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La signora che gioca con il fuoco

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Palermo

In occasione del settantesimo anniversario del suffragio universale, proponiamo un ciclo di interviste in cui donne palermitane raccontano loro stesse attraverso l'impegno sociale, culturale e il rapporto instaurato con diversi ambienti della vita cittadina. Questa settimana abbiamo parlato con Amelia Bucalo Triglia, organizzatrice del Teatro del Fuoco, atteso a Palermo a fine luglio.

Attendiamo di essere ricevuti nel salottino dell'abitazione della giornalista ed event manager Amelia Bucalo Triglia, quando un occhio cade su una foto di Jacques Séguéla, pubblicitario e mass mediologo passato alla storia per la geniale campagna pubblicitaria orchestrata per il presidente francese François Mitterand. Non sapevamo fosse stato a Palermo, e quando la padrona di casa ci raggiunge, ricorda questa impresa organizzativa per Ad Spot Award Society & Social, accolta da un coro di «Dai, Séguéla…» e «figurati se viene a Palermo,» o ancora «costerà toppo». «Io non lascio mai nulla d’intentato, e quella volta mi è andata davvero bene» spiega la diretta interessata. Sprofondiamo subito nel divano, curiosi di sentire altri racconti.

cafébabel: Qui è pieno di foto anche della Targa Florio

Amelia Bucalo Triglia: Si, stiamo parlando del 1988-89 mi pare. Facevo parte dell'ufficio stampa della manifestazione, uno dei miei primi incarichi. In quella Targa Florio Cristina Parodi fece il suo primo servizio filmato, pensa. Io ero solo un'assistente, ma l'esperienza fu davvero interessante, lo staff venne premiato come migliore ufficio stampa europeo.

cafébabel: Che dimensione aveva la Targa Florio a quel tempo?

Amelia Bucalo Triglia: Era una manifestazione internazionale, con tappe anche in notturna, quindi si lavorava con straordinaria intensità, giorno e notte, ininterrottamente.

cafébabel: Dev'essere un ambiente con molto testosterone, quello dei motori…

Amelia Bucalo Triglia: E io ero il frontline, quella dell'accoglienza, i sorrisi, gli inviti ai giornalisti: per me è stato un ottimo esordio. I piloti venivano in sala stampa molto spesso e devo dire che ero sempre ben accolta. Possiamo dire che donne e motori legano.

cafébabel: E donne e politica? Visto che hai lavorato con la Provincia di Palermo?

Amelia Bucalo Triglia: Si, sono stata esperta della comunicazione e dell’immagine della Provincia, per promuovere eventi, curare l’ufficio stampa e coordinare le campagne di comunicazione. Questa figura professionale negli enti pubblici palermitani ai tempi non esisteva ancora, se si eccettua la professionalità di Ferruccio Barbera.

cafébabel: In che anno siamo?

Amelia Bucalo Triglia: Nel 2000. Dovevo stare un mese, invece rimasi per vari anni. In Giunta lavorai tra ben sedici assessori uomini. Inizialmente ero considerata come una consulente esterna, quindi sono dovuta entrare gradualmente nei meccanismi e ho cercato veramente di conoscere tutta la macchina amministrativa. Far sentire partecipe il personale della stessa istituzione che rappresentano è un lavoro sfiancante, che si porta avanti con i contatti umani, parlando, stimolando perfino gli autisti.

cafébabel: Com'è lavorare con i politici?

Amelia Bucalo Triglia: Difficilissimo e faticosissimo. Per quanto molti siano ben intenzionati, se non conoscono la macchina amministrativa diventa difficile raggiungere obiettivi. Penso che in Italia il vero potere non sia politico, ma amministrativo. Se conosci come funziona l'aspetto amministrativo riesci a fare, diversamente…

cafébabel: Questa impotenza quali pressioni generava nel tuo lavoro?

Amelia Bucalo Triglia: Guarda, a un certo punto si creano dinamiche incomprensibili per i comuni cittadini. Normalmente si stabilisce un metodo per raggiungere un obiettivo, ma nell'ambito di una gestione così ampia e burocratizzata gli equilibri sono diversi e non puoi conoscerli tutti: per dirla con una battuta, roba da sceneggiatori di House Of Cards. Sei in mezzo a tutto questo, all'essere tirata in ballo inopportunamente, al gossip. Situazioni difficilissime ma anche tanta soddisfazione, alcune volte i fatti parlano (pur soffrendo molto e faticando): quando coordini in un unico evento 82 comuni per 23 giorni grazie al fatto che tutti e 1.500 i dipendenti della Provincia sono diventati partecipi e hanno sposato il progetto, è una cosa incredibile.

cafébabel: Hai parlato di gossip, quali sono gli atteggiamenti più subdoli, secondo te, verso una donna nel mondo del lavoro?

