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Le serie TV in Europa: il meglio viene dal Regno Unito

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Cultura

Mentre le serie americane monopolizzano gli schermi dei canali della TV pubblica in Europa, alcune produzioni provenienti dal Vecchio continente si distinguono per originalità e realismo. E sembra che una nazione abbia capito tutto: il Regno Unito.

Dexter, Desperate Housewives, 24, Dr House o anche Broadwalk Empire… sono innumerevoli le serie americane che dilagano sugli schermi dei giovani europei avidi di sensazioni forti. Sia sui siti del (fu) streaming sia tramite i canali delle televisioni pubbliche, gli Stati Uniti vendono sogni alla vecchia Europa. Tuttavia, se le creazioni europee sono ancora modeste in confronto alle loro rivali americane, svelano una qualità decisamente elevata. E un paese che emerge nel continente: il Regno Unito.

In effetti le produzioni inglesi cominciano a diffondersi anche in Europa. Gli amanti delle serie TV conoscono già da parecchi anni Skins e Doctor Who. Ma ultimamente una nuova moda irrompe sugli schermi britannici. Sherlock ha catturato l’attenzione di 9 milioni di telespettatori sulla BBC, Downton Abbey – che si basa sui destini di una famiglia dell’aristocrazia inglese del XX secolo – ne ha riuniti 10 milioni su ITV e Misfits – che racconta le avventure di alcuni antieroi nella periferia londinese – per audience e per download ha battuto ogni record. Ormai in Francia ha la stessa diffusione di Engrenage (Spiral in inglese), apprezzata per la qualità della scenografia che unisce realismo e suspense.

La fine dei supereroi

L’originalità di queste serie si basa innanzitutto sull’humour, come mostrano le battute di Sherlock (Benedict Cumberbutch), o di Nathan (Robert Sheenan) in Misfits. Ma è sulla comicità delle situazioni che queste produzioni danno il meglio di sé, orientandosi su dei protagonisti fuori dal comune (Misfits in inglese significa marginale) i cui tratti principali si esprimono nella satira spontanea, pesante, rozza. In breve, la fine del supereroe - e Nathan ne costituisce l’esempio più eclatante: giovane emarginato in salopette arancio, è dotato di poteri che non sa utilizzare. Nathan è macho, pesante, e quasi un maniaco sessuale. Un ruolo più vicino a un perdente che a Batman. Ma cosa importa, fa ridere!

Di fatto gli eroi vivono straordinarie avventure, ma sono sempre legati alla realtà. La famiglia aristocratica di Downton Abbey, la cui vita è scandita dai drammi (la morte incombe fin dai primi episodi), traccia l’evoluzione dell’epoca. La distanza fra il piano della servitù e gli appartamenti residenziali si fa sempre più evanescente nel corso del tempo. Soprattutto quando tutti devono affrontare la realtà della guerra. Sherlock è un personaggio straordinario in un mondo reale in cui il crimine è fortemente presente. Il suo doppio malefico, “il professor James Moriarty”, crea enigmi “su misura”per destabilizzarlo. Tuttavia la posta in gioco resta umana (“troppo umana”): salvare la vita di qualcuno. Gli eroi di Misfits hanno ricevuto dei superpoteri. Ben lungi dal voler diventare supereroi, preferiscono scambiarli con altri, più utili.

A distanza dal “cinema dei poveri”

Insomma, nonostante le differenze abissali fra i budget americani e gli europei, queste serie non si propongono come “il cinema dei poveri”. Anzi, mettono insieme bravi attori, qualche volta sconosciuti (quindi delle rivelazioni), ma anche qualche divo. Maggie Smith, attrice osannata in Inghilterra da molto tempo e nota al grande pubblico europeo grazie a Harry Poter, è la nonna della famiglia Granham. Il padre Hugh Bonneville (lo sfortunato Bernie di Notting Hill) è perfetto nel ruolo dell’aristocratico inglese. Sherlock è interpretato da un attore inglese che è un habitué delle scene teatrali ed è in cartellone ne La talpa. Benedict Cumberbatch – capelli neri, colorito pallido, occhi penetranti - possiede delle caratteristiche fisiche che si adattano perfettamente al personaggio permaloso e introverso di Sherlock - versione 2012. Infine, l’attrice Lauren Socha di Misfitsha ricevuto quest’anno ilBafta come migliore attrice per il suo ruolo nella serie, ottenuto in gran parte grazie al suo accento shave, caratteristico dei bassifondi dell’East End londinese.

Queste tre serie corrispondono a tre universi totalmente differenti e caratteristici. Ma, nell’insieme, simboleggiano il prototipo di una formula che comincia, discretamente, ad affermarsi in Europa. Lungi dall’obbligo del lieto fine e dalla concezione trita e ritrita dei supereroi americani, le produzioni europee adottano un tono anticonformistico e innovatore, ma purtroppo vengono trasmesse solamente in canali televisivi marginali.

Foto di copertina: ©  cortesia del sito della serie Misfits; Downton Abbey: © cortesie del sito francese della serie; Video: (cc) YouTube.

Translated from Les séries TV en Europe : la crème anglaise