LA SPAGNA HA DETTO 'BASTA' AL BIPARTITISMO
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Maria Elena CasasoleL'accusa di corruzione ai due grandi partiti politici spagnoli, la noncuranza nei confronti dell'esistenza di paradisi fiscali in Europa e la tassa insostenibile di disoccupazione giovanile (50%) ha provocato una rivoluzione tra gli elettori spagnoli nei comizi europei dello scorso 25 maggio.
Nelle ultime elezioni al Parlamento Europeo, PP e PSOE hanno perso quasi 6 milioni di elettori, mentre altre formazioni molto più giovani, come Primavera Europea (1 seggio), UPyD (4 seggi), Ciudadanos (2 seggi) o la più recente Podemos (5 seggi) sono arrivate in Europa imponendosi con risolutezza. È leggermente aumentata anche la partecipazione nei comizi in un paese dove la crisi ha costretto circa 400mila persone all'esilio economico.
IL CASO DI PODEMOS
Il caso di Podemos è eccezionale. Nato a gennaio del 2014 con risorse limitate per la campagna elettorale, lo scorso 25 maggio ha ottenuto 1.245.948 voti, un risultato che ha impressionato la stampa internazionale, i partiti politici e i cittadini.
Considerato come la trasformazione politica del movimento 15M del 2011, la formazione spiega il suo successo alludendo alla propria capacità di creare speranze e alla motivazione dei cittadini di prendere parte alle decisioni che li coinvolgono nella loro quotidianità, riprendendo "il protagonismo popolare della gente", secondo le dichiarazioni del suo leader, Pablo Iglesias.
Dopo l'ultimo appuntamento alle urne tanti hanno accusato i membri di Podemos di essere "populisti", tra questi l'ex presidente del governo Felipe González. Il populismo può intendersi come un tentativo di risolvere problemi complessi con soluzioni semplici e, consultando il programma di Podemos, troviamo che, forse, qualche obiettivo risulta difficile da raggiungere e addirittura utopico. Soltanto il tempo lo confermerà. La difesa della sanità e l'educazione pubblica, la scomparsa dei paradisi fiscali, il controllo pubblico delle ditte straniere, la "ricostruzione" della democrazia, l'investimento nella ricerca e sviluppo o la deroga del Trattato di Lisbona sono solo alcune delle proposte che hanno profondamente colpito gli elettori di Podemos.
Il giornale statunitense New York Times ha dedicato un servizio al fenomeno di Podemos e segnala che il programma di questo partito assomiglia più a una "lista dei desideri" che a un programma elettorale. Il grande obiettivo risiede precisamente lì, nel "costruire un'agenda reale di partito".
Pablo Iglesias, capo lista nelle scorse elezioni europee, ha assicurato attraverso le reti sociali che il metodo di Podemos è quello di "assembleare", a volte tedioso ma che può essere l'unico modo per far sì che la gente si esprima e si senta coinvolta nell'elaborazione dei programmi elettorali.
I PROSSIMI OBIETTIVI: ELEZIONI MUNICIPALI 2015
Già sono diverse le ipotesi di accordi che iniziano a sentirsi nei corridoi delle redazioni e negli uffici, che Pablo Iglesias ha categoricamente negato davanti ai mezzi di comunicazione. "Fino ad oggi, abbiamo parlato con Izquierda Plural per metterci d'accordo e appoggiare il candidato alla Commissione Europea Alexis Tsipras, da allora, non abbiamo più avuto nessun altro contatto", ha dichiarato Iglesias lo scorso 30 maggio. "In ogni caso", ha aggiunto, "non ci comporteremo come un movimento settario, ci atterremo al programma, chi lo condividerà, indipendentemente dallo schieramento, starà con noi". "Il problema della Spagna non è un problema demografico, bensì un problema di programma produttivo".
COME FUNZIONA PODEMOS
Un circolo è un punto di una rete per unità, gruppi aperti coordinati da responsabili di circoli che lavorano a livello locale riunendo in spazi pubblici come parchi, centri civici o biblioteche persone di distinte ideologie e provenienza con obiettivi comuni. La convocazione online, la presenze nelle reti sociali e la ritrasmissione in diretta di incontri e dibattiti è stata la chiave di Podemos. Una comunicazione orizzontale e aperta che è arrivata al cittadino perché l'ha fatta pervenire proprio quest'ultimo.
Il prossimo obiettivo sono le elezioni municipali di maggio 2015, per le quali si stanno già configurando circoli locali e regionali. Il partito è riuscito a mobilitare la popolazione e durante questa settimana si è registrata una grande affluenza alle assemblee convocate in città come Valencia o Siviglia. Nella capitale andalusa, più di 500 persone si sono date appuntamento nel parco di Maria Luisa per l'assemblea che ha organizzato la formazione. Da questo momento in avanti, i membri dovranno strutturarsi per quartieri e paesi della privincia, realizzare una radiografia delle loro realtà e presentare, entro marzo 2015, un programma elettorale. Un sogno? Ancora una volta, solo il tempo lo confermerà.
Translated from Cuando España dijo 'basta' al bipartidismo