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Lo stato sociale riscalda il Marcovaldo, Parigi ai tempi dell’Ikea.

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I ragazzi de Lo Stato Sociale sono riusciti a trasformare per una sera il Marcovaldo da deliziosa libreria-café, in rue Charlot, nel cuore del terzo arrondissement di Parigi, in una sauna popolata da ultras della Sampdoria. Una serata tra vino, musica e lampadine rotte.

Abbiamo tentato di arrivare prima dell’inizio del concerto per affrontare l’intervista in tutta “sobrietà” ma, purtroppo, non ce l’abbiamo fatta. Alle 18.30, Lodo e Enrique rispondono alle nostre domande con un bicchiere di vino in mano, sicuramente non il primo. Dopotutto il loro tour fuori dall’Italia inizia oggi, bisogna festeggiare!

Il Marcovaldo è già pieno molto prima che il concerto abbia inizio. Se Dente, Brunori sas e Colapesce sembravano aver portato un po’ d’Italia locale tra i libri del Marcovaldo, in occasione dei loro concerti, pare che quelli de Lo stato sociale abbiano deciso di portare tutta Bologna, province comprese. Alla fine della prima canzone, i vetri sono già appannati e la porta d’ingresso impossibile da aprire. “Abbiamo fatto molto rumore tra i gruppi erasmus”, ci aveva anticipato Lodo poco prima, operazione pubblicitaria terminata con successo. Ogni parte d’Italia rappresentata poteva contare sulla propria rappresentanza, a partire dagli ultras volati direttamente da Genova che, tra un pogo e l’atro, hanno rotto anche una lampadina che pendeva dal soffitto. 

"con il crowdfunding, abbiamo troppa paura dell’aspettativa. E se poi la gente ci finanzia qualcosa che non le piace?"

Il nostro pubblico è adolescenziale, sono i nati tra l’88 e l’inizio degli anni 90. Non hanno vissuto i 20 anni di Berlusconismo, la Moratti”, guardandoci intorno, di questo non siamo sicurissimi. Sono quasi certa che almeno uno degli ultras viaggi verso i 30. “Vivere il governo dei tecnici non è la stessa cosa. In ogni caso non è una questione di colore politico ma di atteggiamento. Il nostro pubblico è il popolo di internet”. La politica è onnipresente nei loro testi, come ogni gruppo indie/rock/punk che si rispetti perché, come dice Lodo, “Bisogna parlare di politica!”. Tra i cinque però, c’è anche chi ogni tanto scrive d’amore, giusto per far trapelare un po’ di sana italianità, “Albi è quello che scrive d’amore. Lui è sicuramente quello più innamorato”, la fidanzata di Albi si trova casualmente nei paraggi e ci lancia un bel sorriso soddisfatto. Ci dispiace per le fan. 

Impossibile non parlare dei travestimenti, un modo per non prendersi sul serio, una consuetudine ormai che ritorna in tutte le loro esibizioni. “Non è la passione per il travestimento in sé ma un modo che abbiamo sperimentato per spiazzare, per fare un po’ di caciara”. Così un semplice concerto si trasforma in uno spettacolo, in un “teatro-canzone”. Purtroppo per noi, nessun travestimento è previsto questa sera, fa troppo caldo anche solo per mettere su un sombrero.

Quando ricordiamo loro che Marco Pipitone, giornalista musicale nonché autore di un blog sul Fatto Quotidiano, li ha chiamati “quattro pischelli riottosi e indie” si fanno una bella risata, “Se glielo chiedi adesso ti dirà che è un nostro fan. Ci siamo ritrovati a una serata destinata a non decollare e invece abbiamo fatto 500 persone. Da allora ci segue!”. Senza contare che si sono persino guadagnati un posto fisso nel giornale web.

"Il nostro pubblico è adolescenziale,è il popolo di internet,non ha vissuto i 20 anni di Berlusconismo,vivere il governo dei tecnici non è la stessa cosa"

Nonostante suonino insieme dal 2009, il loro primo album Turisti della democrazia ha visto la luce a febbraio 2012. Nel corso di quest’anno la band ha collezionato 125 concerti in tutta Italia, all’apparenza sembra che siano riusciti a fare della loro passione un vero lavoro. Tuttavia, “Non si porta il pane a casa con i concerti. Anche ora che siamo più conosciuti, più ci pagano, meno ci pagano in realtà. Stiamo facendo del volontariato fiscale”, ci disilludono. Se con i soldi dei concerti non si porta neanche il pane a casa, figuriamoci se ci si porta un disco e per di più in versione deluxe. Per fare questo, infatti, hanno scelto un metodo alternativo. Su Musicraiser(sito italiano di crowdfunding fondato dal cantante dei Marta sui tubi) hanno finanziato la versione deluxe del loro primo album. Su questo punto però non li troviamo molto convinti. “È stata un’idea del nostro discografico. Senza contare che una banca ci avrebbe sbattuto la porta in faccia”, se lo rifaranno sarà sempre per finanziare qualcosa di preesistente, “abbiamo troppa paura dell’aspettativa. E se poi la gente ci finanzia qualcosa che non le piace?”. Ansia da prestazione, insomma, che li rende ancora più simpatici e ci conferma la loro voglia di fare sì, ma fare bene.

Anche dopo essere riusciti a smuovere Parigi, i cinque bolognesi non sembrano tirarsela nemmeno un po’. Dopotutto neanche loro sanno cosa vuol dire essere Indie e pare che restare nell’ignoranza non li disturbi più di tanto. Dopo la “calda” serata parigina, la band rimonta subito sul furgone, direzione Bruxelles. Speriamo che riescano almeno a pagarsi la benzina.

Foto: © Giacomo Rosso; video: garrinchadischi2/YouTube