Laurence Anyways - necessariamente in ritardo
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Di cosa ha bisogno un film per uscire nei cinema con quattro anni di ritardo? Probabilmente deve essere presuntuoso ed eccezionale; è la storia di Laurence Anyways, terzo lungometraggio firmato da Xavier Dolan, che dall'uscita del 18 maggio 2012 arriva nelle nostre sale il 16 giugno.
Laurence Anyways torna oggetto di attenzione da parte dei critici (e soprattutto della distribuzione) in occasione del Grand Prix della 69ª edizione del Festival di Cannes assegnato a Xavier Dolan per Juste la fin du monde. Quest'ultimo sarà appunto distribuito in Italia il primo dicembre 2016, ed è solo il suo secondo lungometraggio che abbiamo il piacere di vedere in sala perchè, a parte i recenti interessamenti, finora era possibile vedere il resto solo in occasione di rassegne o eventi speciali.
Ma chi è Xavier Dolan? Probabilmente una delle più grandi promesse del cinema mondiale. Classe 1989, canadese, inizia a lavorare come doppiatore e attore grazie a suo padre, Manuel Tadros, attore lui stesso.
Xavier Dolan ammira molti colleghi ma non viene influenzato da nessuno, alcuni lo considerano arrogante, altri un genio. Ha la presunzione di eccedere i limiti e conciliare la visionarietà all'inadeguatezza reale dei personaggi; le sue metafore visive trascendono la descrittività e fanno di lui un regista unico.
Nel 2009, a cavallo dei vent'anni, presenta J’ai tué ma mère, opera autarchica sia nella forma che nei contenuti; scritto e diretto da lui ma anche interpretato e prodotto. Tratto da una sceneggiatura scritta anni prima sul difficile rapporto vissuto con la madre, dovuto in particolare alla sua omosessualità.
Nonostante la non totale padronanza del mezzo e l'eccessiva autoreferenzialità è sentito come un manifesto autobiografico. Pone le basi per tutta la sua produzione avvenire perchè, a partire da questo esordio, ogni sua opera racconterà in parte la sua vita, le sue passioni, il suo background.
Dopo altri tre lungometraggi, due presentati a Cannes ma non nella selezione ufficiale e il terzo a Venezia, torna con Mommy nel 2014, che vince il Premio della Giuria alla 67esima edizione e scatena il fenomeno Dolan.
Laurence, anyways
Laurence è un insegnante di letteratura e promettente scrittore e ha una relazione con Fred, non a caso è il 1989 (anno di nascita del regista) e tutto è in fermento: i colori, le ambientazioni sono pop e perfette, come l'amore che lega i due amanti in un rapporto privo di parentesi buie. Dopo il suo 35esimo compleanno Laurence confessa a Fred la sua natura femminile all'interno di un corpo maschile, la sua volontà di compiere una rivoluzione iniziando a vestirsi da donna, ma continuando ad amarla.
Il fulmine lanciato dal protagonista scombina le parti e stravolge il benessere: inizialmente Fred decide di aiutarlo in questa metamorfosi, ma nel giro di pochi mesi i colori saturi e la volontà di farsi trascinare dal cambiamento scompaiono lasciando il posto alle difficoltà reali di un uomo e una donna senza punti di riferimento. Le certezze si sgretolano e Dolan non si limita a raccontarlo; crea un montaggio di musica ed immagini iconiche intenso e diretto, mettendo lo spettatore con le spalle al muro e interrogandolo su cosa sia la normalità.
La storia si protrae per 10 anni in cui si assiste al cambiamento interiore ed esteriore di Laurence, il quale continua a ricercare Fred fino alla fine senza smettere di amarla.
Il fatto che sia uscito quattro anni in ritardo è forse motivo di polemica. Ma sicuramente è anche un'occasione da non perdere. Laurence Anyways non è una commedia e neanche un film drammatico, è il racconto di una storia d'amore che non riesce ad evitare di esistere.