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Lista Tsipras: dentro l'Europa, fuori dall'austerity

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Politica

Ale­xis Tsi­pras, can­di­da­to uf­fi­cia­le alla pre­si­den­za della Com­mis­sio­ne eu­ro­pea: 10 punti per usci­re dalla crisi e cam­bia­re il volto del­l'Eu­ro­pa. 

Ale­xis Tsi­pras, 40 anni, è l'at­tua­le lea­der di Sy­ri­za, par­ti­to d’op­po­si­zio­ne al go­ver­no in Gre­cia, e can­di­da­to uf­fi­cia­le alla pre­si­den­za della Com­mis­sio­ne eu­ro­pea per le ele­zio­ni del lu­glio 2014.

È alla guida di una nuova si­ni­stra eu­ro­pea che si di­chia­ra lon­ta­na dagli ele­men­ti mo­de­ra­ti e neo­li­be­ri­sti con­di­vi­si da en­tram­be le mag­gio­ri fa­zio­ni po­li­ti­che, po­po­la­ri e so­cia­li­sti, del Par­la­men­to eu­ro­peo; una si­ni­stra che vuole ri­vo­lu­zio­na­re l’U­nio­ne eu­ro­pea e ancor di più l’Eu­ro­zo­na. Il suo ma­ni­fe­sto si com­po­ne di 10 punti fon­da­men­ta­li, ma nes­su­no di que­sti può es­se­re rea­liz­za­to senza che il primo, padre di tutti i punti, non venga at­tua­to: la fine del­l’au­ste­ri­tà.

Ri­vo­lu­zio­ne eco­lo­gi­ca, ri­lan­cio degli in­ve­sti­men­ti at­tra­ver­so un new deal eu­ro­peo, so­spen­sio­ne del fi­scal com­pact e una po­li­ti­ca “soft” sul­l’im­mi­gra­zio­ne, sono al­cu­ni dei punti del ma­ni­fe­sto “tsi­pra­sia­no”, che sem­bra­no svi­lup­pa­ti su mi­su­ra dei Paesi del sud Eu­ro­pa.​ Non a caso la “lista Tsi­pras” sem­bra tro­va­re piu sim­pa­tiz­zan­ti nei Paesi par­ti­co­lar­men­te col­pi­ti dalla me­di­ci­na te­de­sca “tutta au­ste­ri­tà e nien­te in­ve­sti­men­ti”.

L'i­dea di fondo è ri­lan­cia­re l'e­co­no­mia sfrut­tan­do come vo­la­no la tra­sfor­ma­zio­ne "eco­lo­gi­ca" della pro­du­zio­ne e ga­ran­ti­re que­gli stru­men­ti utili a tutti cit­ta­di­ni per go­de­re in pieno dei pro­pri di­rit­ti umani e ci­vi­li, mi­na­ti du­ran­te la crisi dai tagli al­l'i­stru­zio­ne, alla sa­ni­tà e a tutti gli stru­men­ti di wel­fa­re.

Tsi­pras pro­ba­bil­men­te non ot­te­rà la tanto ago­gna­ta e da più parti ri­cer­ca­ta “fi­du­cia dei mer­ca­ti”, ma una lunga lista d’in­tel­let­tual­li si è già mossa al fine di sup­por­tar­lo.​ Dalla sua, inol­tre, ha tanta ener­gia, il van­tag­gio della gio­va­ne età e l’e­spe­rien­za di­ret­ta del di­sa­stro so­cia­le greco, con­se­guen­za del mix mi­ci­dia­le tra crisi eco­no­mi­ca e au­ste­ri­tà.

Il mag­gio­re sfi­dan­te fi­no­ra è Mar­tin Schulz, can­di­da­to te­de­sco alla pre­si­den­za ed espres­sio­ne del PES (Par­ti­to del So­cia­li­smo Eu­ro­peo, ndr.), che, con il suo slogan "jobs for young peo­ple" ("la­vo­ro per i gio­va­ni", nda.) ha già segnato un punto a suo favore. Inoltre può con­ta­re sulla sua fama internazionale essendo il Pre­si­den­te del Par­la­men­to eu­ro­peo uscente.

Tut­ta­via la vera com­pe­ti­zio­ne alle ele­zio­ni non sarà tra le di­ver­se in­cli­na­zio­ni po­li­ti­che, ma tra eu­ro-fi­li ed eu­ro-scet­ti­ci.​ In­fat­ti, il vero vin­ci­to­re sarà chi riu­sci­rà a gua­da­gnar­si i voti dei cit­ta­di­ni di­sil­lu­si che riem­pio­no le fila del po­pu­li­smo anti-Ue.