L’Europa giovane, unita nel teatro
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Cosa succede se si mettono insieme 60 ragazzi, 5 lingue e 1 palcoscenico? Vi raccontiamo la ricetta perfetta per un’Europa spontanea e semplice, quella del festival di teatro plurilingue di Torino.
A Torino si respira aria di Europa. Basta fare un giro per le sue strade e dare un’occhiata al tabellone degli eventi per accorgersi che la città sabauda non ha nulla da invidiare alle maggiori capitali europee. Il capoluogo piemontese pullula infatti di eventi artistici e culturali, e numerosi sono i progetti europei portati avanti sia dalle istituzioni locali che dalle associazioni. Tra questi uno dei più interessanti è sicuramente “Lingue in Scena!”. Si tratta di un festival di teatro plurilingue che coinvolge ogni anno studenti di età compresa tra i 15 e i 20 anni, provenienti da diversi Paesi europei e non solo. La manifestazione, organizzata dalla Città di Torino e dal Goethe-Institut, in collaborazione con l’Institut Français e l’Alliance française, si svolge con modalità peculiari.
Una ricetta dal sapore europeo
In una prima fase del festival torinese, i giovanissimi attori sono chiamati a mettere in scena nella loro lingua madre la stessa opera, approfondita nel corso dell’anno scolastico nei rispettivi Paesi di provenienza. In seguito si formano gruppi di lavoro – composti da attori, musicisti, ballerini – che durante tre giorni di intensi laboratori e workshop mettono insieme un unico spettacolo multilingue. Gli studenti vengono guidati e diretti da registi e coreografi professionisti e assistiti da un gruppo di giovani stagisti dell’Università di Torino. Ma ciò che rende lo spettacolo ancora più sorprendente è che ogni attore recita nella sua lingua e proprio questa diversità linguistica diviene il punto di forza di tutta la messa in scena. Infatti, la valorizzazione e il rispetto dell’enorme ricchezza linguistica e culturale di ogni Stato europeo sono tra gli obiettivi principali del festival. I ragazzi hanno così modo di stringere un vero legame personale, approfondire la conoscenza di varie lingue continentali e, soprattutto, di sentirsi realmente parte integrante del progetto europeo. Questi aspetti positivi sono arricchiti inoltre dalla partecipazione attiva e collettiva degli studenti al processo creativo, che permette loro di avvicinarsi alla pratica teatrale sia nelle vesti di attori che come spettatori. “Lingue in Scena!” costituisce quindi un’esperienza che aiuta i ragazzi a diventare veramente “i cittadini del domani”, aperti e rispettosi della propria e dell’altrui cultura, capaci di intrecciare rapporti di amicizia e condivisione con persone totalmente diverse.
L’Europa in scena
Sono questi gli ingredienti principali per una ricetta speciale, particolarmente apprezzata sia dal pubblico torinese che dai diversi partner della manifestazione culturale. Il festival, infatti, è ormai giunto alla sua quindicesima edizione, che si è tenuta dal 26 al 30 aprile scorso, coinvolgendo studenti provenienti dall’Italia, dalla Germania, dalla Francia, dalla Russia e dalla Repubblica Ceca.
Il primo giorno si è svolto presso il centro culturale Cecchi Point, in cui i gruppi dei cinque licei - quello italiano proviene dal Primo Liceo Artistico di Torino - hanno messo in scena il testo teatrale scelto per questa edizione. Si tratta di un’opera del drammaturgo tedesco Peter Weiss con l’ingombrante titolo: La persecuzione e l'assassinio di Jean-Paul Marat, rappresentato dalla compagnia filodrammatica dell'ospizio di Charenton sotto la guida del Marchese de Sade, o brevemente Marat/Sade. Sicuramente il testo - quest'anno di un autore tedesco in occasione dell'iniziativa Torino incontra Berlino - non è facile, poiché si sovrappongo due livelli narrativi e temporali. Ambientata durante la Rivoluzione francese, l’opera però è tutt’altro che impolverata o noiosa, ma tratta temi che non potrebbero essere di maggiore attualità: dal senso delle rivoluzioni al conflitto fra individualismo e ideologia.
I cinque gruppi hanno ricevuto lunghi applausi per l’interpretazione nella loro madrelingua. Con le loro recitazioni appassionate e dinamiche - alcune delle quali di livello qualitativo sorprendente - hanno fatto dimenticare alla platea di aver assistito a uno spettacolo portato in scena in una lingua per loro incomprensibile.
Il grande giorno, mercoledì 29 aprile, i ragazzi si sono esibiti al Teatro Astra dapprima in una prova generale, aperta al pubblico, poi la sera nello spettacolo ufficiale. Gli spettatori, accorsi numerosi, sono rimasti entusiasti dello spettacolo, mentre i giovani attori erano visibilmente contenti e fieri del loro lavoro.
La realizzazione di uno spettacolo multilingue di livello professionale, realizzato da tanti giovani attori e organizzato soltanto in tre giorni è senz’altro impressionante dal punto di vista teatrale e didattico. Ma c’è da segnalare anche un altro aspetto di questo festival che rimane ancora più impresso e che ha forse maggiore rilievo e significato. Se all’inizio i ragazzi rimanevano separati nei loro gruppi, parlando soltanto ceco, italiano, russo, francese o tedesco, dopo alcune ore di lavoro insieme non c’erano più confini linguistici o di nessun altro tipo fra loro. Oltre all’aspetto artistico, di certo importante, il festival ha raggiunto il suo scopo se i ragazzi sono tornati nei rispettivi Paesi con una nuova idea di Europa, di un’Europa più semplice, coinvolgente e divertente, che non è fatta solo di vertici infiniti, ostacoli burocratici e negoziazioni strazianti.