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La vita quotidiana in Buriazia, negli scatti di Jef Bonifacino
Published on February 23, 2012
Alla vigilia delle elezioni presidenziali russe e di una probabile rielezione di Vladimir Putin, Jef Bonifacino analizza la Buriazia e ciò che è cambiato in questa regione dimenticata nel corso dei 13 anni di mandato esercitato dal partito della Russia Unita. Si tratta di una delle 53 Repubbliche autonome della Federazione Russa ai confini con la Cina e la Mongolia. Iroutsk e Ulan-Udé, due città situate tra Russia e mondo asiatico vengono così considerate capitali della Russia asiatica. Tuttavia, l'80% circa del budget russo viene gestito da Mosca e San Pietroburgo, mentre il restante 20% è assegnato alla Repubblica autonoma. A piedi, in autostop, in treno, in pullman, Jef ha viaggiato innumerevoli volte tra Serbia e Russia; tremila chilometri alla scoperta delle condizioni di vita, della cultura e della religione (sciamanista a Nord-Ovest, buddista a Sud-Est) dei russi buriati consapevoli di poter contare solo sulle loro forze, a prescindere dall'esito dello scrutinio.
Una delle linee del tram d'Irkutsk. Si parla ora di direzione e non di
strada da percorrere. L'appropriazione indebita di fondi già
insufficienti per il rifacimento del manto stradale spiega il loro stato
di degrado.
Foto : © Jef Bonifacino
Partendo da Mosca per raggiungere Irkutsk, sulle rive del lago Baïkal
una giovane madre buriata con il suo piccolo trascorrerà cinque giorni
nella terza classe della Transiberiana senza possibilità di lavarsi.
Foto : © Jef Bonifacino
Volodia e il suo puledro, nato nel vecchio ippodromo d' Irkutsk
abbandonato da circa 50 anni.
Foto : © Jef Bonifacino
La vita è dura, le prospettive d'impiego sempre meno rassicuranti mentre
alcool e sigarette rimangono rimedi accessibili per affrontare le
difficoltà della vita.
Foto : © Jef Bonifacino
Novo Lenino, nei pressi d'Irkutsk. Il più giovane degli attori della
compagnia Amorsen ripropone l'epopea del Geyser, il mitico eroe buriato,
simbolo di un'identità ritrovata.
Foto : © Jef Bonifacino
Piazza principale di Ulan-Udé, da sempre in fase di restauro.
Foto : © Jef Bonifacino
In mancanza di sovvenzionamenti pubblici, Anatali Boskakov ricostruisce
con le proprie mani e con l'aiuto dei suoi attori il teatro russo
d'Ulan-Udé, del quale è direttore.
Foto : © Jef Bonifacino
Ad Aginsk, nelle vicinanze d’Ulan-Udé, Sayana, ballerino contemporaneo, è
consapevole di doversi distaccare dalla danza e dai costumi tipici
della Buriazia e inventare nuove forme per poter attrarre un pubblico
internazionale.
Foto : © Jef Bonifacino
Ragazzi in un club a Kjachta. Uno dei pochi posti in cui andare la sera a
divertirsi anche quando a far luce sono delle semplice lampadine nude.
Foto : © Jef Bonifacino
Veterano buriato dell'Armata Rossa al concerto per l'anniversario dei
180 anni del datsan (monastero buddista) di Guneï, distrutto dalla stessa armata
sovietica nel 1940. Tuttavia, di fronte alle attuali difficoltà, molti
buriati hanno nostalgia dell'epoca sovietica.
Foto : © Jef Bonifacino
Corsa di cavalli nella steppa. L'equitazione è uno dei tre sport tipici
della tradizione buriata assieme al wrestling e al tiro con l'arco. In
Buriazia il cavallo è simbolo di umiltà e fonte di grande ricchezza.
Foto : © Jef Bonifacino
A volte espone nelle hall delle banche, ma continua a vivere alla
periferia di Irkutsk poiché è impensabile per un artista vivere
in Buriazia.
Foto : © Jef Bonifacino
Liuba e suo padre Igor a Irkutsk. In casa niente acqua e pochi soldi a
disposizione per le visite dall'oculista di Liuba, priva della vista.
Foto : © Jef Bonifacino
Diventato sport nazionale, questa disciplina è sfuggita al
comunismo e ha sradicato le usanze locali. Al momento viene praticata in
segno di unione tra cielo e terra.
Foto : © Jef Bonifacino
Esistono tanti modi di portare la toga buddista quante le
varianti del buddismo (tibetano, mongolo, buriato). In Siberia è
diventato la seconda religione ufficiale. Un cane da guardia di un
piccolo zoo che ospita due volpi nere ed un orso a cui nessuno fa
visita.
Foto : © Jef Bonifacino
Una nonna a Ust-Ordynski, nei pressi d’Irkutsk. L'orto e la mungitura
sono l'unica fonte di sostentamento.
Foto : © Jef Bonifacino
Foto : © Jef Bonifacino
Il costume d'aquila buriato e il
rosario buddista, a testimonianza del sincretismo verificatosi nel corso
dei secoli tra le due filosofie. Valentin lavora molto: oltre all'attività
da sciamano dirige riti d'iniziazione sciamanista per i turisti
sull'isola d'Olkon, del lago Baïkal.
Foto : © Jef Bonifacino
Sacha indossa un berretto da poliziotto al posto del ciondolo
buddista. I suoi genitori hanno abbandonato la tradizionale yurta
semi-nomade molto prima della sua nascita. Oggi conduce, a fatica, la
sua vita da poliziotto, in servizio sulla Transiberiana, e abita a Irkutsk.
Foto : © Jef Bonifacino
Una nonna e sua nipote a Malo Goloustnoïé nei dintorni d’Irkutsk. Nel
1938, durante la repressione sovietica contro gli sciamani, molti scesero
da Evenks a sud in cerca di rifugio.
Foto : © Jef Bonifacino
Cerimonia di edificazione di un monastero buddista ad Arkan. A sud del
lago Baïkal, il buddismo è presente fin dal XIV secolo. Sarà interdetto,
come lo sciamanismo, nel 1930 dal comunismo e in seguito riautorizzato
alla fine dello secolo. Oggi sta tornando in voga, anche in una
società in cui l'individualismo tende a essere, come in tutti i paesi
del mondo, norma sociale.
Foto : © Jef Bonifacino
Sacha, attore del più orientale teatro russo a Ulan-Udé. Sebbene
professionista, non riesce a vivere di solo teatro e arrotonda con dei
lavoretti.
Foto : © Jef Bonifacino
Venditrice al grande mercato d’Irkutsk. Niente è davvero cambiato negli
ultimi 20 anni.
Foto : © Jef Bonifacino
Isola d’Olkhon sul lago Baïkal. La scuola ha chiuso nel 1984 e a seguire
tutte le altre istituzioni. L'isola è lasciata a sé stessa,
sebbene si possano incrociare cavalli ritornati al loro stato selvaggio.
Foto : © Jef Bonifacino
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