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Le «stanze del buco» in Europa: risorsa o minaccia?

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Simona M.

societàPolitica

È necessario che lo Stato controlli in qualche modo il consumo di droghe pesanti? Si tratta di un interrogativo che l’Europa si pone, seppur con differenti livelli di priorità, a seconda dei Paesi. Se, da una parte, alcuni governi più all'avanguardia hanno già istituito le cosiddette shooting rooms, altri preferiscono frenare gli entusiasmi di chi è favorevole a questa soluzione.

In nome dell’etica, ovviamente... 

Va bene: ammettiamo che l’idea è piuttosto grezza. Riservare, di punto in bianco, dei centri specializzati ai tossicomani in astinenza perché si facciano la loro dose in tutta impunità, significa fare abbastanza perché l'opinione pubblica sussulti.

La Francia e l’Italia, tutto sommato, sembrano aver paura delle punture : entrambi i governi hanno sistematicamente respinto le proposte dell’opposizione riguardanti la presa in carico dei tossicodipendenti. In Francia, l’introduzione delle «salles de shoot» è attualmente oggetto di dibattito. In Italia, è dal 2006 che la questione non viene più considerata: le «stanze del buco» sono state sotterrate. Così non è stato, apparentemente, per la cocaina: a Roma, degli studi scientifici hanno dimostrato la presenza di una concentrazione di alcaloidi della coca nell’aria… specialmente nelle zolle di cielo che si trovano sopra i campus universitari!

La strategia britannica si rivolge soprattutto agli adolescenti e si occupa di mostrare le terribili conseguenze che derivano dal consumo di drogheTuttavia, nel momento in cui più di 3 milioni di europei consumano tranquillamente degli oppiacei, alcuni paesi hanno sperimentato i «drogatoriums», luoghi in cui i tossicodipendenti possono consumare crack, eroina e cocaina in relativa sicurezza. La Svizzera, l’Inghilterra, l’Olanda, la Germania, la Spagna, il Lussemburgo e la Norvegia hanno testato questo dispositivo. Nel Regno Unito, ad esempio, un programma relativo alle «shooting galleries» è stato sviluppato dal governo a partire dal 2006. In quattro anni, le cliniche di South-London, Darlington e Brighton, scelte per effettuare il test, hanno ottenuto un notevole successo. Meno spaccio per strada. Meno tossicomani visibili. E anche meno omicidi, secondo l'Indipendent.

Insomma, gli inglesi hanno ripulito le loro strade, dimostrando che il sistema era efficace. In Germania, esistono 16 «Fixerstuben» («stanze d’iniezione») e a Berlino, il 70% dell’opinione pubblica sarebbe favorevole alla loro diffusione. In Spagna, l’hinterland di Barcellona, che conta attualmente 4 «narcosalas», vuole crearne altre 9 entro il 2014.

Dall’altra parte dei Pirenei, la siringa resta un tabù. L’iniziativa del (coraggioso) ministro della salute RoselyneBachelot ha avuto l’effetto di un petardo bagnato. Quindi, di fronte ai diversi dispositivi messi in atto dai vicini in materia di lotta contro la tossicodipendenza, la Francia non dev’essere in vena di fare altrettanto. Sniff sniff!

Foto: (cc)Lomo-Cam/ Cameron Russell/flickr; Adam Foster/flickr

Story by

Matthieu Amaré

Je viens du sud de la France. J'aime les traditions. Mon père a été traumatisé par Séville 82 contre les Allemands au foot. J'ai du mal avec les Anglais au rugby. J'adore le jambon-beurre. Je n'ai jamais fait Erasmus. Autant vous dire que c'était mal barré. Et pourtant, je suis rédacteur en chef du meilleur magazine sur l'Europe du monde.

Translated from Les salles d’injections en Europe : piqûres politiques ou panacée sociale ?