«La Spagna, domani, sarà repubblicana!»
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Maria Elena CasasoleIl re di Spagna Juan Carlos I ha annunciato la sua abdicazione in favore del figlio Filippo e la notizia si è diffusa velocemente nelle reti sociali. Poche ore dopo, decine di migliaia di persone sono scese nelle piazze di tutta Europa per reclamare il diritto a iun referendum per decidere se il paese debba continuare con la monarchia o se sia meglio scegliere la repubblica.
"La Puerta del Sol si è riempita, mi hanno chiamato da Madrid e me lo hanno raccontato, è piena!". Allora un sonoro applauso percorre la place de la République, a Parigi, dove circa 150 persone si sono riunite per richiedere al governo la convocazione di un referendum che definisca il modello di Stato: monarchia o repubblica. Per qualche ora, lo spirito del 15M ha percorso le principali piazze europee, dove decine di migliaia di persone si sono riunite per il diritto a decidere. Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia, Saragozza... ma anche Londra, Parigi, Bruxelles, Berlino o Roma. Centinaia di spagnoli e non sono scesi in piazza al grido di "La Spagna, domani, sarà repubblicana!", esibendo striscioni e bandiere tricolore, sia dentro che oltre le forntiere del paese.
A Parigi persone di tutte le età hanno convocato un'assemblea ai piedi della Marianne, simbolo della repubblica francese, che per qualche istante ha indossato i colori della bandiera tricolore spagnola. "Voglio dirvi che Repubblica significa cosa pubblica, cosa popolare, adesso più che mai dobbiamo unire le forze, quelli del PSOE, di Podemos e di Equo, perché questo lo conseguiremo grazie alla gente, non appartiene a nessun partito e a nessuna associazione. La repubblica verrà per il popolo, dobbiamo fare pressione, siamo in un momento cruciale", ha esclamato un entusiasta Juanma García, militante di Izquierda Unida, in un'assemblea che a molti ha ricordato le manifestazioni del movimento 15M. "Due anni fa dormivo a Siviglia, nella piazza della Encarnación, sotto la luce delle stelle. E c'era questo stesso ambiente", ha continuato Juanma. "Ora sono qui, due anni dopo, lavoro in un laboratorio e ritorno al 15M, e voglio dirvi che abbiamo quadruplicato veramente le forze democratiche in Europa... Tra otto o dieci anni la Repubblica verrà e la porteremo noi!", ha concluso, prima di passare il microfono a un'altra partecipante.
Una moltitudine di voci diverse si sono sentite ieri a Parigi: dai giovani studenti erasmus agli espatriati a causa della crisi economica e dell'elevato tasso di disoccupazione, figli e nipoti di immigranti ed esiliati della dittatura e cittadini francesi che hanno appoggiato la causa. Tutti convergono nell'idea che la repubblica "non è un patrimonio della sinistra, che è necessario unire le forze e concentrarsi nel momento attuale perché stiamo vedendo cosa si può fare" come ha ricordato Rosa, studentessa della Sorbona. Alla stessa ora, come a Parigi, si sono tenute manifestazioni ad Amsterdam, Berino, Bruxelles, Lisbona, Londra, Marsiglia, Milano, Montpellier, Praga, Roma e Montevideo, tutte organizzate dalla Marea Granate, la rete di emigrati spagnoli che si è formata per difendere i diritti sociali del paese dall'estero.
Nella capitale belga, circa 200 persone si sono concentrate davanti al Palazzo della Borsa per reclamare il diritto a decidere. Oltre alla bandiera repubblicana, sventolavano altre con le sigle di Izquierda Unida e del PCE, e Teresa Rodríguez, numero due nelle Europee nella lista di Podemos, ha preso la parola. Nel frattempo, a Londra, Carme Vetanyol critica il fatto che la Casa Reale "non approfitti della buona opportunità per pulire il suo nome e uscire a testa alta" se alla fine non si realizzasse la consultazione. "Chissà, se il referendum uscisse pro-monarchico, riaffermerebbero il loro nome e manterrebbero il potere per meriti propri e non di sangue". Dalla sua parte, anche nella capitale inglese, Laura Garau ha affermato che "se la gente si mobilita e scende in piazza dovrebbero accettarlo, ma chiaro, stiamo parlando del PP e del PSOE, due partiti che sicuramente non si pongono nemmeno il problema". "Non c'era molta gente alla manifestazione, rispetto a tutti gli spagnoli che siamo a Londra, mi aspettavo di più", si rammaricava ancora Garau. Martedì 3 giugno, si sono tenute concentrazioni in altre città come Istambul, Lione, Lussemburgo, Montreal, Vilnius e Vienna.
*Servizio elaborato con la collaborazione di Laia Framis, Irene Casado, Pilar Alberola, Daniel Mayer e Minerva Burroni.
Translated from "¡España, mañana, será republicana!"