Amelia Bucalo Triglia: Beh, molti ti trattano con sufficienza e supponenza. Questo fa si che le donne diventano sempre più dure. Io mi rendo conto che lo sono diventata, perché mi proteggo, diversamente verrei colpita. Da giovani forse si è più fragili e ci si presta a molte situazioni, con l'esperienza ti fai uno schermo e hai la conferma che l'essere femminile ti offre dei vantaggi: forza interiore, grazia, gentilezza, se li sai dosare nelle relazionioni con gli altri.

cafébabel: Il tuo presente lavorativo è soprattutto il Teatro del Fuoco, giusto?

Amelia Bucalo Triglia: Faccio tantissime cose, ma questa è la mia sfida più grande, nata proprio dopo l'impegno alla Provincia. Volevo un prodotto rappresentativo per noi siciliani nel mondo che trasmettesse l'energia dei vulcani. E ho scelto la cosa più pazza: mettere insieme artisti di vario genere con il fuoco in mezzo, come a dire «più in là di questo non posso spingermi». Anche organizzare lo show di un cantante è un lavoro immenso, ma con il fuoco non si scherza, è estremamente pericoloso per chi lo maneggia.

cafébabel: Uno show del festival è intitolato Feminine Flame, quindi protagonista è la donna…

Amelia Bucalo Triglia: Sì, donna come forza creatrice, in analogia con la terra. La fiamma femminile per raccontare le origini della terra rifacendosi al mito, a Gaia, la madre terra.

cafébabel: Molte artiste del Teatro del Fuoco provengono dal'Est Europa, che donne sono?

Amelia Bucalo Triglia: Sono la massima espressione della femminilità: estremamente sinuose, molto eleganti e fortemente tecniche. Molto più brave degli uomini. Sensualità femminile, tecnica e spettacolarità della fiamma danno un risultato di grande fascino. Sono artiste con il desiderio e la capacità di risolvere i problemi, altro tratto non a caso femminile, così viaggiano anche con il bebè in spalla e affrontano tutto. Secondo me è un punto di forza del mondo femminile: sappiamo risolvere problemi perché siamo sempre costrette a farlo, per noi e per gli altri.

cafébabel: Il Teatro del Fuoco è stato premiato da Giorgio Napolitano, com'è nato questo riconoscimento?

Amelia Bucalo Triglia: Eravamo a Stromboli con il Teatro del Fuoco, per unire le isole attraverso un'identità e molte arti espressive e corporee: mimo, danza, acrobazia. Quindi un linguaggio comprensibile anche ai turisti. Il Presidente Napolitano era in vacanza a Stromboli e anche lì tutti a dire: «Ma che vai dal Presidente? Ma figurati se ti riceve». Io però ci provo sempre, che può succedere, ti dicono no? Mi ha offerto una limonata, ha visto lo spettacolo e l'anno dopo è arrivato il riconoscimento dalla Presidenza della Repubblica. Il Teatro del Fuoco è stato considerato evento innovativo per il territorio dal punto di vista turistico e culturale.

cafèbabel: L'ex Presidente oggi sembra una figura sempre più controversa per l’opinione pubblica, quali sono le tue sensazioni a riguardo?

Amelia Bucalo Triglia: Sarò franca, lo trovo una persona elegante, che ha rappresentato l'Italia in modo eccellente… E in più mi ricorda mio padre, quindi sentiment positivo.

cafébabel: L’anno scorso è arrivato per lo show anche un riconoscimento da Forbes: secondo la rivista statunitense il Teatro del Fuoco è tra i 12 festival internazionali per cui vale la pena viaggiare. Cos'hai provato?

Amelia Bucalo Triglia: Stupore (ride)! L'ho scoperto dopo che era uscita la notizia. È una valutazione tratta dalla rivista prendendo informazioni dai tour operator internazionali, quindi sono stati i turisti a premiarci, e Forbes ne ha preso atto.

cafébabel: Questo magazine stila anche la classifica delle dieci personalità più ricche del mondo. Cosa pensi delle ricche attrici hollywoodiane che si prodigano in attività benefiche?

Amelia Bucalo Triglia: Mi sembra una cosa naturale, doverosa. Più famose sono più dovrebbero essere attive. Magari queste operazioni possono venire strumentalizzate, ma fa parte del gioco direi, è normale, perfino naturale. Secondo me tutte le donne hanno un istinto innato nel saper fare rete nel sociale. E anche i gay, che sono una spanna avanti rispetto a tutti quanti.

cafébabel: Cioè?

Amelia Bucalo Triglia: Partono da una posizione maschile, ma hanno il valore aggiunto femminile, quindi sono invincibili. E sono i miei migliori amici.

cafébabel: Un consiglio alle studentesse che vorrebbero lavorare nel giornalismo o negli eventi, in epoca di comunicazione 2.0?

Amelia Bucalo Triglia: Specializzarsi in un settore. Non essere generaliste. Oggi se non si hanno contenuti non si va avanti e questo vale per gli argomenti, gli eventi e anche per i prodotti: se promuovi un prodotto e quello non vale, la pubblicità aiuta, ma l’apparire non basta.

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Pubblicato dalla redazione locale di cafébabel Palermo .