La sindrome Onu
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chiara capozioCome rispondere alle sfide globali del terrorismo e delle violazioni dei diritti umani? A volte, l'Onu non basta.
Le premesse ideologiche erano state gettate fin da quando, con la caduta del Muro di Berlino dell’89, il mondo bipolare sembrava scomparire per sempre: con la caduta delle Torri non si è dovuto far altro che applicarle. Tutto ciò ha colto la sinistra europea all’interno dell’ONU, e da lí continua a protestare mentre il numero dei morti aumenta.
Il ruolo della sinistra fino all’11 settembre
Che strategia propone la sinistra per questo nuevo scenario mondiale? Facciamo un salto nel tempo: la Spagna entrò nella Nato per mano di una sinistra che, durante gli anni ’80, si muoveva in un mondo tradizionale, bipolare, assuefatto a quell’“equilibrio del terrore” nel quale il patto alleato era garanzia di una certa tranquillità. In modo simile agirono gli altri partiti di sinistra europei, ed il profilo dell’Unione Europea si tinse di un atlantismo leale, ma autonomo. I socialisti spagnoli ed europei seppero accomodarsi bene dentro questa struttura “tranquilla”, senza per questo piegarsi incodizionatamente ai “falchi”. Due esempi: nel 1989 Madrid votò a favore della risoluzione Onu che condannava l’invasione di Panama da parte degli Stati Uniti e, d’altro canto, la polivalenza della base militare Reno-Meno senza che la Germania cessasse di esser critica su alcune azioni statunitensi.
Un nuovo principio di legalità internazionale
Alla caduta delle Torri Gemelle il mondo entró di colpo in una nuova era in cui il pericolo non consisteva nel rischio di invasione da parte di un altro Stato. La sinistra socialdemocratica si sentiva a suo agio all’interno di quello che l’analista neoconservatore Robert Kagan aveva definito “multipolarismo onorifico” rappresentato dall’Onu e dalla Ue. Poi caddero le Torri. La sinistra europea sembrò non rendersi conto che le regole che avevano governato il mondo tradizionale durante la guerra fredda non servivano più. Il principio della legalità internazionale fondato sul rispetto delle frontiere degli Stati e dell’intervento solo in seguito alla loro violazione, faceva parte del passato. Adesso, attacchi che un tempo potevano condurre solo eserciti tradizionali sono finanziati da governi guidati da satrapi e legati al traffico di droga, di armi, persone e alla criminalità organizzata in generale. Sicuramente, Javier Solana era cosciente del problema, come si evidenzia nel documento "A Secure Europe in a Better World", adottato dal Consiglio Europeo del 12 dicembre 2003, mesi prima degli attentati di Atocha.
La sinistra europea e la nuova politica statunitense
Quando i Falchi decisero che la sicurezza degli americani veniva ormai prima dell’Onu, la sinistra europea si limitò a condannare il fatto, mentre si sedeva a contemplare perplessa il volo degli F-16. Ci troviamo in piena crisi di legittimitá dell’Onu come fonte del Diritto Internazionale, ma in Europa continuiamo a sognare la pace di Westfalia mentre in Sudan la popolazione nera viene massacrata dalle milizie arabe. In un mondo globalizzato, dalle minacce globali, il ruolo di difensore passivo dei diritti umani e della carta Onu, è inutile. Se l’Ue non riuscirá ad assumere un ruolo “attivo” per la sicurezza mondiale, diverremo spettatori impotenti. La politica estera della sinistra europea farà da testimonial: una politica da museo, piena di belle parole ma totalmente emarginata. L’Onu non serve, perché laddove un dittatore si siede accanto ad un presidente eletto democraticamente, gli Stati che violano i diritti umani trovano una forma di legalità “passiva” che li protegge.
Non dimentichiamoci che fu un socialista, Javier Solana, che come segretario generale della Nato, autorizzò i bombardamenti contro Milosevic, senza l’approvazione dell’Onu. E come è risaputo, la Francia (che parteciperá alla guerra in Kosovo) e la Russia si opposero a tale intervento, cosí come si oppongono ora ad intervenire per fermare il massacro in Sudan. La sinistra seguirá il realismo di Solana o rimarremo intrappolati nella “vecchia sinistra” dell’asse Francia-Germania-Spagna e della sua "sindrome Onu"?
Translated from El “síndrome ONU”