Le domande senza risposta di Gianni Brail
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Terzo appuntamento con la rassegna Parlesia al Teatro di Contrabbando. Pietro Tammaro porta in scena, con la regia di Pino Carbone e l'adattamento di Alberto Mele, Gianni Brail: una storia difficile e drammatica, che pone quesiti complessi allo spettatore. Il fotoreportage di Dario Oropallo.
Le note del "Bolero" di Ravel accompagnano l'ingresso in scena e l'inizio di un’interpretazione vivida, che porta in scena un’esperienza drammatica e terribile: Gianni Brail è la storia di un omosessuale affetto da disturbi dello “spettro bipolare”, convinto di essere gravido a seguito di uno stupro non accettato dal malato. La forza della recitazione di Pietro Tammaro, trasformista capace di valorizzare con i movimenti del corpo, il tono di voce e, soprattutto, le espressioni facciali l’abile scrittura di Pino Carbone e di Alberto Mele. In particolare stupisce la grazia con la quale l’attore adopera il dialogo in assenza per narrare le sfaccettature della malattia, della disperazione e del vuoto che circonda il protagonista. Un’opera forte, che pone domande complesse e lascia basiti, con un finale che lascia senza respiro mentre la voce di Pietro annuncia la fine. Gianni Brail è stato in scena presso il Teatro di Contrabbando, terzo appuntamento della rassegna Parlesia, nel fine settimana dal 4 al 5 dicembre.
Fotogallery realizzata da Dario Oropallo
L’autore di Gianni Brail è Pietro Tammaro. L’opera è stata adattata da Alberto Mele, diretta da Pino Carbone ed interpretata dallo stesso Pietro Tammaro.