Participate Translate Blank profile picture
Image for Live ad Aarhus: gli XX sfidano l'implacabile vento danese

Live ad Aarhus: gli XX sfidano l'implacabile vento danese

Published on

Cultura

Gli XX sono uno dei gruppi rivelazione del 2009. Considerati come una delle band più innovative degli ultimi dieci anni, gli XX hanno cercato di confermare la loro fama ad Aarhus, in Danimarca, in una delle tappe del loro tour europeo. Nonostante il vento impetuoso, numeroso il pubblico accorso al VoxHall per ammirare il terzetto inglese.

Seconda data, seconda serata sold out in terra danese per il gruppo indie-rock rivelazione dell’anno, gli inglesi XX. Affrontando un vento impetuoso ed implacabile, un centinaio di persone fanno la coda per entrare al VoxHall, il Music club di Aarhus, che regolarmente ospita sulla scena grandi nomi internazionali, secondo, in terra danese, solo al Vega di Copenhagen. Decine di Ray-ban wayfarer e camicie a scacchi, il popolo hipster di Aarhus sembra essersi dato appuntamento al VoxHall stasera, anche se il pubblico è piuttosto variegato e si scorgono, tra gli altri, quarantenni musicalmente aggiornati e adolescenti soli, troppo “avanti” per lo standard musicale della loro età.

Olivier e Romy in concerto (Foto di gzig/flickr)

In questo tour europeo, sono i The New Look, duo canadese elettronico, a preparare il terreno agli XX, mentre il livello alcolico del pubblico raggiunge gli standard di un classico fine settimana danese. Il terzetto londinese fa la sua comparsa sul palco verso le 22. Due voci, una chitarra, un basso, una tastiera ed una drum machine. Con l’addio di Baria Qureshi lo scorso novembre, è ora Jamie ad occuparsi sia dei beats sia delle tastiere, ed è bravo a tessere la tela su cui le voci di Romy e Olivier ricamano, in alternanza, morbidi motivi di cosmica melanconia.

Il pubblico è sicuramente attirato dallo sguardo di Olivier, che, nonostante la giovane età, sembra conoscere tutti i trucchi per attirare l’attenzione femminile, come confessa una ragazza che assiste alla performance al mio fianco. L’impatto scenico inferiore di Romy potenzia invece la sua figura d’ombra: è scura e dimessa, come le parole che distillano i suoi testi, e la sua voce è morbida, il tono nitido. Mi illumino all’incedere del delicato intro di VCR (prossimo singolo in uscita) e all’improvviso mi torna in mente l’atmosfera gloomy anni ottanta di Ceremony dei New Order.

Le canzoni si susseguono fluide, seguendo pressappoco la scaletta del disco. Poche le interruzioni: la musica si ferma solo quando Olivier ringrazia il pubblico e presenta la cover Do you Mind di Kyle. Davvero apprezzabile la riuscita delle esecuzioni canore, impeccabili quelle strumentali, soprattutto pensando che si tratta del loro disco d’esordio e del loro primo tour come headliner. Peccato invece per la pessima, in quanto eccessiva, amplificazione delle voci e dei bassi, che, soprattutto all’inizio, ha intaccato il tappeto sonoro e dissociato l’equilibrato mix di suoni del disco. In complesso un buon concerto, al quale tuttavia manca ancora quel quid che fa la differenza, capace di trasformare una godibile esibizione in un vero spettacolo. Manca forse l’esperienza, la capacità di animare i testi e di trascinare lo spettatore nel mondo della musica, seppur nell’intrinseca indolente natura degli XX.

Così, a tratti, l’atmosfera dream pop, ben ricreata dal gioco di voci, è stata violata dagli invasivi ritornelli di parte del pubblico, più concentrato sul piacere di cantare ed ascoltare se stesso che di immergersi nella performance, per far propria la dolce apatia della band.

Sono passate da poco le 23 quando le luci sul palco si spengono ed i tre ragazzetti londinesi ci lasciano lì sotto al palco, senza nemmeno concederci un bis.

Lasciamo pure che se la tirino un po’: in fondo, come suggerisce il loro nome, gli XX, hanno solo vent’anni, e se il magazine inglese NME (New Musical Express) avesse messo il mio album al secondo posto della classifica dei miglior album del 2009 e avesse assoldato la mia band fra quelle più innovatrici del decennio, diciamolo pure: me la tirerei anche io.

(Foto di stafanomaselli/flickr,  gzig/flickr. Video di youngturksrecord/Youtube)