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L'Europa senza tasse

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Politica

Dopo lo scandalo che ha colpito il Liechtenstein l'Europa deve pensare a una legislazione di tutela comunitaria. Cipro, Malta e Lussemburgo: ecco la mappa dei paradisi fiscali targati Ue.

Il Ministro tedesco dell’Economia e della Finanza, Peer Steinbrück, sta spronando, da febbraio 2008, la Commissione europea per «irrigidire le sanzioni contro l’evasione e i paradisi fiscali». E proprio nello stesso mese, nel principato del Liechtenstein, si sono registrati i casi di evasione più gravi della storia della Germania. Che ha di particolare questo piccolo Stato? Solo 35.000 abitanti, 70.000 fondazioni, 110.000 milioni di euro depositati in conti bancari da titolari che restano anonimi, e uno scandalo basato su lista di nomi, principalmente tedeschi, che utilizzavano conti cifrati per occultare il denaro non dichiarato al fisco. E compariva anche l’Eta.

La notizia non ha, però, sorpreso il comune cittadino ormai rassegnato all’esistenza di territori nei quali i potenti d’Europa hanno la possibilità di vivere senza pagare le tasse, o aprire conti segreti che sfuggono ai controlli. Casi come quello della Svizzera, vero cavallo di Troia nell’ambito del dumping fiscale europeo, sono difficili da accettare da parte dell’opinione pubblica. Haig Simonian e Nikki Tait, due esperti del settore, denunciavano sul Financial Times del 10 aprile 2007 che la nazione transalpina «concentra un terzo della ricchezza mondiale offshore», cioè del capitale esportato da un paese all’altro per sfuggire alle tasse. Tale cifra, secondo le stime dell’Ong Tax Justice Network (Rete per la Giustizia Fiscale), aumenta di cinque miliardi di euro ogni anno.

Cos’è un paradiso fiscale?

Quello che più colpisce i cittadini europei è la passività delle autorità politiche di fronte a situazioni che sono sotto gli occhi di tutti. L’organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo (Ocse) ha dato una definizione di quello che si considera il paradiso fiscale. «Si tratta di un territorio nel quale non esistono tasse sul reddito, o dove sono poco più che nominali. Inoltre, non esiste lo scambio di informazioni con gli altri Paesi a causa, anche, dell’esistenza del segreto bancario di privati e imprese. Non si richiede un’attività reale da parte di imprese e privati sul territorio e, infine, non c’è trasparenza legislativa. A tal proposito esiste una cosiddetta “lista nera” dei paradisi fiscali nel mondo».

Il Lusemburo, Cipro e Malta sono paradisi fiscalie e membri a pieno titolo dell'Ue(Foto: Wolfgang Staudt/flickr, MikiAnn/Flickr, Elkab/Flickr)

Ciononostante, nel 2001, i membri dell’Unione europea hanno ottenuto che nella lista nera non comparissero i Paesi considerati paradisi fiscali, ma che collaborano allo scambio di informazioni con paesi terzi. È il caso di Svizzera, Lussemburgo, Malta o Cipro, gli ultimi tre membri a pieno diritto dell’Ue.

Mappa dei paradisi fiscali in Europa

Clicca sull’icona per conoscere i paradisi fiscali d’Europa

Il mercato comune europeo proibisce restrizioni a movimenti di capitali verso altri paesi. Anche se un solo membro dell’Ue cercasse di evitare movimenti di capitali verso i paradisi fiscali, non servirebbe a nulla, poiché provocherebbe la fuga degli stessi verso altre nazioni. Soltanto una volontà politica e corale dell’Ue può consentire la creazione di una legislazione efficace che ponga fine al fascino dei paradisi europei e del dumping fiscale.

Translated from Liechtenstein: opaca es su luz paradisíaca