La stampa europea su Durban II
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Francesca BarcaLa conferenza contro il razzismo di Ginevra è stata segnata dal boicottaggio di Olanda, Italia, Germania e Polonia, a cui sono aggiunti la Repubblica ceca, gli Usa e Israele. Meglio partire o restare? La rassegna stampa di Eurotopics.
De Standaard, Belgio
Come i Paesi Bassi e gli Stati Uniti anche il Belgio deve boicottare la conferenza dell’Onu a Ginevra, sostiene il quotidiano De Standaard. Degli Stati fondamentalisti come la Libia e l’Iran controllavano la conferenza: «Il fondo del documento finale avvalla il fatto che le dittature religiose e fasciste diano alle democrazie una lezione in materia di schiavismo, razzismo e intolleranza. (… ) Oggi uno degli oratori è il Presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, che fa stragi di omosessuali, nega la Shoah e pensa che Israele vada cancellato dalle carte geografiche. E il fatto che siano presenti attribuisce a queste persone della credibilità. Il Ministro degli esteri belga, Karel De Gucht ha dichiarato davanti a una Commissione dei diritti dell’uomo dell’Onu, e a ragione, che “non sono le religioni ma gli uomini che devono essere protetti”. Il testo finale di Durban II fa esattamente il contrario (…). Il Belgio deve ora decidere da quale parte stare: quella dei diritti dell’uomo o quella del fondamentalismo».
Der Tagesspiegel, Germania
Mentre alcuni paesi europei stanno pensando di boicottare la conferenza dell’Onu, il Papa ha assicurato che il Vaticano parteciperà. Ha salutato l’iniziativa di Ginevra come un incontro importante nella lotta contro l’intolleranza. Il quotidiano progressista Der Tagesspiegel scrive: «Benedetto XVI ha ragione quando dice che “partecipare non significa sottoscrivere il contenuto”. Ed è proprio la Chiesa Cattolica, la cui esperienza quotidiana nel dominio della democrazia è sicuramente meno significativa di quella di Usa, Canada o Olanda, che ci ricorda uno dei valori distintivi dei Paesi occidentali: in una società di uguali è la maggioranza che decide, e la maggioranza si costituisce attraverso il dibattito, il conflitto, insomma, quello che gli Illuministi chiamavano “il ragionamento”. Alla fine, chi ha paura di chi? Si ha così poca fiducia nella propria ragione per non accettare un Ahmadinejad ? Quello che questo boicottaggio lascia è una sorta di gusto insipido».
Le Temps, Svizzera
Nel quotidiano Le Temps, il Commissario dell’Onu ai diritti umani, Navi Pillay, difende la prima conferenza contro il razzismo a Durban nel 2001, che era stata segnata da incidenti antisemiti: «Nessun paese è esentato dal razzismo, dalla discriminazione razziale e dalla xenofobia. Questi mali attraversano le frontiere e le regioni (…). La Shoah, (...) le guerre nei Balcani o il genocidio in Rwanda (... ) mostrano che forme estreme di violenza razzista sono una minaccia sempre presente. Esistono numerosi esempi di violenza razzista di minor forza, ma che sono comunque forme di odio e che vengono tollerate o ignorate (…). Sono perfettamente a conoscenza del fatto che la conferenza del 2001 è stata intaccata da derive antisemite di una manica di Ong ai margini della conferenza. Ma nonostante questi incidenti scioccanti, la Conferenza ha ottenuto il suo obiettivo principale: elaborare per la prima volta una strategia globale per combattere il razzismo su scala nazionale, regionale e internazionale».
Translated from Westliche Staaten boykottieren Durban II