Le iraniane in prima linea nella rivoluzione in corso in Iran
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Mafalda MorelliUna delle caratteristiche importanti della recente rivolta popolare in Iran è stato il ruolo delle donne, in quanto forza motrice di un movimento di livello nazionale che ha infiammato circa 140 città e scosso il regime fondamentalista al potere
Sabato scorso, a Parigi, è stata organizzata una conferenza interanzionale intitolata "Le donne, la forza del cambiamento: la rivolta in Iran e il ruolo delle donne", per mobilitare il sostegno a favore della causa iraniana. Donne illustri, soprattutto personalità politiche, legislatrici, giuriste, madri di martiri e difensori dei diritti delle donne di 23 paesi dei 5 continenti, si sono incontrati a Parigi attorno alla figura di Maryam Radjavi, la dirigente del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana.
Rama Yade, ex segretaria di Stato francese incaricata degli Affari esteri e dei Diritti umani, è stata una dei partecipanti all'evento. Nel corso del suo intervento, ha dichiarato: «Il mondo si ricorderà che queste giornate rosse a Teheran, a Kermanshas, a Izeh, a Toyserkan, a Mashhad e a Tabriz, ben lungi dall'essere una rivolta senza un domani, annunciano una rivoluzione. Il mondo si ricorderà che, lontano dall'essere un fuoco di paglia, questa rivoluzione è profonda. Il mondo si ricorderà che è stata porata avanti da donne, mogli, madri e sorelle. Il mondo si ricorderà che conosciuto o sconosciute, queste donne sono state il ferro della lancia, l'ispirazione, la guida, il motore del risceglio iraniano. Il mondo di ricorderà che il sacrificio del loro eroismo non sarà stato vano. (...)
«Sì, così come ieri eravamo Charlie, oggi noi siamo iraniane. E l'Iran ha oggi il volto e la voce delle donne, dei giovani e delle minorità. L'Iran ha oggi il volto di questa donna, la nuova statua della libertà annebbiata dai gas lacrimogeni che si ergono innanzi ai guardiani della rivoluzione e che grida "Abbasso il dittatore". L'Iran ha oggi la voce delle donne che hanno condotto i manifestanti. L'Iran ha sempre il volto di Maryam Radjavi, la prima donna della resistenza presa di mira fin dall'inizio della rivolta come il nemico numero uno».
Presente all'appuntamento anche Aude de Thuin, la fondatrice del «Women's Forum» e presidentessa dell’iniziativa « Women in Africa », che nel suo intervento ha sottolineato l'impatto dell'azione della resistenza femminile in Iran: «Sono sempre più numerose le donne che insorgono, che non si arrendono, a loro rischio e pericolo e ne sono coscienti. Penso in particolare a Sarah, Laleh, Nazdar, Sheyla, Tourane, Nastarane… hanno osato sfidare il potere. Hanno messo in pericolo la propria vita e la stampa occidentale non ne parla.
« La stampa si accontenta di dire che le donne osano togliersi il velo, senza parlare del loro vero ruolo e della loro partecipazione all'insurrezione. È come se per la stampa occidentale, il fatto di togliersi il velo fosse il solo diritto che reclamano. Le donne raprresentano un elemento indispensabile del movimento per un cambiamento profondo che riguarda sia la loro vita che il loro paese. E ci accontentiamo di vedere che si tolgono il velo. È tempo che il mondo sappia che le donne iraniane sono le protagoniste per la libertà».
Rivolgendosi alle donne del suo paese, da parte sua la dirigente Maryam Radjavi ha dichiarato: «Ridate speranza e coraggio alla gente, rompendo questto clima di paura, repressione e incredulità, e rafforzate il potere dei giovani davanti all'oppressione. Per continuare l'insurrezione, le donne di tutti gli schieramenti e di tutti i ceti sociali devono creare focolai di ribellione e consigli di resistenza in tutte le città e in tutti i villaggi.
« L'insurrezione popolare in Iran non mira solo al rovesciamento di un regime politico,ma si tratta soprattutto di una rivolta contro l'integralismo religioso. Una nuova alba piena di speranza, sono solo per il popolo iraniano, ma anche per tutti i popoli della regione e del mondo».
Translated from Les Iraniennes en première ligne de la révolution en marche en Iran