e lealtà. Daru e Mohamed rappresentano due forme antitetiche di vedere il mondo e di intenderne legge e giustizia. Tuttavia entrambi troveranno punti in comune, forme di comprensione che vanno al di là dei dettami insegnati dagli uomini (e da Dio) e l'insensatezza di alcune delle loro azioni.
Loin des hommes appare dunque come un film necessario e riflessivo che mette in rilievo l'incredibile forza di un testo di carattere filosofico, umanista ed esistenziale che Camus ha scritto negli anni 50. Oelhoffen ha trasformato magistralmente questa storia, breve ma piena di ricchezza, in un bellissimo affresco in cui i concetti di condivisione e comprensione fra differenti culture si mescolano. Egli ha anche il merito di essere stato in grado porre il peso della storia sulle spalle di due personaggi straordinari, per niente loquaci, ma eloquenti negli sguardi e nei gesti, i quali, nel loro pellegrinaggio, sono alla ricerca di un luogo dove la giustizia viene intesa nel senso più universale del termine: La pace con se stessi.
Translated from 'Lejos de los hombres', un western europeo