Le caffeterie viennesi patrimonio dell’Unesco
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Francesca MartiniIl 10 novembre 2011 i Wiener Kaffeehaus (caffeterie viennesi) sono stato iscritti nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. Vengono descritti come luoghi "in cui si consumano tempo e spazio, ma si trova sul conto solo il caffè".
Il caffè è stato portato in Austria dai Turchi durante il tentativo di occupazione della capitale nel 1683. La leggenda narra che Franz George Kolschitski (Franciszek Jerzy Kulczycki), soldato e commerciante di origine polacca, fu ricompensato per il coraggio dimostrato durante l'attacco ottomano con alcuni sacchi di caffè lasciati dai Turchi in ritirata dopo la disfatta. Kolschitski decise di aggiungere alla bevanda zucchero e latte, creando così il caffè viennese. Avrebbe creato di lì a poco il primo caffè dell'Europa centrale: Zur Blauen Flasche (“La bottiglia blu”). I clienti erano però reticenti di fronte al nuovo sapore, e Kolschitski decise allora di creare una serie di tradizioni rispettate ancora oggi: musica classica, giornali a disposizione dei clienti ed immancabile bicchiere d'acqua ad accompagnare il caffè.
L'abitudine viennese di passare ore ed ore davanti ad una tazza di caffè arriverà in seguito con la rivoluzione industriale. Infatti, la crisi degli alloggi spingeva gli operai a fuggire dai loro minuscoli e sovraffollati appartamenti e a riunirsi nei caffè per ore a discutere, giocare a carte o semplicemente per riscaldarsi. Oggi la capitale austriaca è punteggiata da più di 1.000 caffetterie. Oasi di calore nel rigido inverno viennese, i caffè più antichi ricordano i fasti dell'impero austroungarico. I turisti intirizziti si accalcano per tutto l'inverno nei caffè più prestigiosi, ad esempio quello dell'hotel Sacher (legato all’inventore della famosa torta Sacher), il caffè Sperl, il Café Central, o ancora il caffè Prückel sotto gli sguardi stanchi degli "Stammkunden" (clienti abituali), appostati dietro al loro giornale con una tazza di caffè "melange" in mano. Dopo qualche sorso, ecco che immaginano Freud, Schnitzler, Kafka o Wagner seduti sulle stesse sedie di velluto, a sorseggiare caffè e scrivere le loro più grandi opere. Le conversazioni procedono speditamente, il servizio è rapido e la mancia opportuna. Unico neo: gli effluvi del caffè sono spesso coperti dall'odore della sigaretta. Infatti, la legge anti-tabacco non è ancora in vigore in Austria.
Ci fu un'epoca in cui la letteratura austriaca veniva letteralmente scritta nei caffè, ora invece ciò che spinge i viennesi a trascorrervi così tanto tempo è la soddisfazione di trovarsi in uno spazio senza tempo, di osservare i passi frettolosi dei passanti attraverso la vetrata, le conversazioni animate dei clienti o ancora il viavai dei camerieri indaffarati. È arrivato il momento per loro di chiedere a gran voce "Zahlen, bitte!" (il conto, per favore!) e di dirigersi verso la porta e immergersi di nuovo nel freddo e nella routine quotidiana. Come ha scritto il giornalista e scrittore viennese Alfred Polgar, frequentatore abituale del Café Central: "Da dieci anni si sedevano entrambi al caffè per ore ed ore. Un buon matrimonio, penserete! No, un buon caffè".
Una città in cui la tradizione del caffè è così importante deve avere il suo gergo. Ordinare un espresso a Vienna è infatti un grosso errore. Piccolo glossario:
Melange – espresso con latte e schiuma Verlängerter – espresso servito con acqua calda Kapuziner – caffè con panna
Franziskaner – Melange con panna Schwarzer – caffè nero ristretto Kleiner Brauner – ristretto con crema Kaffee Verkehrt – caffellatte
Foto: Apertura (cc) : benjam/flickr; Testo: ©Laure Magnier
Translated from Les cafés viennois, patrimoine culturel immatériel de l'UNESCO