Life. Energy. Future. Watly porta la luce nel Sud del Mondo
Published on
Siamo nel Ventunesimo secolo, eppure in alcune zone del mondo i bambini continuano a morire al ritmo del ticchettio di un orologio. Molti di loro muoiono per denutrizione e malattie legate all'impurità dell'acqua, qualcosa che per lo stile di vita condotto dall'Occidente non può che apparire assurdo.
Tre parole dense di significato
A volte uno slogan vale più di mille parole. "Life. Energy. Future." è sicuramente uno di quelli vincenti. Tre parole che faticano a perdersi nella memoria, poiché ci fanno pensare con precisione a ciò cui aspiriamo nel corso delle nostre brevi esistenze.
A primo impatto, la parola che attira maggiormente la nostra attenzione è "Energia". Nel mondo Occidentale diamo per forza di cose un rilievo particolare a questo termine: la nostra società si fonda infatti sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali per soddisfare le sue necessità primarie. Fino a qualche tempo fa faticavamo tremendamente ad immaginarci un modello di crescita economica differente e, sebbene l'opinione pubblica stia acquisendo maggiore consapevolezza sul tema, dobbiamo ammettere che ancora oggi l'utilizzo del petrolio e del gas restano in cima alla lista delle priorità economiche occidentali, tanto da essere il movente per dichiarare guerra e scatenare conflitti armati.
Anche alla parola "Futuro" siamo affezionati: con i tempi che corrono, tra disoccupazione dilagante e ferrea austerity dei conti, le nuove generazioni dei paesi sviluppati si trovano di fronte alla mancanza di opportunità lavorative, per cui molti (di noi) vivono proiettati in un futuro che a tratti appare irraggiungibile. "Vita" ha ormai perso il suo valore letterale di "essere in vita biologicamente" e fa più che altro riferimento al conseguimento di tutto ciò che in Occidente consideriamo indispensabile in relazione a questa parola: cultura, libertà intellettuale, felicità.
Non uno slogan, ma un motto
Però quello di Watly non è uno slogan in senso tradizionale, bensì un motto. E' importante fare questa distinzione, perché sebbene Watly sia una start-up che aspira a fare dei profitti, stando alle parole del suo staff è strettamente legata ad un tipo di business basato su "profondi valori etici". Quando li ho contattati per saperne di più sulla loro invenzione, non hanno infatti esitato a farmi sapere che la loro missione "è quella di migliorare gli standard di vita per il maggior numero di persone nel mondo. Ci sforziamo di dare loro la facoltà di nuove possibilità, aiutandoli a diventare sani, dedicando così la loro energia vitale per l'evoluzione sociale e l'istruzione, piuttosto che alla mera sopravvivenza".
Obiettivo di Watly, che peraltro è formato da un team prevalentemente italiano e con sede principale ad Udine, è portare la luce dove non c'è, in tutti i sensi. Ma come? Con il primo "computer termodinamico" in grado di purificare l'acqua, fornire energia elettrica e connessione internet alle comunità dei paesi sottosviluppati. Qualcosa che, come avrete già capito, sarebbe in grado di salvare migliaia di vite e di migliorarne la qualità. Stando ai dati dell'Unicef, ancora oggi 663 milioni di persone attingono acqua da fonti insalubri e, in generale, 2,4 miliardi di persone vivono in condizioni igieniche incompatibili con la sicurezza e la salute.
L'avventura di Watly inizia nel 2013, quando Marco Attisani, CEO di Watly, ha l'idea di creare un pannello solare in grado di decontaminare l'acqua. Tuttavia, negli ultimi due anni e mezzo, il team ha pensato bene di far evolvere la sua creazione, trasformando il primo prototipo di Watly anche in una fonte di energia elettrica e di telecomunicazioni, consentendo la copertura internet in aree remote del pianeta. L'anno scorso Watly 2.0 è sbarcato in Ghana, Africa, che ovviamente è il continente principale a richiedere le sue prestazioni. Il design e la manutenzione di questa tecnologia sono state pensate per essere compatibili con l'ambiente in cui opereranno, il che significa: facilità d'uso, autonomia di funzionamento e durata media dell'impianto pari a circa quindici anni.
Nella mente del team di Watly, che recentemente ha avviato una raccolta fondi per iniziare il suo progetto, il lavoro definitivo dovrebbe però corrispondere ad una vera e propria infrastruttura (Watly 3.0) scomponibile, in grado di rifornire con i suoi servizi comunità che contano fino a 3000 persone.
Acqua
Come ho voluto puntualizzare sopra, Life, Energy e Future sono parole profondamente significative. Ho sempre trovato curioso come nei paesi ricchi le persone siano intrappolate in vite che non desiderano, con gravi ripercussioni sulla loro spiritualità ed umanità, il che mi ha fatto riflettere sul fatto che, in un certo senso, la maggior parte degli abitanti della terra ha un obiettivo in comune: ottenere una vita migliore.
Nel caso dei paesi sottosviluppati, però, le tre parole di cui sopra rappresentano semplicemente delle necessità imprescindibili. In simili zone del mondo, la parola "Vita" si restringe alle esigenze primarie del corpo: l'avere qualcosa nello stomaco e, soprattutto, acqua potabile. Essendo un computer che funziona sfruttando l'energia solare attraverso dei pannelli (non emettendo quindi alcun tipo di inquinamento per l'ambiente), Watly si serve di essa per mettere in funzione un complesso processo interno (che non utilizza però alcun tipo di filtro o membrana) di purificazione dell'acqua da ogni tipo di impurità fisica, chimica o battereologica. Secondo le previsioni, Watly potrà offrire circa 5000 litri di acqua potabile al giorno.
Elettricità
Nel 2015 circa 1,3 miliardi di persone nel mondo non hanno avuto accesso all'elettricità. Il problema è particolarmente evidente nell'Africa sub-sahariana e nell'Asia sud-orientale. Oltre ai chiari disagi derivanti dal non poter usufruire dell'energia elettrica, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità molti decessi sono imputabili alla combustione di biomasse nelle abitazioni private dei paesi sottosviluppati. Stando ai dati, le malattie respiratorie dovute a questa prassi hanno provocato circa 2 milioni di morti nel 2011. Watly sa come contrastare questo problema: incamerando l'energia del sole, il computer modulare potrà permettere la ricarica di w-lights, cioè lampadine ed altri accessori per una durata pari a circa 30 ore di luce gratuita. E' per questo che Watly è anche "Energia".
Internet
Secondo uno degli ultimi rapporti della Banca Mondiale, nel mondo circa 4,2 milioni di persone non hanno una connessione Internet privata. Dal momento della sua nascita, Internet ha cambiato il nostro modo di vivere, le nostre vie di comunicare e di relazionarci con gli altri. Di fatto, oggi è una risorsa estremamente potente: tra le tante possibilità che offre la Rete, c'è infatti quella di ricevere un'educazione, più o meno su qualsiasi argomento. Inoltre consente di farsi una coscienza critica, se si è in grado di utilizzarla a dovere. Watly è in questo senso anche "Futuro": permette di mettersi in contatto e di ricevere informazioni da altri dispositivi simili, possiede un sistema di riconoscimento digitale con multipli sensori, videocamere e altre utili funzionalità.
Watly fa tutto questo contemporaneamente. Un'invenzione che porge con gentilezza la sua mano al Sud del mondo, in un momento della storia umana in cui una parte della popolazione mondiale ha raggiunto un tale livello di sviluppo tecnologico da non poter più accettare la mortalità infantile, le condizioni di vita deplorevoli e la mancanza di qualsiasi tipo di opportunità nei paesi più poveri della Terra.