Lady Ju e i tre presidenti: la crono-storia di un'eroina perseguitata
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Quest’anno l'Ucraina festeggia il 20° anniversario dell'indipendenza. Tra le preparazioni per i festeggiamenti non mancano gli spettacoli sul palcoscenico politico: la protagonista è Julija Tymoshenko, l’ex primo ministro e eroina della Rivoluzione Arancione, alle prese con un processo assurdo che spacca in due il Paese.
Il 5 agosto Julija Tymoshenko è stata portata in carcere con l’accusa di abuso di potere. La giustizia ritiene che nel 2009 Tymoshenko abbia volutamente concluso con il governo di Mosca accordi per l’importazione di gas russo ad un prezzo eccessivo, causando al bilancio statale una perdita di 130 milioni di euro.
La Rivoluzione Arancione
Non è il primo arresto per la Tymoshenko. Dieci anni fa, nel febbraio 2001, aveva passato 42 lunghi giorni nel carcere. Come tutti i politici anche lei ha i suoi lati oscuri, ma questi non hanno mai influenzato la sua fama, che è anzitutto quella di una donna rivoluzionaria. Lady Ju, come la chiamano in patria, ha sempre puntato sui problemi sociali del paese. Il suo carisma, la sua capacita di ascoltare, di non nascondersi mai dietro le spalle degli altri, hanno dato fastidio a tutti i presidenti dai primissimi tempi dell’indipendenza dell’Ucraina. Ai tempi in cui era ministro dell’energia, dopo le sue riforme e le dichiarazioni scomode per il presidente di allora, Leonid Kuchma, finì in carcere. Ma già dopo un mese di processo Julija Tymoshenko diventò agli occhi dell’opinione pubblica una vittima delle repressioni politiche. Successivamente, l’azione di protesta “Ucraina senza Kuchma” da lei organizzata si diffuse in tutto il paese e dopo due anni, nel cruciale 2004, Julija Tymoshenko svolge il ruolo principale nella Rivoluzione Arancione.
Non solo gli ucraini ma anche il mondo intero la sostenne, attribuendole la capacità di avvicinare l’Ucraina all’Unione Europea. L’alleanza con Viktor Yuschenko fu molto importante, ma più per lui che per lei. Il carisma della Tymoshenko e le sue capacità di influenzare le masse hanno smosso tutto il paese, che è sceso in piazza protestando contro il vecchio regime corrotto e chiedendo un futuro migliore.
All'opposizione
Dopo la vittoria elettorale e l’insediamento di Viktor Yuschenko alla presidenza della Repubblica tutto sembrava andare per il meglio. Tymoshenko diventò primo ministro e il tandem perfetto con Yuschenko avrebbe dovuto portare il paese a livelli di sviluppo economico-sociale comparabili agli altri paesi europei. Ma l’alleanza tra i due si trasformò in fretta in rivalità. Il timore di ritrovarsi nell’ombra di Lady Ju costrinse Yuschenko a cominciare un nuovo gioco. Cinque anni di battaglie, di comportamenti non accettabili da parte di un presidente, con la Tymoshenko che seppur stando al governo rimaneva comunque all’opposizione.
Offesa e abbandonata Julija Tymoshenko nel 2007 riuscì a riconquistare i voti per entrare in Parlamento con 156 posti su 450, e nel 2010 ottenne il 25% alle elezioni presidenziali, nelle quali ha vinto Viktor Yanukovich, suo avversario feroce del 2004. Quindi ha continuato a fare opposizione, con una battaglia portata avanti anche nei mass-media, con manifestazioni del suo partito nelle piazze. Yanukovich non ha resistito:, non trovando miglior metodo di rispondere alle accuse della Tymoshenko ha deciso di metterla in prigione.
Il processo "farsa"
I motivi sono semplici: il primo, eliminarla dall’arena politica prima delle elezioni parlamentari di 2012; il secondo, vendicarsi per tutti i processi contro i suoi alleati, che la Tymoshenko avrebbe organizzato dopo il 2004 in coppia con Yurij Lutsenko, l’ex ministro degli affari interni, oggi anche lui sotto il processo. Solo che l'esempio del’ex presidente Leonid Kuchma non ha ancora insegnato a Viktor Yanukovich che questo gesto potrà essere la sua rovina.Tutto il mondo si è schierato contro la carcerazione di Julija Tymoshenko. “Si tratta di una questione interna, non di un affare internazionale”– scrive in un comunicato il partito del presidente. La stessa Russia, che da sempre sostiene Yanukovich, dichiara l’innocenza di Tymoshenko. Lei non accetta nessuna accusa, incolpando l’ex presidente Viktor Yuschenko, che rifiutò in quel momento decisivo di assumersi qualsiasi responsabilità, lasciandola da sola a trattare con Mosca per la fornitura del gas. Viktor Yuschenko, a sua volta, nel tribunale testimonia contro Julija Tymoshenko, continuando la battaglia sospesa. Il presidente Viktor Yanukovich invece dice che non ha "nulla a che vedere" con l'arresto della sua rivale.
"Il problema dell’opposizione è che questa protegge il suo leader, invece dovrebbe opporsi contro tutto il sistema corruttivo della giustizia"
Il popolo ucraino segue con ironia il processo, che è diventato un vero melodramma, essendo anche trasmesso in diretta sulla TV nazionale, e si schiera in maggioranza dalla parte della vittima Tymoshenko. Yuriy Lukanov, giornalista ucraino, spiega: “La gente che protesta sulle piazze e davanti al tribunale non sono appassionati tifosi della politica della Tymoshenko. Tutti capiscono che, se il governo e il Presidente possono così facilmente chiudere in carcere il capo dell’opposizione in Parlamento, processandola senza le possibilità di difendersi regolarmente, che cosa potrebbe succedere ai semplici cittadini? Il problema dell’opposizione è che questa protegge il suo leader, invece dovrebbe opporsi contro tutto il sistema corruttivo della giustizia. Dovrebbe difendere i diritti non solo di Lady Ju., che oggi è in carcere, ma i diritti di tutte le vittime della corruzione del sistema. Purtroppo ancora oggi il partito della Tymoshenko non è capace di fare il passo decisivo”.
Foto: home-page e oppositori (cc) balazsgardi/flickr; manifesto (cc) the waving cat/flickr