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L’esperto BBC: “i giovani non conoscono la guerra”

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Adriano Farano

Laurence Rees, il pluripremiato Direttore Creativo dei programmi di BBC History punta il dito contro le giovani generazioni. E contro i paragoni tra i crimini nazisti e i bombardamenti alleati.

Il Times lo ha descritto “il più prestigioso produttore britannico di documentari storici”. E lui, Laurence Rees, continua ad incantare i telespettatori di Sua Maestà con programmi sulla Seconda Guerra mondiale. L’ultimo dei quali: Auschwitz: The Nazis and the ‘Final Solution’.

A suo avviso, le polemiche che stanno seguendo l’uscita del recente film La Caduta (sugli ultimi giorni della vita di Hitler ndr) dimostrano che l’Europa non ha ancora regolato i conti col suo passato?

No, non credo. E’ comprensibile che dei temi del genere siano particolarmente sensibili in Germania perché – siamo chiari – ogni ritratto di Adolf Hitler presta il fianco a polemiche. Per quanto riguarda i libri, si figuri che è rarissimo persino vedere copertine con una foto di Hitler. Pensi quindi quanto possa essere problematico di pubblicare un ritratto di Hitler. No, non credo che i media descrivano un’Europa che non ha saputo regolare i conti col suo passato. Quel che emerge è solo l’enorme sensibilità dell’argomento.

Cosa ne pensa dell’attuale dibattito sugli eventuali crimini di guerra degli Alleati? Si tratta di un dibattito morale o del sintomo di un ritorno del nazionalismo

Direi che si tratta di entrambe le cose. Nel senso che anche all’epoca Churchill non apprezzò le azioni del Commando Bomber della Royal Air Force. Credo che in un documentario di Detlef Siebert, trasmesso da Timewatch su BBC History, si mostrasse come nel ’45 gli obiettivi fossero scelti in base alla loro capacità di bruciare rapidamente. C’è quindi da chiederci quanto tutto ciò fosse etico, certo. Ma è molto pericoloso, sulla base di questo dibattito, arrivare a una sorta di equazione coi crimini del Nazismo. E’ qualcosa che discuto in dettaglio nel libro su Aushwitz e sulla quale si basano tanti nazisti, come Rudolf Höss, ex Comandante di Aushwitz, che arrivano a giustificare i crimini dei Nazisti in quanto non tanto differenti dai bombardamenti delle città tedesche. Credo che si tratti di un’oscenità perché la differenza tra questi crimini è enorme. E non solo perché i bombardamenti alleati non erano indirizzati all’eliminazione di un particolare gruppo umano. Erano indirizzati a case, industrie e ferrovie. E sarebbero stati immediatamenti interrotti se i tedeschi si fossero arresi, mentre nessuno potrebbe seriamente credere che la persecuzione degli ebrei sarebbe terminata se non con una sconfitta totale dei nazisti. E’ per questo che a mio avviso non è possibile paragonare i due eventi.

Le celebrazioni di Mosca sulla fine della Guerra hanno scatenato le polemiche tra i Paesi che caddero sotto il giogo comunista. E’ legittima la pretesa dell’Unione Sovietica di aver “liberato” l’Europa?

In un certo senso è vero che l’Unione Sovietica “liberò” i paesi d’Europa orientale perché li liberò dal Nazismo. Ma il dominio di un tiranno fu sostituito da quello di un altro tiranno nella persona di Stalin. E devo dire che provo una certa simpatia per coloro che condividono questa visione della storia. Ho incontrato tante vittime dell’Armata Rossa che non posso non comprendere il risentimento, in particolare di paesi come la Polonia. Ma è pur vero che sconfissero il Nazismo.

Crede che il successo dell’Unione Europea, che fu creata per assicurare la pace nel continente, dipenda ormai dalla continuazione della memoria della guerra?

Come mostrammo l’anno scorso col nostro sondaggio, il 60% delle donne e dei minori di 35 anni in Gran Bretagna non hanno mai sentito nominare la parola Aushwitz. Penso quindi che sia molto arduo sostenere che l’Unione Europea si basi su una memoria collettiva della guerra. In quanto scommetto che se si interrogassero quanti oggi hanno meno di 35 anni, le loro conoscenze sarebbero quantomeno sporadiche. Ma è pur vero che gli attuali governanti dell’Ue – credo – sono coscienti di questa storia e che il forte legame che c’è oggi tra Francia e Germania può essere, almeno in parte ricondotto al desiderio di evitare la guerra tra queste due grandi nazioni europee. Quindi, è chiaro che la storia è importante ma, come dicevo, i giovani non sono particolarmente al corrente dei fatti generali della guerra.

Translated from “Young people are not aware of the facts of the war”